Pubblicato il 08/06/2023, 19:03 | Scritto da La Redazione

Adriano Pappalardo: La Tv non mi piace più

Adriano Pappalardo: La Tv non mi piace più
rovino alla Numero Uno in Galleria del Corso a Milano. Tre stanze più ,ingresso. Mi accoglie Claudio Fabi, papà di Niccolò. "Lucio non lo chiamo sennò si arrabbia". Si mette al pianoforte. "Cantami Yesterday alla tua maniera". Così l'intervista a Giovanna Cavalli per il Corriere della Sera.

«Io e Battisti a fare surf, non l’ho mai visto così felice. Renato Zero era mio fan e mi chiese una foto insieme»

Corriere della Sera, di Giovanna Cavalli, pag. 25

(…)

Nel 1972 fece furore al Festivalbar con “E ancora giorno” di Mogol-Battisti.

«In sala di incisione cantavo a occhi chiusi, concentrato. A un tratto sentii una voce in tre tonalità più alte. Mi voltai, era Lucio. Poi però voleva cancellarla. “Non solo ti regalo il pezzo ma pure il coretto? Ma vaff… va”. Alla fine la lasciò. E si piazzò seconda in una hit parade piena di brani di Battisti, dietro a I giardini di marzo. E Lucio: “A’ Pappafi, mica vorrai arrivare primo eh?”».

Diventaste inseparabili.

«Abitava a cento metri da me. Andavamo a fare surf a Bracciano, lui era bravo, ma restava sempre vicino alla riva. Un giorno gli proposi di arrivare ad Anguillara. “Sei matto?” Aveva paura che cadessi e affogassi. Ce l’abbiamo fatta. E non l’ho mai visto così felice».

Lo convinse a correre.

«Lucio era piazzatello, aveva le gambe grosse, io già correvo la 10 km. “Puoi farlo anche tu, ti alleno io!”. “No che mi viene l’infarto!”. Si convinse. Dopo due mesi si presentò con una ruota conta metri. Ai 5 km mi abbracciò.»

Negli stud della Rca conobbe un sacco di gente

«Lucio Dalla suonava il piffero e faceva strani vocalizzi.Claudio Baglioni cantava le stornellate: “Me so magnato er fegato…”. Una sera, al Cenacolo, ritrovo per artisti, vidi Ennio Melis giocare a carte con un capellone con i Ray: Ban. “Ma chi e?”, chiesi. “Venditti, ha scritto un pezzo forte, Roma Capoccia, questo stonda”. Antonello è uno del due amici veri nella musica. Tempo fa l’ho incontrato a via Cola di Rienzo, lui a piedi io in auto, dietro c’era il dobermann di mia moglie, che gli ad è lanciato addosso. “Ahò,a momenti me stacca ‘na mano”»

L’altro è Renato Zero.

«A una presentazione per la stampa arrivò questo tizio vestito di pizzo, lo guardavano tutti ridendo. Mi si avvicinò al trucco. “Ciao, mi chiamo Renato, sono un tuo ammiratore facciamo una foto insieme?”. Da allora diventammo amici. Quando è nato mio figlio Laerte voleva fargli da padrino, poi l’ho battezzato io al mare, senza prete. Un giorno stavo al semaforo con la mia Harley, un tipo su una Smart mi suonava il clacson, mi sono girato pronto a mandarcelo. “Non mi riconosci, so’ Renatino!”»

Non c’è Adriano senza “Ricominciamo”.

«Era il 1979, venivo da quattro anni di insuccessi, non mi voleva più nessuno. C’era questa musica. Luigi Albertelli mi chiese: “Cosa vorresti dire?”. “Vorrei aprire una finestra e mandare tutti affan…o”».

«E lasciami gridare/Lasciami sfogare/lo senza amore non so stare».

« Ho venduto 5 milioni di copie. Con la versione spagnola Recomencemos ho battuto Julio Iglesias».

Al cinema debuttò con “A tu per tu” di Sergio Corbucci con Dorelli e Villaggio

«In una scena dove cacciare di casa Villaggio prendendolo per un orecchio. Non regolai bene la forze. “Ahi! A momenti me lo stacchi”, urlò Paolo. Sul set di Riminf Rimini incontrai Laura Antonelli, una dea. Le confessai: “‘Ti amo, ma sono sposato”».

Ex suocero di Selvaggia Lucarelli. Come va tra voi?

«Quando mio figlio mi annunciò che si sposava, gli ho detto: “Io non metto il dito”. I primi due anni tutto bene, poi c’è stato qualche scontro, ma ora le voglio un gran bene, è la madre di mio nipote Leon, guai a chi me la tocca”».

E con Leon?

«Ha voluto che gli cantassi Ricominciamo sul telefonino per tre compagne di classe e il professore. “Nonno, sono tutti tuoi fan”».

In tv va poco e niente.

«Non mi piace più, ci sono solo reality e altre putt…e».

Pure lei però andò all’Isola del Famosi”. E fu bandito dalla Ra1 dopo un litigio trash con Antonio Zequila a “Domenica In”

«Fu colpa sua, urlò che voleva tagliarmi la gola. E di Mara Venier, che lo lasciò fare per il 25 per cento di share. Io ho avuto il meglio, con Baudo e la Carrà. Faccio solo quello che mi va. Ma ai miei concerti è pieno di ragazzini».
(Continua sul Corriere della Sera)

 

 

 

 

 

(Nella foto Adriano Pappalardo)