Pubblicato il 15/06/2023, 13:02 | Scritto da La Redazione

L’eredità di Berlusconi vista da Le Monde

L’eredità di Berlusconi vista da Le Monde
Lunedì 12 giugno, all'età di 86 anni, il futuro del suo impero dei media e delle comunicazioni è rimasto in bilico. La morte del Cavaliere, il cemento del clan familiare, potrebbe causare dissensi e indebolire il gruppo, gestito dai figli. Così Ol. Bo. e Brice Laemle su Le Monde.

La scomparsa del magnate dei media rende fragile il suo impero

Le Monde, di Ol. Bo. e Brice Laemle, pag. 2

Lunedì 12 giugno, all’età di 86 anni, il futuro del suo impero dei media e delle comunicazioni è rimasto in bilico. La morte del Cavaliere, il cemento del clan familiare, potrebbe causare dissensi e indebolire il gruppo, gestito dai figli. Mentre i figli maggiori, Marina e Pier Silvio Berlusconi – che dirigono rispettivamente il gruppo editoriale Arnoldo Mondadori Editore e le reti televisive – sono coinvolti nelle aziende di famiglia, ciò è meno vero per gli altri tre figli, nati da seconde nozze. “Mediaset deve rimanere in mani italiane”, aveva avvertito Alfredo Messina, ex manager di Fininvest, poche ore dopo la morte del patriarca, quasi a sottolineare che il futuro dell’impero mediatico costruito da Berlusconi era in pericolo. È attraverso questa holding di famiglia, creata nel 1975, che Berlusconi controllava diversi canali televisivi in Italia e in Spagna, riuniti nel gruppo Mediaset (che diventerà MediaForEurope nel 2021), nonché Mondadori, il più grande editore italiano di riviste. Alla notizia della sua morte, lunedì mattina, i suoi canali televisivi, Rete 4, Canale 5 e TGcom24, hanno modificato i loro palinsesti per rendergli omaggio. E, per una volta, senza interruzioni pubblicitarie. Grazie alla produzione di contenuti propri, film e documentari, Canale 5, il principale canale privato italiano, si è affermato come il rivale numero uno di Rai Uno, lo storico canale del servizio pubblico. In più occasioni, il gruppo MediaForEurope ha tentato offerte di acquisto per Rai Way, la società proprietaria delle antenne di trasmissione della televisione pubblica. Finora senza successo. Difficile internazionalizzazione Nel 2009, il documentario satirico Videocracy di Erik Gandini ha mostrato la grande impronta che Silvio Berlusconi ha lasciato sul panorama mediatico italiano, portando i talk show nelle case degli italiani e utilizzando i media per le sue ambizioni politiche. Prima di arrivare al potere, è stato approfittando della deregolamentazione del settore finanziario che l’imprenditore ha sviluppato la società Fininvest e ha fondato gran parte della fortuna di famiglia, oggi stimata in 6,9 miliardi di dollari (64 miliardi di euro) dalla rivista Forbes. La sua unica condanna – una pena detentiva di un anno nel 2013 per un caso di frode fiscale – riguarda il suo impero Mediaset. Per resistere alle piattaforme americane, il gruppo ha cercato di internazionalizzarsi, ma non senza difficoltà.

Nel 2016, il tentativo di Mediaset di fondersi con Vivendi per creare una “Netflix latina” si è trasformato in una guerra economica tra Vincent Bollore e Silvio Berlusconi. Lo scontro è stato segnato dall’irruzione fulminea dell’imprenditore francese in Mediaset nel dicembre 2016, quando ha acquistato il 28,8% del suo capitale. Dopo cinque anni di battaglie legali, i due gruppi hanno infine risolto il caso ritirando la denuncia. “Il contributo di Silvio Berlusconi al mondo dei media e il suo spirito imprenditoriale hanno lasciato un segno indelebile”, ha dichiarato il gruppo francese, mentre le tensioni con il gruppo di Bolloré hanno lasciato un sapore amaro in Italia. Proseguendo nella sua strategia di consolidamento, MediaForEurope ha continuato a moltiplicare le operazioni di fusione e acquisizione. All’inizio di maggio è stata completata l’acquisizione della sua controllata spagnola Mediaset, mentre il 19 maggio MFE ha annunciato di aver aumentato la sua partecipazione nella società di media tedesca ProSiebenSat.1 a quasi il 29%. Il gruppo Berlusconi, con sede ad Amsterdam, non fa mistero della sua ambizione di entrare nel mercato francese, nonostante il fallimento del Cavaliere con il canale televisivo La Cinq (1986-1992). Nell’ottobre 2022, Xavier Niel (fondatore di Free e azionista individuale di Le Monde) e MFE hanno presentato un’offerta congiunta per M6, prima che il gruppo tedesco Bertelsmann decidesse di non vendere la sua partecipazione.
(Continua su Le Monde)

 

 

 

 

 

(Nella foto Silvio Berlusconi)