Pubblicato il 10/07/2023, 17:01 | Scritto da La Redazione
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Ubaldo Livolsi: Pensavamo che i social avrebbero ucciso la Tv, dobbiamo ricrederci

Ubaldo Livolsi: Pensavamo che i social avrebbero ucciso la Tv, dobbiamo ricrederci
Oggi Livolsi, che da anni si è costruito, con la Livolsi and partners, un ruolo da advisor finanziario di alto livello è un punto di riferimento per questo settore di business che ha sempre continuato a seguire. Così la sua intervista a Economy.

LIVOLSI: «IL FUTURO DELLE TV DOPO BERLUSCONI? ROSEO, NONOSTANTE IL WEB. MA SERVONO CONTENUTI»

Economy, di Segio Luciano, pag. 12

Oggi Livolsi, che da anni si è costruito, con la Livolsi and partners, un ruolo da advisor finanziario di alto livello è un punto di riferimento per questo settore di business che ha sempre continuato a seguire. Degli scenari più che altro “gossippari” apertisi nelle cronache borsistiche dopo la dipartita del Cavaliere non parla, ma delle scelte cruciali che attendono il settore televisivo, e quindi Mediaset tra pochi altri in Europa, sa parlare con la massima proprietà.

Quindi la tv prospererà ancora? Non sarà uccisa dai social? I giovani la guarderanno? Oggi non to fanno!

Se si va a vedere quel che è successo negli ultimi anni… in cui tutti abbiamo parlato tantissimo dei social, dicendo appunto che avrebbero ucciso definitivamente la Tv, dobbiamo ricrederci. Oggi, anzi, vediamo che in tutto il mondo vengono messi fortemente in discussione proprio i social. l ultimo orribile episodi dei cinque youtuber che hanno travolto un’auto uccidendo un bambino scuote le coscienze ma è solo l’ennesimo segnale di un degrado grave. Stiamo accorgendoci che c’è un mondo dove non è più così sicuro che i giovani seguiranno in futuro solo questo modello di comunicazione, anche tenendo conto che sarà sempre più regolamentata. Molto del di Sergio Luciano lappeal dei social sta sfumando, mentre sta montando l’attenzione per l’impatto sui media dell’intelligenza artificiale.

Ovvero?

Le prime applicazioni dell’intelligenza artificiale generativa risalgono al 2015, a Hollywood, e gravitano attorno alla produzione di contenuti semiautomatica e a basso costo. Ci provarono alcuni produttori, per calmierare la filiera delle forniture creative. Oggi lo fanno in Tanti e per converso si registra una diminuzione del focus sui social. Per i grandi investimenti pubblicitari fatti sui social, i ritorni non sono stati così eclatanti né così misurabili, com’erano e sono nel mondo delle tv, di cui si conoscono i contatti e si misurano i rotorni. Adesso è tutto assai meno preciso e certe scelte di consumo sono più che altro orientate dagli influencer. Ma si inizia a capire che anche il loro ruolo è in declino. Peraltro è un’altra categoria che conoscerà una regolamentazione. Restrittiva Abbiamo visto la proposta di Calenda… ma ci sono tante opinioni convergenti in questo senso, tutto concorrerà a ridimensionare il ruolo degli influencer.

Però sta di fatto che oggi i teenager la tv non la guardano…

Occorrerà creare contenuti capaci di attrarre anche i giovani. Ma si può fare!

Davvero lo crede? E Le viene in mentre qualche esempio?

l’esempio di Fiorello, molto caratterizzante, come fu quello di Arbore prima alla radio e poi in W. Oggi Fiorello riesce a parlare agli anziani come anche ai giovani e a produrre contenuti adatti ad essere fruiti su tutte le piattaforme, dallo smartphone al grande schermo…

E in questo contesto attraente, come vede Mfe-Mediaset, al netto dei gossip, ma proprio dal punto di vista industriale?

Il vero punto che riguarda anche Mfe-Mediaset si riassume in una domanda: i grandi gruppi televisivi saranno in grado di creare quei contenuti innovativi che vadano bene per tutti, in Italia, in Usa, in Francia, e sviluppino quindi le necessarie economie di scala, in modo da spalmare i costi? Pensiamo ai contenuti di carattere locale. Siamo tutti d’accordo che la carta stampata è in crisi ma i contenuti di livello locale sono ancora importanti perché le notizie internazionali e nazionali le leggi ovunque ma l’interesse specifico per quelle locali puoi soddisfartelo solo sui giornali locali. Qualcosa di analogo va previsto per le Tv. Il ruolo di Mfe sarà quello di produrre contenuti importante però specializzati a livello locale, a volte da sola a volte in collaborazione con i grandi player internazionali ma anche per servire un’audience che è essenzialmente nazionale. Quindi a chi mi chiede se c’è ancora un futuro per la Tv rispondo che può esserci se gli editori televisivi saranno in grado di produrre contenuti originali capaci di coinvolgere vecchi e bambini.

Connotati localmente…

Sì, e comunque al riparo dall’estrema massificazione che sono orientati a fare i i grandissimi gruppi internazionali. Un mercato di nicchia può ancora portare guadagni e rivelare capacità di sviluppo. La tecnologia è solo agli inizi di un cambiamento che renderà molto economico tradurre, postprodurre… bisogna essere bravi e innovativi, e lo spazio si trova Differenze tra mercato europeo e americano? Tante! Per esempio, sull’intelligenza artificiale negli Usa sono state date indicazioni precise per gli operatori pubblici ma lasciando totale libertà a quelli privati, mentre già l’Unioone Europea sta mettendo vincoli importanti anche ai privati. l intervento del legislatore sarà pesante e determinante.
(Continua su Economy)

 

 

 

 

 

(Nella foto Ubaldo Livolsi con Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri)