Pubblicato il 19/06/2023, 13:02 | Scritto da La Redazione

Vivendi fa spesa in tutto il mondo. La prossima sarà MfE?

Vivendi fa spesa in tutto il mondo. La prossima sarà MfE?
Il socio parigino del Biscione si sta riposizionando sui media. Dopo Lagardère (Hachette, Paris Match) potrebbe rilevare l'americana Simon e Schuster. E può essere una tentazione l'acquisto di MfE, magari da fondere con Tim. Di certo niente sarà come prima. Così Stefano Montefiori su L'Economia del Corriere della Sera.

Ma quanto compra Vivendi? L’estate calda del clan Bollorè

L’Economia del Corriere della Sera, di Stefano Montefiori, pag. 9

La campagna d’Italia di Vivendi potrebbe conoscere una nuova fase dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi, sopraggiunta negli stessi giorni in cui Bruxelles dava finalmente il via libera all’acquisizione del gruppo Lagardère. Vista da Parigi è questa per il momento la svolta decisiva, che permette a Yannick Bolloré di dispiegare la sua visione, riorganizzare tutta la strategia media in vista di un lancio dopo l’estate, e segnare con la sua personalità un gruppo Vivendi nel quale il padre Vmcent continua ad avere un ruolo. Perlomeno di influente consigliere, anche dopo essere uscito definitivamente dalla governance lo scorso aprile, a 71 anni.. II riassetto Il 43enne Yannick è stato gradualmente cooptato ai vertici del potere ed è ormai il leader a tutti gli effetti, chiamato a integrare al meglio il gruppo Lagardère che era da tempo nelle mire di Vivendi. Venerdì g giugno, appena due giorni prima della morte di Berlusconi, dopo due anni di trattative, la Commissione europea ha autorizzato Vivendi ad assorbire l’ex concorrente Lagardère, a condizione di cedere la casa editrice Editis (numero 2 in Francia) e la rivista popolare Gala per evitare una concentrazione eccessiva. Editis potrebbe andare al miliardario ceco Daniel Kretinsky, lasciando così Vivendi libera di sfruttare tutto il potenziale editoriale di Lagardère: ovvero il gruppo Hachette (terzo editore mondiale) e i settimanali Paris Match e Le Journal du Dimanche. L’acquisizione di Lagardère è un passo fondamentale nel riposizionamento della famiglia Bolloré sui media e sull’editoria. «Si scrive una nuova pagina di storia», ha detto Yannick Bolloré. Hachette Livre, al cui interno convivono marchi prestigiosi come Grasset, Fayard, CalmannLévy e Stock, permetterà a Vivendi di competere a livello europeo con la tedesca Bertelsmann, altro gruppo familiare di libri e media audiovisivi. Arnaud Lagardère ha inviato un messaggio ai dipendenti rallegrandosi di lavorare con «un amico, Vmcent Bolloré, che di recente è stato ingiustamente messo sotto accusa».

Arnaud Lagardère si riferisce alla svolta editoriale che Vincent Bolloré ha impresso ai suoi media, in particolare alla Tv CNews, diventata negli ultimi anni una specie di FoxNews alla francese con il sostegno al candidato di estrema destra Eric Zemmour e, più in generale, alle idee conservatrici e reazionarie. All’inizio del 2022, durante un’audizione in Senato, Vincent Bolloré ha respinto il sospetto di usare i propri media in appoggio a un progetto di società che oltrepassa le sue aziende. «Non faccio politica», ha dichiarato. Suo figlio Yannick difende la «libertà di espressione» ma sembra meno convinto del possibile ruolo militante del futuro impero mediatico-editoriale. Prima bisogna costruirlo, attraverso un progetto «di profonda trasformazione» internazionale del gruppo: Vivendi pascerà da 38 mila a 66 mila dipendenti nel mondo, e da io miliardi a 17 miliardi di ricavi. Una volta perfezionata la vendita di Editis, la nuova Vivendi potrà di nuovo rivolgersi al caso Simon e Schuster, la grande casa editrice americana tornata disponibile dopo che la giustizia americana alla fine del 2022 ha bocciato l’acquisizione da parte di Bertelsmann per 2,2 miliardi di dollari. Il miliardo e 800 mila dollari offerto da Vivendi alla proprietà Paramount a questo punto potrebbe bastare, e dopo Hachette (via Lagardère), Vivendi potrebbe mettere a segno un altro colpo internazionale. Gli ostacoli In questo contesto di riorganizzazione e di rilancio a livello mondiale la partita italiana potrebbe avere un ruolo di primo piano, ma ci sono molti ostacoli, che Vivendi per il momento preferisce non commentare.
(Continua  su L’Economia del Corriere della Sera)

 

 

 

 

 

(Nell’immagine il logo Vivendi)