Pubblicato il 26/07/2023, 13:04 | Scritto da La Redazione

Roberto Sergio “spegne” Roberto Saviano: “Non sarà in palinsesto”

Roberto Sergio “spegne” Roberto Saviano: “Non sarà in palinsesto”
Abbiamo trovato un'azienda demoralizzata, preoccupata, con uno sciopero imminente che siamo riusciti a revocare appena insediati. In 60 giorni, abbiamo ripreso in mano il contratto di servizio, il piano industriale, il piano di sostenibilità: erano tutti fermi. Così la sua intervista a Mario Ajello per il Messaggero.

«Saviano non in palinsesto Roma rimarrà centrale e investiamo sul digitale»

Il Messaggero, di Mario Ajello, pag. 8

(…)

Ma davvero sta dicendo che la Rai è una cosa e la politica è un’altra cosa?

«La Rai non può esimersi dal rapporto con la politica. E’ importante però che la politica non condizioni la Rai. A differenza di alcuni dei miei predecessori, che non incontravano la politica incontrandola, io la incontro ma non mi faccio condizionare nelle scelte aziendali».

Scusi, ma l’andata via di Fazio, Annunziata, Berlinguer, Gramellini non è un fatto politico?

«Non lo so. Ci sono tanti altri conduttori, artisti, giornalisti che sono legati alle stesse idee delle persone che lei ha citato e continuano a lavorare in Rai e molto bene. Fazio, mio amico da molti anni, è andato via prima che io arrivassi. Berlinguer, Annunziata e Gramellini erano tutti e tre, fino alla fine, nei nuovi palinsesti. Hanno fatto scelte personali che li hanno portati altrove».

Federica Sciarelli ha detto che se le pressioni politiche ci sono si può cercare di evitarle invece di andare via. É così?

«Ho trovato efficace e condivisibile quell’intervista. Io al posto dei professionisti che sono andati via avrei fatto come la Sciarelli e come gli amici di Report. Perché in Rai si lavora bene».

Chi ci sarà il martedì sera al posto della Berlinguer? «Nunzia De Girolamo, in un nuovo progetto che è in fase di gestazione. De Girolamo tratterà alla sua maniera temi politici, sociali, culturali. Il programma partirà dai primi di ottobre, il nome ancora non c’è». Non temete per la Rai così rinnovata cali di ascolto?

«La proposta editoriale che abbiamo preparato, la forza delle nostre fiction e dei programmi d’intrattenimento storico, le novità affidate a conduttori giovani e meno giovani ma tutti di valore mi fanno credere che sarà una stagione di successo».

Voi però avere smontato TeleKabul. Perché mai?

«Non so perché è stato dato a Rai3 il nome della capitale afghana. Oggi è una rete pluralista e che spazia sui temi più vari, senza caratterizzazione di parte».

Noi romani siamo un po’ preoccupati: davvero la Rai verrà ridimensionata nella Capitale?

«Voglio rassicurare tutti facendo notare che, nel piano industriale che stiamo varando, su Roma ci saranno importanti investimenti. Oltre a Roma naturalmente al centro del progetto aziendale ci sono Napoli, Torino, Milano e le sedi regionali. Su Roma, insieme agli investimenti e al rafforzamento della sua centralità, aumenterà l’occupazione dei giovani. Si va verso la digital media company e i giovani sanno maneggiare benissimo il linguaggio digitale. Mi sento di dire che la Rai apre la porte al lavoro dei giovani».

Con il dg Giampaolo Rossi i rapporti come sono?

«Straordinariamente buoni. Anzi, approfitto dell’occasione per smentire notizie false sulle no- stre relazioni che vengono descritte come conflittuali. Nei nostri diversi ruoli, condividiamo tutto».

Non rappresenta un problema la Lega che vuole abolite il canone?

«Non lo vedo questo problema. L’azionista andrà in Vigilanza domani e mi auguro che si co- minci a fare chiarezza sulle entrate della Rai. Confermando il canone in bolletta, che ha consentito il venir meno di una vergognosa evasione da parte di tanti».

Giletti arriva a gennaio?

«É tuttora sotto contratto con La7. Quando sarà disponibile sul mercato, valuteremo nel reciproco interesse».

La trasmissione di Fiorello si farà al Foro Italico?

«Non è da escludere ma non è l’unica soluzione. Comunque sarà Rosario, con un tweet o con un video sui social o con una battuta a comunicare la decisione».

Saviano che è previsto in onda tra novembre e dicembre è confermato?

«Saviano non è in palinsesto».

Quindi avete applicato anche a lui il codice Facci?

«Le ripeto: Saviano non è in palinsesto».

Occhio, Pd e M5S insorgeranno…

«La scelta è aziendale, non politica».

Impazzano però polemiche politiche sulle presunte censure a RaiNews. Ci sono state o no?

«Petrecca ha ben spiegato in Vigilanza le sue motivazioni. E nutro grandissima stima e fiducia nel direttore di RaiNews».
(Continua su Il Messaggero)

 

 

 

 

 

(Nella foto Roberto Sergio)