Pubblicato il 13/06/2023, 13:02 | Scritto da La Redazione

Berlusconi: da TeleMilano all’Europa, la storia del Cavaliere

Berlusconi: da TeleMilano all’Europa, la storia del Cavaliere
Nell'ultima sfida di Silvio Berlusconi sul fronte Tv lo si è visto incrociare le lame con Vincent Bolloré: l'amico passato nella schiera dei nemici dopo aver tentato l'assalto alla fortezza Mediaset nel 2016. Così Andrea Biondi su Il Sole 24 Ore.

Da Telemilano a tv paneuropea: tutte le sfide di Sua Emittenza

Il Sole 24 Ore, di Andrea Biondi, pag. 4

Nell’ultima sfida di Silvio Berlusconi sul fronte Tv lo si è visto incrociare le lame con Vincent Bolloré: l’amico passato nella schiera dei nemici dopo aver tentato l’assalto alla fortezza Mediaset nel 2016. Il cavallo di Troia era stata quella Mediaset Premium che Vivendi aveva, ad aprile di quell’anno, accettato di comprare a fronte di un’entrata in Mediaset (e conseguente entrata di Mediaset nel gruppo francese) al 3,5%. La piattaforma pay di Cologno a luglio dello stesso anno fu però ripudiata sull’altare dalla media company francese che lamentò «divergenze significative nell’analisi dei risultati». Al muro di Mediaset seguì, negli ultimi mesi di quell’anno, l’ascesa di Vivendi nel capitale di Mediaset con una “scalata” che in casa Berlusconi suscitò resistenze rafforzate dal fatto che in quel periodo proprio Silvio Berlusconi era alle prese con una delicatissima situazione cardiaca. Quello che ne è scaturito è stato uno scontro andato avanti per cinque anni fino alla pace raggiunta a metà 2021, dopo una battaglia che Cologno e Parigi hanno condotto nei tribunali di mezza Europa. È partito da li il processo di espansione “paneuropea” che Pier Silvio Berlusconi, secondogenito di famiglia e ad di Mediaforeurope (nuovo nome della holding di Cologno ideato proprio per portare avanti il suo progetto di “internazionalizzazione”) ha battezzato come essenziale per far fronte alla concorrenza dei colossi del web (che fanno incetta di pubblicità) e dei giganti dello streaming (che fanno incetta del tempo dello spettatore-diente-target pubblicitario). Dal monopolio al duopolio A ogni modo, non si può non riconoscere che la storia di “Sua Emittenza”, se si guarda allo sviluppo di Mediaset e delle attività televisive, è quella di un percorso fatto di sfide, sempre sul limite, in un mondo Tv che dal monopolio è approdato al duopolio proprio grazie alle reti di quella che sarà la galassia Fininvest. Berlusconi è indubbiamente l’uomo che ha scommesso sulla Tv commerciale attraverso laliberalizzazione dei contenuti televisivi. Ha fatto rinascere i quiz televisivi (Telemike), ha spinto sulla Tv dei format (Grande Fratello), ha dato vita al primo Tg alternativo alle testate Rai offrendo a un gruppo di giovani giornalisti capitanati da Enrico Mentana la possibilità e la libertà di creare un nuovo modo di fare informazione.

Ha senz’altro aperto l’Italia a logiche di internazionalizzazione del linguaggio televisivo. Si può obiettare scendendo nel merito sulla qualità di certe scelte, ma il valore storico di questa evoluzione è indiscutibile, con impatto sulla stessa Tv di Stato: antagonista e poi in molti casi concorrente di tendenze nate o importate da Mediaset. Tutto è partito da Telemilano che Silvio Berlusconi comprò nel 1976 per una lira ma facendosi carico di tutti i debiti dai proprietari Giacomo Properzj e Alceo Moretti. Dopo l’acquisto ci fu la ricapitalizzazione per 200 milioni e la trasformazione in Canale 5. L’occasione arrivò da quella Milano 2, cablata, che permise a Telemilano di fare da Tv di “condominio” per poi trasformarsi nel seme di un gigante che oggi conta in Italia 16 canali monitorati da Auditel. Nell’ultimo periodo il gruppo ha aggiunto una rete ogni due anni: il “20” nel 2018, “Cine34” nel 2020, “Twentyseven” nel gennaio 2022, anno in cui ha dismesso i canali Premium dedicati a film e serie tv. I canali monitorati dalla Rai sono 13. Arrivare sin qui è voluto dire scardinare tutto un sistema. È stata poi di certo preziosa per i destini di Mediaset l’ormai appurata amicizia fra Silvio Berlusconi e il leader socialista e allora presidente del Consiglio, Bettino Craxi. A livello normativo il passaggio essenziale è stata la sentenza 202/1976 della Consulta che ha spalancato alle emittenti locali la porta dell’editoria Tv (cui veniva data la possibilità di utilizzare l’etere). La cronologia essenziale della scalata televisiva di Silvio Berlusconi parte comunque dalla fondazione nel 1978 di Fininvest, la holding che coordina tutte le attività, e nel 1979 di Publitalia, incaricata di vendere gli spot su Canale 5. Dal 1981 la svolta: le emittenti locali acquisite dal Cavaliere sono usate come se fossero un’unica rete nazionale, anche se non in diretta, ma con cassette mandate in onda in contemporanea Nel 1982 il gruppo acquista Italia 1 dall’editore Rusconi e due anni dopo Rete 4 da Arnoldo Mondadori Editore. Ma i pretori di Pescara, Roma e Torino oscurano le reti Fininvest per violazione della legge che proibisce alle reti private di trasmettere su scala nazionale. Il governo Craxi interviene con un decreto ad hoc e nel 1990 la legge Mammì riesce a sanare definitivamente la situazione stabilendo la plena legalità della diffusione a livello nazionale di reti private e introducendo il limite proprietario di massimo tre canali: è l’ufficiali7zazione del “duopolio” Rai-Fininvest.
(Continua su Il Sole 24 Ore)

 

 

 

 

 

(Nella foto Silvio Berlusconi)