Pubblicato il 17/07/2023, 17:03 | Scritto da La Redazione

MfE: il futuro è sempre nelle mani (e nella testa) della Famiglia Berlusconi

MfE: il futuro è sempre nelle mani (e nella testa) della Famiglia Berlusconi
Cosa significherà la scomparsa di Silvio Berlusconi per il futuro di Mediaset, la sua creatura nata alla fine degli anni 70 e poi consolidata sul mercato italiano con tre canali e una concessionaria di pubblicità che detiene ancor oggi una quota di mercato superiore al 50%? Così Giovanni Pons su La Repubblica Affari e Finanza.

I piani di Pier Silvio per Mediaset prima la Germania, poi la Francia

la Repubblica Affari & Finanza, di Giovanni Pons, pag. 6

Cosa significherà la scomparsa di Silvio Berlusconi per il futuro di Mediaset, la sua creatura nata alla fine degli anni 70 e poi consolidata sul mercato italiano con tre canali e una concessionaria di pubblicità che detiene ancor oggi una quota di mercato superiore al 50%? In molti si sono precipitati a prevedere sconvolgimenti in arrivo, sulla base del fatto che i figli non avrebbero le spalle sufficientemente forti per continuare da soli. E non a caso Urbano Cairo, editore del gruppo Rcs, si è indirettamente proposto come partner ideale di Mediaset essendo stato negli anni 80 l’assistente personale di Silvio proprio quando la Tv commerciale stava facendo i suoi esordi in Italia. Ma le avances sono state rispedite al mittente e per il momento c’è la netta sensazione, trasmessa anche all’esterno, che i figli Berlusconi abbiano tutta l’intenzione di proseguire a testa alta nell’avventura imprenditoriale che il padre ha tracciato. In primo luogo si sono messi intorno a un tavolo per cercare di trovare un accordo sull’eredità, rispettando le volontà del padre che fin dal 2006 ha messo nero su bianco che la maggioranza del suo impero fosse gestita dai figli di primo letto, Marina e Pier Silvio. Un accordo potrebbe prevedere anche una divisione di alcune attività tra i figli, ma non dovrebbe essere messo in discussione che Marina continuerà a sovrintendere sulla holding Fininvest e sulla Mondadori mentre Pier Silvio continuerà a guidare Mediaset, da poco ribattezzata Mfe (MediaforEurope) con il trasferimento della sede in Olanda. E dunque toccherà al secondogenito indicare la strada futura del gruppo televisivo, come del resto sta già facendo da anni, dato che Silvio al momento della discesa in campo del 1994 abbandono i ruoli di gestione manageriale anche se continuo a proteggere il suo gruppo con leggi ad hoc in conflitto di interessi.

Pier Silvio ha cominciato la carriera a Publitalia, poi ai palinsesti di Italia 1, quindi ha assunto la responsabilità dei programmi di tutte e tre le reti Mediaset. Dunque è un manager che si è formato una specializzazione sui contenuti televisivi. È diventato vicepresidente nel 2000 e dal 2015 è anche amministratore delegato. Nel 2007 ha un’intuizione importante, Mediaset deve rafforzarsi nella produzione di contenuti televisivi che saranno l’oro degli anni seguenti e compra Endemol, che in quel momento è leader in Europa nella produzione di contenuti. Ma l’operazione vale 2,6 miliardi ed è condotta con un’eccessiva leva finanziaria. Così nel 2011 Mediaset è costretta a cederla agli hedge fund che avevano comprato il debito di Endemol. Da lì in poi Mediaset non avrà più il focus sulla produzione di contenuti ma continuerà a essere una società di distribuzione televisiva e in questo ambito Pier Silvio decide sia giunto il momento di riprovare con la pay tv, dopo che agli inizi degli anni 90 suo padre non riuscì a imporre Telepiù sul mercato. Mediaset Premium lancia il guanto di sfida a Sky, con una politica aggressiva di acquisizione dei diritti sul calcio, in particolare la Champions League. Ma anche in questo caso la scommessa è azzardata e i Berlusconi cercano di riparare alle perdite attraverso un accordo coni francesi di Vivendi per un progetto di Netflix europea. Siamo nell’aprile 2016 e la partnership con Vivendi morirà qualche mese dopo, a fine luglio, quando Vincent Bolloré getta la maschera e comincia a scalare in Borsa Mediaset, il suo vero obbiettivo. Ma la difesa dei figli e del padre all’azienda di famiglia è strenua e dopo cinque lunghi annidi battaglie legali, durante i quali i progetti di crescita vengono accantonati, finalmente nel luglio 2021 arriva la pace e Pier Silvio pub mettere le basi al suo progetto di tv paneuropea. La Mfe olandese si propone di diventare un polo di aggregazione per altre W europee alla ricerca di sinergie. La crescita impetuosa degli streamers, a partire da Netflix, ma anche Amazon, Disney Plus, Apple, che conquistano ascoltatori a colpi di abbonamenti da 10 euro al mese, fa sembrare la tv generalista basata sulla pubblicità uno strumento fuori moda.
(Continua su La Repubblica Affari & Finanaza)

 

 

 

 

 

 

(Nella foto MfE)