Pubblicato il 04/09/2023, 13:03 | Scritto da La Redazione

I 61 anni di Amadeus: “Mai avuto problemi con l’età”

I 61 anni di Amadeus: “Mai avuto problemi con l’età”
Oltre 40 anni di carriera, oggi compie 61 anni. «Attaccato da sinistra e destra, a Sanremo scelgo io chi voglio» dice Amadeus. «Col quinto festival chiudo un ciclo». E ai politici dice: «Non decidano i palinsesti». Così la sua intervista a Renato Franco sul Corriere della Sera.

«I politici non decidano i palinsesti A Sanremo scelgo chi voglio»

Corriere della Sera, di Renato Franco, pag. 37

Amadeus compie oggi 61 anni. II numero 6 davanti da un anno che effetto le fa?

«Non ho mai avuto problemi con l’età, mi godo gli anni che ho e non ci penso. Alla fine può sembrare una frase fatta, ma l’importante è avere obiettivi, energia, positività — oltre alla salute, ovvio. Faccio sempre l’esempio di Gianni Morandi, che ha una forza doppia rispetto alla mia: ecco lui è un modello da seguire».

II corpo che segnali le dà?

«Ho rallentato prima che me lo chiedesse il mio fisico, mi sono portato avanti: ho abbassato il numero di partite a paddle o a tennis, la palestra non tutti i giorni ma due volte a settimana. Evito le partite a calcetto e il rischio di rimetterci una caviglia: a 20 anni guarisci in pochi giorni, a 60 ci vogliono mesi».

Pronto per il golf?

Ride. «No, non fa per me. Per me lo sport è sudare».

La sua nuova stagione da stachanovista riparte con «Affari tuoi» tutti i giorni, le tre puntate in prima serata di «Arena Suzuki» e ovviamente Sanremo: c’è anche un po’ di bulimia da video?

«No, la bulimia da video non l’ho mai avuta. Faccio le cose che mi piacciono e mi danno entusiasmo a partire dalla musica e dai quiz, le mie due passioni. Non farei mai una prima serata tanto per essere in onda a ogni costo. La verità poi è che non sono un amante del prime time e cerco di farne pochi, la prima serata è molto più stressante rispetto a un quotidiano; andare in onda tutti i giorni invece quasi mi rilassa, e la mia routine. Mi piace quando la gente mi considera l’amico della porta accanto, una voce e un viso familiare; e questo riscontro te lo dà il rapporto quotidiano con il pubblico».

Ad «Arena Suzuki» arriveranno i Simple Minds, Trevor Horn, Natalie Imbruglia, Kool e the Gang. Anche lei cavalca l’effetto nostalgia?

«No, non amo l’effetto nostalgia. Dire: ve lo ricordate? mi mette molta tristezza. E poi quando parte la musica di Video Killed the Radio Star non c’è bisogno di aggiungere niente. Ci sono ragazzi che vengono in Arena che non erano neanche nati quando sono uscite certe canzoni, sono successi mondiali che tutti conoscono a prescindere».

A Sanremo ci pensa?

«É presto. Le proposte si concentrano soprattutto tra ottobre e novembre. Posso prevedere una presenza notevole. L’anno scorso ho ascoltato 30o brani, quest’anno penso arriveremo a 400».

Le sanguineranno le orecchie…

«Ma no, la selezione e la scelta delle canzoni è forse la cosa che mi piace di più. Ovviamente ho già dei pensieri, delle idee, a volte mi sveglio alle tre di notte per segnarmi uno spunto da sviluppare».

I cantanti nella seconda e nella terza serata si presenteranno a vicenda. Un’idea geniale o un mascherato taglio dei costi?

«Non so se è un’idea geniale ma sinceramente non ho pensato ai costi anche perché ogni anno non ho speso un centesimo in più rispetto al budget di Sanremo a fronte di un introito pubblicitario che è aumentato di anno in anno».

Nell’ultimo Festival non sono mancate le polemiche, su tutte quelle di Fedez e Rosa Chemical: c’è chi vorrebbe un Festival anestetizzato e senza imprevisti. Sarebbe possibile?

«Non voglio ritornare sul passato, io invito al Festival chi penso abbia una bella canzone da proporre, non faccio un esame o dei colloqui preliminari, non chiedo la tessera elettorale. Ognuno è libero di comportarsi come vuole, assumendosi ovviamente le proprie responsabilità. Poi in cinque ore di diretta è normale che non si possa prevedere tutto».

Infatti c’è un termine idoneo per descrivere il fenomeno in italiano — si chiama «imprevisto» —, anche se sembra che certi politici non lo capiscano. Ma lei ci spera negli imprevisti?

«Mi bastano quelli che mi sono capitati in tutti questi anni. Come dice Fiorello, io sono lo Swiffer delle polemiche, le attiro senza mai cercarle… Io mi concentro su altro: mi interessa il gradimento del pubblico, che funzionino gli ascolti, le canzoni e il mercato pubblicitario».

Le pressioni della politica quanto le pesano?

«Sono sereno, non ho mai avuto rapporti con la politica, e i miei Sanremo non sono mai stati Sanremo politici. In passato sono stato attaccato da tutti: dalla destra e dalla sinistra, dal centrodestra e dal centrosinistra, quindi vuol dire che sono una persona libera. E penso che sia giusto che la politica non si occupi dai palinsesti».
(Continua sul Corriere della Sera)

 

 

 

 

 

(Nella foto Amadeus)