Pubblicato il 09/05/2023, 13:01 | Scritto da La Redazione
Argomenti: ,

Rai: Ok, si cambia. Ma come?

Rai: Ok, si cambia. Ma come?
Il dopo Carlo Fuortes, qualsiasi sia l'assetto che si determinerà in Rai, non sarà una passeggiata. Anche solo l'idea che la Rai possa reggersi senza Il canone, come il leader della Lega Matteo Salvini predica da tempo, farebbe tremare i polsi a qualsiasi candidato alla successione. Così Antonella Baccaro sul Corriere della Sera.

Ora al vertice si allende il tandem Sergio e Rossi Chiocci in pole per il Tg1 La lotteria dei conduttori

Corriere della Sera, di Antonella Baccaro, pag. 5

Il dopo Carlo Fuortes, qualsiasi sia l’assetto che si determinerà in Rai, non sarà una passeggiata. Anche solo l’idea che la Rai possa reggersi senza Il canone, come il leader della Lega Matteo Salvini predica da tempo, farebbe tremare i polsi a qualsiasi candidato alla successione. Intanto ci sono le procedure rituali da seguire. Le dimissioni consegnate all’azionista, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, dövranno essere presentate alla presidente del consiglio di amministrazione Marinella Soldi senza necessariamente essere comunicate ai restanti consiglieri in un’apposita riunione. Sarà il ministero dell’Economia, d’intesa col governo, a dover reintegrare il cda, indicando un nuovo nome che passerà in Consiglio dei ministri. Quindi dopo un’assemblea degli azionisti, il board ratificherà il nuovo ad. Sarà quest’ultimo a scegliere eventualmente il nuovo direttore generale. Il resto del cda sopravviverà invece a Fuortes, perché così è stato deciso nella suddivisione cencelliana dei pesi e contrappesi cui anche il governo Meloni non si è sottratto.

I vertici Queste le tappe. Quanto ai nomi, non dovrebbero esserci sorprese: ad sarà Roberto Sergio, attuale direttore di Radio Rai, mentre dg dovrebbe essere Gianpaolo Rossi, esperto di comunicazione, già manager Rai ed ex consigliere di amministrazione. Proprio questo precedente avrebbe impedito a Rossi di puntare da subito alla poltrona principale. Dovendo invece aspettare un giro, Rossi approderebbe al ruolo di ad solo alla scadenza di questo consiglio, venendo investito della gestione del prossimo triennio. Una staffetta che è facile da descriversi ma non sarà scontato che si realizzi tale e quale. Sergio è un manager, interno molto forte e non si farà mettere in ombra dal pur carismatico Rossi. Né va dimenticato che Marinella Soldi resta presidente ed è anche lei una manager televisiva di tutto rispetto, che poco ha potuto dimostrare nel biennio di Fuortes. Le direzioni La triarchia sarà subito messa a dura prova dalla tornata di nomine che si profila e che vede interessate le direzioni di genere, che sono quelle che devono definire al più presto i palinsesti autunnali (e quindi le conduzioni dei prossimi programmo) e le direzioni delle testate giornalistiche. I prossimi assetti sono da settimane oggetto di trattativa politica e il quadro completo ancora non c’è. Quel che è certo è che la Lega ambisce a forti compensazioni per l’arrivo ai vertici dell’azienda di uomini fidati di Giorgia Meloni. E che Forza Italia non è da meno, visto che ha già schierato in campo il migliore in fatto di negoziati: Gianni Letta. Quanto all’opposizione, il Pd se la deve vedere con il M5S con cui dovrà condividere le poltrone riservate alla minoranza. Il patto che i grillini sembravano a un certo punto aver stretto con Meloni, e che avrebbe compreso una marginalizzazione del Pd e alcune compensazioni, come la sistemazione dell’ex direttore del Tgi Giuseppe Carboni, potrebbe essere rivisto. Ma al rialzo. Così la penserebbe Giuseppe Conte che ha ritirato l’appoggio a Fuortes con la tempistica giusta per farlo cadere: domenica scorsa in diretta nel programma di Lucia Annunziata. Alla guida della testata ammiraglia, malgrado la forte contrarietà di Usigrai, si profila l’arrivo dall’esterno di Gian Marco Chiocci, voluto da Meloni. Monica Maggioni sembra destinata alla guida del Coordinamento editoriale e alla conduzione di un programma politico. Il Tg2 in questo caso non potrà restare sotto la guida di un altro meloniano, Nicola Rad, che potrebbe succedere a Antonio Di Bella agli Approfondimenti, il regno dei talk show politici, oppure andare alla Radio. In questo modo al Tg2 potrebbe arrivare Antonio Preziosi, in quota Forza Italia, lasciando Rai Parlamento, forse a Carboni. La Lega non mollerà la direzione delle Testate regionali oltre che la radio, cosi come Rai News potrebbe restare a Fdl. Mario Orfeo sarebbe dato stabile al T83.
(Continua sul Corriere della Sera)

 

 

 

 

(Nella foto la sede Rai di viale Mazzini)