Pubblicato il 23/05/2023, 15:02 | Scritto da La Redazione
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Quindi, cosa ne sarà della Rai?

Quindi, cosa ne sarà della Rai?
Mancano quarantott'ore alla nuova Rai sovranista. Si accenderà giovedì 25, quando il Consiglio di amministrazione procederà alle nomine dei direttori dei telegiornali e cambierà i vertici delle direzioni di genere. Così Antonio Bravetti e Michela Tamburrino su La Stampa.

La Rai che vedrai

La Stampa, di Antonio Bravetti e Michela Tamburrino, pag. 16

Mancano quarantott’ore alla nuova Rai sovranista. Si accenderà giovedì 25, quando il Consiglio di amministrazione procederà alle nomine dei direttori dei telegiornali e cambierà i vertici delle direzioni di genere. Le trattative, serratissime, sono al rush finale. Fratelli d’Italia e Lega puntano a farla da padrone, un po’ meno Forza Italia. Alle opposizioni restano il Tg3 e Rai Parlamento, con Mario Orfeo e Giuseppe Carboni. Riempiono caselle il nuovo amministratore delegato Roberto Sergio e il neo direttore generale Giampaolo Rossi. Eppure qualcosa potrebbe mettersi di traverso: troppe poche donne ai vertici. Ieri la presidente Marinella Soldi è stata chiara: «Mi auguro che nelle nomine che si faranno la policy perla parità di genere venga applicata sia nell’azienda sia sullo schermo». È quasi certo l’approdo al Tg1 di Gian Marco Chiocci, attualmente direttore dell’agenzia di stampa AdnKronos, fortissimamente voluto dalla premier Giorgia Meloni. Esiste però un partito interno alla Rai (di simpatie rampelliane, raccontano) che non gradisce un esterno e che avrebbe spinto fino all’ultimo per l’attuale direttore del Tg2, Nicola Rao (che ha rifiutato il ricollocamento in radio). Meloni però, amica di Chiocci, è irremovibile. Al Tg2 dovrebbe arrivare l’attuale direttore di Rai Parlamento Antonio Preziosi, sponsorizzato da Forza Italia. Poche, legate soprattutto alle quote rosa, le possibilità che la spunti Angela Mariella, che potrebbe comunque finire al Giornale radio al posto di Andrea Vianello, in trasloco verso San Marino Rtv. Il Movimento 5 stelle lamenta l’ostracismo subito in questi anni e punta alla direzione di Rai Parlamento con Giuseppe Carboni (ex direttore del Tg1 prima della nomina di Monica Maggioni).

Il dialogo con Fratelli d’Italia è avviato. Dicono che Giuseppe Conte avrebbe chiesto Rainews, ma da lì non dovrebbe muoversi il meloniano Paolo Petrecca. Simona Sala, spinta dal Movimento 5 Stelle, è vicina alla direzione del Gr2. Alla Lega, che chiede il Gr per Francesco Pionati, resta la TgR con Alessandro Casarin direttore e Roberto Pacchetti vicario: fra un anno, col primo in pensione, il secondo conquisterà i galloni di direttore. Per Rai Sport salgono le quotazioni di Iacopo Volpi, fronte berlusconiano. Il quadro verrebbe completato dalla nomina di Marcello Ciannamea all’Intrattenimento Prime Time, di Angelo Mellone al Day Time, Paolo Corsini all’Approfondimento e di Nicola Rao alla nuova direzione comunicazione. All’ufficio stampa resterebbe Fabrizio Casinelli, alle relazioni esterne andrebbe Claudia Mazzola, lasciando la guida dell’ufficio studia Francesco Giorgino. A tener banco sono anche i palinsesti. Ieri Fiorello si è autoconfermato in diretta, mostrando un messaggio dell’ad Sergio: «Spiritosone, non faccio promesse, prendo impegni e sono certo di poterli rispettare. Tu rimarrai in Rai con tutti noi». Si parla molto della possibile promozione dell’ex Miss Italia Daniela Ferolla, che dalla co-conduzione di «Linea verde» al sabato conquisterebbe una striscia quotidiana dal lunedì al venerdì a «Uno Mattina». Un programma a testa per i leghisti Roberto Poletti e Simona Arrigoni.
(Continua su La Stampa)

 

 

 

 

(Nella foto la sede Rai di Viale Mazzini)