Pubblicato il 22/06/2023, 13:03 | Scritto da La Redazione
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Rai3: la carica degli outsider

Rai3: la carica degli outsider
Chissà se Bruno Vespa se ne avrà a male. Per anni è stato lui il re dei conduttori Rai, l'asso pigliatutto della televisione pubblica. Tanto da conquistare la pregiata striscia quotidiana dopo il Tg1 delle 20. Mossa decisa a febbraio dall'ex ad Carlo Fuortes per ingraziarsi la presidente del Consiglio, di cui Vespa è diventato consigliere principe, e provare a fermare (invano) i siluri contro di lui. Così su Repubblica.

Da Sottile a Facci è occupazione sovranista Assedio al fortino di Rai3

Repubblica, di Giovanna Vitale, pag. 10

Chissà se Bruno Vespa se ne avrà a male. Per anni è stato lui il re dei conduttori Rai, l’asso pigliatutto della televisione pubblica. Tanto da conquistare — in aggiunta all’intramontabile Porta a Porta e ancor prima dell’avvento dei sovranisti al vertice di Viale Mazzini — la pregiata striscia quotidiana dopo il Tg1 delle 20. Mossa decisa a febbraio dall’ex ad Carlo Fuortes per ingraziarsi la presidente del Consiglio, di cui Vespa è diventato consigliere principe, e provare a fermare (invano) i siluri contro di lui. Ora che pert) il tandem Sergio-Rossi si è insediato, in tempo per varare i primi palinsesti dell’era Meloni che lunedì verranno illustrati in Cda, ecco farsi largo un esercito di volti nuovi o semi-nuovi, tutti riferibili a una precisa area politica, in grado di dare il senso della svolta: un cambio di stagione destinato a mutare verso all’informazione e pure all’intrattenimento dopo decenni di presunta egemonia culturale della sinistra. Bersaglio principale: il fortino di Rai3, che in un’ottica di normalizzazione verrà colonizzato dai corifei della destra. In realtà piazzati ovunque già da un po’ — basti pensare alla Monica Setta cara a Salvini che guida tra tv e radio ben sei programmi, tutti confermati — secondo una strategia mirata a moltiplicare le trasmissioni d’approfondimento e a infarcire di fedelissimi pure quelle più leggere: vedi Pino Insegno all’Eredità, il preserale dell’ammiraglia campione di ascolti. Una specie di sostituzione etnica che si nutre di esterni, in barba ai mille giornalisti Rai pagati con i soldi del contribuente, sintetizzabile in due new entry: Filippo Facci, editorialista di Libero, cui verrà affidata una striscia quotidiana prima del Tg2 delle 13 — Ifatti del giorno, sorta di almanacco del nuovo potere — e Roberto Inciocchi che da Sky traslocherà a Rai3 per prendere le redini di Agorà.

Ed è proprio la terza rete quella su cui la mano sovranista calerà più pesante. In modo che alle opposizioni non resti neppure l’ultima ridotta, già azzoppata dagli addii di Fabio Fazio e Lucia Annunziata. Una decina gli innesti di fede governativa — da Salvo Sottile a Pietrangelo Buttafuoco — pronti a cancellare ogni sfumatura di rosso da TeleKabul. Tutte le mattine dal lunedì al venerdì, dopo l’Agora di Inciocchi — l’anchor che intervistò Giorgia Meloni alla kermesse per il decennale di Fratelli d’Italia — andrà in onda una nuova striscia condotta da Annalisa Bruchi, collaboratrice Rai da molti anni e moglie di Mario Valducci, ex parlamentare di Forza Italia, fra i fondatori del partito berlusconiano. Domenica pomeriggio toccherà a Monica Maggioni prendere il posto di Annunziata, con un format però molto più breve per tenere alto lo share. Ma il vero colpo di scena arriverà a seguire: a Rebus, il programma culturale fin qui condotto da Giorgio Zanchini insieme a Corrado Augias, dovrebbero infatti sbarcare tre campioni della destra tricolore — Pietrangelo Buttafuoco, Marcello Veneziani ed Alessandro Giuli — che si alterneranno per un mese ciascuno, uno dopo l’altro a rotazione, a fianco di Zanchini. Così da garantire quel cambio di narrazione anche in un settore, la cultiura, che i sovranisti si son messi in testa di occupare. Sempre di domenica, pert) alla sera, laddove per anni c’è stato Fazio, verrà trasmesso Report di Sigfrido Ranucci. Il quale da febbraio sarà sostituito da Salvo Sottile, ex star di Mediaset.
(Continua su Repubblica)

 

 

 

 

 

(Nella foto Agorà)