Pubblicato il 29/05/2023, 18:42 | Scritto da La Redazione
Argomenti: ,

Pino Insegno e gli amici di Giorgia Meloni

Pino Insegno e gli amici di Giorgia Meloni
In un articolo ironico, Luigi Mascheroni del quotidiano “Il Giornale” traccia un profilo dei nuovi uomini di potere all’interno della Rai. A partire, ovviamente, dal doppiatore-attore romano.

Pino Insegno: gli amici di Giorgia che adesso «Ahó, so’ egggemone!»

Il Giornale, pagina 16, di Luigi Mascheroni.

Che poi, ha notato qualcuno, appena è girata la voce che Pino Insegno avrebbe potuto condurre il prossimo Che tempo che fa, ha piovuto tutto maggio. Via Fabio Fazio, dentro Insegno. Fuori Lucia Annunziata, arriva Serena Bortone. La quale, l’altro giorno, ricorrenza dei 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni, ha citato l’incipit dei Promessi sposi, il celeberrimo Quel ramo del lago di Garda… Se c’è una cosa in cui si distingue la nuova destra di tele, di arraffo e di governo, c’è da dire, è cultura. Con la minuscola. Pino Insegno che prova a fare il Fabio Fazio di destra, Luciana Littizzetto che farà l’imitazione di Pino Insegno da sinistra. Te la do io l’egemonia!

Prepariamoci a una Rai con Pino Insegno alla conduzione di tutto, da Unomattina a Unomattina del giorno dopo, 24 ore su 24; Pio e Amedeo alle News, Mario Adinolfi a RaiVaticano, Massimiliano Finazzer Flory, ala liberale della drammaturgia de droite, a RaiCultura. E Martufello a RaiFiction: «Aò ma proprio io, ma che pe davero davero?». È vero: ormai Pino Insegno è diventato il simbolo della rivalsa della destra che vuole i suoi spazi di potere: programmi, reti, palinsesti, festival, teatri, sale e Saloni; è la destra che per anni si è fatta fregare dalla sinistra sulla mitica «matricola Rai», un escamotage per far lavorare solo chi ha già collaborato una volta, in un circolo vizioso che gira sempre a sinistra, e così addio ai nuovi arrivati. È la destra di vendetta e rappresaglia che pretende un posto al centro dell’arena, dopo anni passati a guardare gli altri dagli spalti. Ave. So’ Caio Gregorio, er guardiano der pretorio, c’ho du’metri de torace, fa’ la guardia nun me piace’…

Come sarà la nuova Rai di destra?

Pino Insegno come nuovo Spartaco, il Liberatore di tutto il lebbrosario in attesa di un contratto in Rai. Nunzia De Girolamo condurrà Estate in diretta, ma pure Autunno, Inverno e Primavera. Monica farà un po’ Rai e un po’ LaSetta, Paola Ferrari si prenderà Rai Sport e RaiPlayboy. Laura Tecce male che vada Rai5, a fare i documentari sugli animali: papere, gatti e underdog. Ed Enrico Montesano è la volta buona che espugna Ballando con le stelle, e la t-shirt della X Mas la impone a tutta la giuria. «Ahó, so’ egggemone!». Io non temo l’egemonia in sé, temo l’egemonia in me, in te, lui, lei, voi. A chi la Rai? «A noi!!». Ce lo meritiamo il busto di Pino Insegno della Gialappa’s. Ma poi, comunque, Pino Insegno se lo merita. Fosse solo per il coraggio. È vero che a Roma basta che entri nello stesso bar in cui Giorgia Meloni sta bevendo un cappuccino in mezzo agli uomini della scorta per poter dire «Ahó, stamattina ho fatto colazione con Giorgia…», però lui donna Giorgia la conosce davvero (e ci vuole l’audacia di un Hobbit a non essere di sinistra in quell’ambiente).

L’amicizia con Giorgia Meloni

A settembre scorso era sul palco in Piazza del Popolo, alla chiusura della campagna elettorale del centrodestra, per presentare con epica tolkeniana la leader Giorgia Meloni, la sua Galadriel: «Ci sarà un giorno in cui il coraggio degli uomini cederà, in cui abbandoneremo gli amici e spezzeremo ogni legame di fratellanza. Verrà il giorno della sconfitta, ma non è questo il giorno». Poi ad Ancona ha condotto l’evento a sostegno del candidato di centrodestra a sindaco. E negli ultimi mesi è stato intercettato più volte fare anticamera tra il Collegio Romano e Palazzo Chigi. Domanda: ma viene prima l’occupazione o l’egggemonia? E così Pino Insegno, professione doppiatore (ma anche attore, comico, conduttore radio e tv), dal quartiere Monteverde alla Terra di mezzo, romano e laziale, partito dalla Premiata Ditta – la sua personalissima Compagnia dell’Anello – e arrivato a scorrazzare per le affollate praterie-prateRai, 63 anni, già amico di Gianfranco Fini e Mauro Mazza (con Gianni Alemanno sindaco rischiò di ottenere la gestione della «Casa dei teatri» di Roma), ha vissuto troppo a lungo nel ruolo di Le marginal, come nel più bel film di Jean-Paul Belmondo (doppiato però da Renzo Stacchi). Ora, dopo anni da eterno secondo, è il momento di prendersi i primi piani: sarà L’Eredità al posto di quel comunista di Flavio Insinna (quello della «nana di merda», a proposito di merito), o sarà il prossimo Festivàl di Sanremo?

 

(Nella foto Pino Insegno)