Pubblicato il 09/06/2023, 13:02 | Scritto da La Redazione
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Rai: sul canone è tutti contro Lega

Rai: sul canone è tutti contro Lega
Tra canone, pluralismo e palinsesti, la Rai sovranista rischia di essere in difficoltà ancora prima di partire. A preoccupare i vertici Rai — la presidente Marinella Soldi, l'amministratore delegato Roberto Sergio e il direttore generale Giampaolo Rossi — è infatti la base economica con cui finanziare i cambiamenti del servizio pubblico che hanno in mente. Così su Domani.

I vertici Rai contro il taglio del canone E la Lega si spacca

Domani, di Lisa Di Giuseppe, pag. 2

Tra canone, pluralismo e palinsesti, la Rai sovranista rischia di essere in difficoltà ancora prima di partire. A preoccupare i vertici Rai — la presidente Marinella Soldi, l’amministratore delegato Roberto Sergio e il direttore generale Giampaolo Rossi — è infatti la base economica con cui finanziare i cambiamenti del servizio pubblico che hanno in mente. La Lega non sembra infatti voler demordere sulla proposta di rimuovere il canone dalla bolletta. Durante i loro interventi di fronte alla commissione di Vigilanza Rai, Soldi, Sergio e Rossi hanno spiegato che lo spostamento dell’imposta altrove procurerebbe grave danno alla situazione economica della Rai, già in una posizione negativa netta. Quando il canone si pagava ancora con il bollettino, ha detto Sergio, si registrava «un’evasione del tributo nell’ordine del 30 per cento». Una cifra che vale tra i 300 e i 400 milioni di euro in meno in un bilancio in negativo già per 600 milioni. Insomma, il servizio pubblico non si può permettere questo taglio di risorse: Fratelli d’Italia ne è ben consapevole, come dimostrano le parole che hanno scelto i vertici meloniani, senza dubbio concordando prima i termini da usare con le alte sfere del partito. Dalla sede in via della Scrofa guardano gli alleati leghisti con atte nzione, ma ancora, dicono, non c’è nessuna proposta concreta di cui discutere. I problemi della Lega Anche perché il Carroccio è spaccato in due. Il segretario Matteo Salvini ha sposato l’intuizione del suo responsabile editoria e innovazione tecnologica.

È infatti Alessandro Morelli ad aver proposto la cancellazione del canone dalla bolletta come volano per raccogliere consensi in vista delle elezioni europee del 2024. Gli alleati sono scettici sulla reale capacità di attrarre voti di una manovra simile, ma anche internamente alla Lega non tutti condividono la proposta. Si stanno quindi cercando alternative: qualcuno ha proposto un taglio progressivo nel tempo, qualcun altro chiede di spostare l’imposta su una tassa meno soggetta all’evasione come quella sul lavoro dipendente. Tutti gli occhi sono puntati su Giancarlo Giorgetti, che da titolare del ministero dell’Economia avrà l’ultima parola sulla scelto dello strumento. Intanto, però, i leghisti fanno scoppiare il caso politico. Il senatore Giorgio Maria Bergesio durante l’audizione non è andato per il sottile: «Il nostro obiettivo è e rimane quello di ridurre il canone Rai, che oggi è a spese degli italiani, fino al suo totale azzeramento». Eppure, tagliare il denaro che fluisce nelle casse della Rai, ma anche dei fondi a sostegno per l’editoria, non è cosa facile. Di fronte alla riduzione del gettito fornito dai contribuenti, andrebbero infatti allentati i vincoli che oggi limitano la raccolta pubblicitaria della Rai: se viale Mazzini sbarcasse sul mercato come concorrente a pieno titolo, è il timore, lo scossone metterebbe in seria difficoltà anche realtà come La7 e Mediaset. Uno scenario a cui da Forza Italia guardano con una certa preoccupazione.
(Continua su Domani)

 

 

 

 

(Nella foto Matteo Salvini a Cartabianca)