Pubblicato il 05/06/2023, 15:01 | Scritto da La Redazione
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Canone o non Canone, questo è il dilemma

Canone o non Canone, questo è il dilemma
A sentire Matteo Salvini, il canone Rai non avrà lunga vita: va abolito. «È un impegno preso con gli italiani e lo rispetteremo», ama ricordare il leader della Lega in occasione di ogni campagna elettorale. Deve quindi aver sentito una stonatura nelle parole del nuovo direttore generale della Rai Giampaolo Rossi. Così Federico Capurso su La Stampa

La battaglia del canone

La Stampa, di Federico Capurso, pag. 10

A sentire Matteo Salvini, il canone Rai non avrà lunga vita: va abolito. «È un impegno preso con gli italiani e lo rispetteremo», ama ricordare il leader della Lega in occasione di ogni campagna elettorale. Deve quindi aver sentito una stonatura nelle parole del nuovo direttore generale della Rai Giampaolo Rossi «la Rai è il servizio pubblico che ha il canone più basso in Europa e quindi la capacità di investimento è direttamente proporzionale alle risorse economiche» come se i vertici di viale Mazzini stessero accarezzando l’idea di andare in direzione opposta e il canone, invece di abbassarlo, volessero provare ad aumentarlo. Il Carroccio si è affrettato ad ammonire Rossi: «Ribadiamo l’impegno di ridurre, fino all’obiettivo di azzerare, il canone Rai che oggi è a spese degli italiani». Punto. Il governo, dunque, ha preso questa decisione? Neanche per sogno. Dalle parti di Forza Italia e Fratelli d’Italia, il progetto leghista riceve una bocciatura piena: «Non è nel programma. Il canone non verrà abolito», fanno sapere gli alleati. Neanche lo sforzo di usare un pizzico di diplomazia: il no è netto, senza appello. E così, la battaglia intorno al canone Rai si riaccende. Per Forza Italia, quello di Salvini è un attacco diretto alle aziende della famiglia Berlusconi. Abolire il canone, infatti, obbligherebbe la Rai ad aumentare gli spazi pubblicitari a discapito di Mediaset. E questo, per i forzisti, è forse il più grande affronto che si possa subire da un alleato. Il clima si è riscaldato, senza però incendiarsi, perché in fondo l’intesa costruita in questi mesi con Giorgia Meloni spiegano dal partito del Cav si fonda anche su una sorta di «garanzia» che i gioielli della famiglia Berlusconi verranno per quanto possibile preservati.

E infatti, parlando con La Stampa, il deputato Francesco Filini, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione di Vigilanza Rai, vuole essere il più netto possibile: «Da parte nostra non c’è alcuna volontà di abolire il canone». Per essere ancora chiari: «Il canone non è un tema di cui discutere. Il punto è dare un servizio televisivo all’altezza di quello che i cittadini pagano ed è questa la direzione in cui lavoriamo. Il nostro canone è tra i più bassi d’Europa», sottolinea Filini, riprendendo le parole di Rossi, fortemente voluto da Meloni ai vertici della Rai. Una difesa che prende piede anche da un altro assunto, che nel partito di Meloni mettono in risalto con un certo candore: «Saremmo dei pazzi, ora che siamo al governo e abbiamo appena iniziato a ridisegnare la Rai spiega una fonte del partito di Meloni se decidessimo di impoverirla andando ad abolire il canone». Il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, membro della Vigilanza Rai e uomo di fiducia di Berlusconi quando si tratta di gestire i dossier televisivi, ha una ricetta alternativa: «Razionalizzare le spese, magari cedendo o accorpando alcuni canali della Rai, che sono troppi, e mettere un tetto alla pubblicità, che salvaguarderebbe il pluralismo». Ma questa è una discussione che per Gasparri non andrebbe affrontata ora, con l’amministratore delegato e il direttore generale della Rai in scadenza tra un anno: «Ci vuole fantasia, solidità e un vertice che abbia una prospettiva lunga davanti, che non subisca l’angoscia di dover sopravvivere il giorno dopo». Ecco, tutto questo a un patto: che il canone resti dov’è. «Con la sua abolizione, la Rai dovrebbe cercare più pubblicità e in questo modo rischierebbe di mettere in crisi altre televisioni, altri settori dell’editoria», fa notare Gasparri.
(Continua su La Stampa)

 

 

 

 

 

(Nella foto Matteo Salvini)