Pubblicato il 05/05/2023, 15:02 | Scritto da La Redazione

Rai: chi è Roberto Sergio, l’AD designato da Giorgia Meloni?

Rai: chi è Roberto Sergio, l’AD designato da Giorgia Meloni?
Carlo Fuortes, perdonaci. Sei (quasi) il passato Rai. Il decreto "Fuortes Act" è stato approvato. Fuori il francioso Lissner dal San Carlo di Napoli, dentro Fuortes al San Carlo di Napoli (ora ti dimetti?). Adesso inizia "Rai, vamos a la playa". Così Carmelo Caruso su Il Foglio.

Rai playa. Ritratto del “lampadato” Sergio, futuro ad dopo Fuortes

Il Foglio, di Carmelo Caruso, pag. 4

Carlo Fuortes, perdonaci. Sei (quasi) il passato Rai. Il decreto “Fuortes Act” è stato approvato. Fuori il francioso Lissner dal San Carlo di Napoli, dentro Fuortes al San Carlo di Napoli (ora ti dimetti?). Adesso inizia “Rai, vamos a la playa”. Alzate il volume della radio e preparate la crema solare. Il nuovo ad della Rai, il designato da Giorgia Meloni (lo ha incontrato) è Roberto Sergio, l’ad “cocorito”, attuale direttore di Radio Rai, l’uomo che ha ribaltato un principio secolare. Per lui la radio si deve vedere, prima ancora di sentire. E infatti, Radio Rai non si sente, e lo scrivono gli ascoltatori. Da sei mesi, questo ad in itinere, ripete a tutti, anche al fioraio: “Farò l’ad Rai”. Fa in pratica le consultazioni come fanno i premier incaricati, ma Sergio si fa pure le lampade come Carlo Conti, anche se lui, ne fa un po’ di più. E’ un ex De che in Rai è l’eternità perché, come dicono in Rai, “non è vero che qui esiste la destra e la sinistra, esistono solo i democristiani di destra e i democristiani di sinistra”. Sergio può essere tutto, può essere patriota, di FdI, ma può essere anche tendenza operaista. Una volta, i colleghi, vicini alla sinistra, organizzarono una riunione e non lo invitarono. Lui ci rimase male. Loro, quelli di sinistra, chiesero: “Ma non eri di centro?”. Lui: “Anche”. Di nuovo, loro: “E allora?”. Lui: “Sono anche di sinistra”. Attenzione, non è il “ma anche” di Veltroni, ma il solo “anche”. E’ come se Sergio avesse tutto l’arco parlamentare in corpo spalmato come appunto la crema abbronzante. In Rai ha fraternizzato con Giampaolo Rossi, il signor Rai della Meloni, che dovrebbe essere nominato direttore generale. L’accordo: Sergio ad, Rossi dg e dopo un anno si cambia.

Rossi diventa ad e Sergio fa il passaggio di consegne. Perché Rossi non subito ad? Perché è stato membro del cda Rai e dunque, per delle regole turcobizantine, subentrare a Fuortes gli precluderebbe la possibilità di fare l’ad per un ulteriore mandato pieno. Insomma, serviva un manager interno che potesse farlo a tempo, uno vicino alla pensione, uno come Sergio, anzi, il “Sergio gloriosus”, uno che da anni fa il piacione con tutti e che si piace pure. E quanto si piace. Si piace al punto che a Capodanno, anziché i biglietti di auguri, spedisce, su WhatsApp, agli amici, il suo volto, stilizzato, in bianco e nero. Il risultato, a dirla tutta, è discutibile. Sembra il calendario dei preti salesiani, quelli che vendono nelle edicole di Roma centro, ma, come anticipato, Sergio si fa le lampade che sono il segreto del suo successo. Stefano Andreani, portavoce di Andreotti, ogni volta che lo incontrava, diceva di lui: “E’ arrivato il De Gasperi abbronzato”. Grazie allo spirito santo, e ai rosari, Sergio ha prima scalato Lottomatica e non avete idea che potere significa. Lo ha rivelato lui, e non si sa più a quale direttore: “Il momento in cui ho avuto più potere era quando distribuivo i biglietti gratuiti”. Curando le relazioni esterne di Lottomatica ha staccato centinaia di carnet per vip e semi vip che a loro volta gli dovevano un favore. A Pier Ferdinando Casini (testimone di nozze di Sergio) deve invece, nel 2004, il passaggio in Rai, anche se a istruirlo in Rai sarebbe stato Marco Staderini, che di Casini era lo specialista tv.
(Continua su Il Foglio)

 

 

 

 

(Nella foto Giorgia Meloni)