Pubblicato il 15/03/2023, 13:04 | Scritto da La Redazione

Rai: Meloni e Conte collaborano e, intanto, Cairo…

Rai: Meloni e Conte collaborano e, intanto, Cairo…
Giorgia Meloni ha un obiettivo dichiarato. Quasi un'ossessione: «Eliminare decenni di egemonia della sinistra in Rai», «de-pidizzarla», «de-renzizzarla». Termini che suonano identici se a parlare sono i vertici del M5S, tagliato fuori da Viale Mazzini durante l'era Draghi. Così Ilaria Lombardo e Michela Tamburrino su La Stampa.

Meloni—Conte asse sulla Rai

La Stampa, di Ilaria Lombardo e Michela Tamburrino, pag. 16

Giorgia Meloni ha un obiettivo dichiarato. Quasi un’ossessione: «Eliminare decenni di egemonia della sinistra in Rai», «de-pidizzarla», «de-renzizzarla». Termini che suonano identici se a parlare sono i vertici del M5S, tagliato fuori da Viale Mazzini durante l’era Draghi. Non è un caso che il vocabolario in queste ore sia simile: Giorgia Meloni e Giuseppe Conte hanno interessi convergenti, e adesso vogliono giocare di sponda. Molto dipenderà dalla nomina del presidente della Vigilanza Rai. Dopo mesi di vuoto, finalmente i partiti hanno nominato imembri della commissione parlamentare: ora tocca al presidente. La sfida è tra il Movimento e Matteo Renzi. Ma l’intreccio è più complicato di come appare, perché in mezzo ci sono tanti veti. Troppi. Sono giorni di riunioni, questi. Dedicati alle nomine. Meloni si muove tra Palazzo Chigi e Montecitorio, per seguire in prima persona le trattative, oppure lascia la regia in mano ai fidatissimi. Come il genero Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, che l’altro ieri ha visto Urbano Cairo, editore di La7, diretta concorrente di Viale Mazzini, sicuramente non per parlare di prosciutto e altre eccellenze dop italiane. Prima di arrivare a questo incontro, però, va chiarita la cornice parlamentare. La Rai è un mondo capace di rendere i confini politici più elastici. E così si scopre che sul candidato dei 5 Stelle alla Vigilanza, Riccardo Ricciardi, è calato il gelo. Figura divisiva, commentano tutti. A contrastare la scelta sarebbe stato persino Ignazio La Russa, sempre meno a suo agio nelle vesti istituzionali che il taolo di presidente del Senato riserva. La Russa aveva un accordo con Renzi. Il leader di Italia Viva lo avrebbe aiutato a essere eletto a Palazzo Madama—lo scorso ottobre — e in cambio lui avrebbe spinto per un renziano alla Vigilanza, per la precisione Maria ElenaBoschi.

La seconda parte dell’accordo sarebbe però saltata per volontà di Meloni. Alla premier serve altro. Sanremo l’ha convinta che in Rai si entra con gli scarponi pieni di fango. Il festival di quest’anno è un paradigma «da non ripetere», che provocherà le vittime della futura Rai, marcatamente di destra. Il prossimo anno è un anno elettorale e non si può scherzare troppo con il consenso. Sanremo andrà inondapochi mesi prima del voto delle Europee. La leader di FdI non può permettersi un altro festival dove — parole sue — «dominano l’ideologia gender e la sinistra». Uno show che porta la firma di Lucio Presta, l’agente delle star che, agli occhi della premier, è renziano e spadroneggia troppo aViale Mazzini. Meloni cerca alleati e, dentro l’opposizione, punta alla sponda di Conte per spezzare l’asse PdRenzi, che lei è convinta regnisullatvpubblica. La premier fa leva anche sui propri contatti con consiglieri inattesi, come Goffredo Bettini, il dirigente del Pd che più ha lavorato all’alleanza con Conte ed è molto amico dell’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes. Il manager non dovrebbe essere più un problema Entro fine aprile – giurano da FdI — andrà via. Anche se dal suo entourage continuanoaripetere: «Si vedrà». I grandi cambiamenti cominceranno con il suo addio. Al suo posto come ad di transizione, per un anno, è stato designato Roberto Sergio, affiancato da Giampaolo Rossi come dg, mentre per la presidenza è sempre più quotata Simona Agnes, sponsorizzata da Gianni Letta, braccio fedele di Silvio Berlusconi. Rossi è il vero architrave della Rai meloniana. Sulla carta, alla scadenza dell’attuale Cda, l’anno prossimo, prenderà il posto di Sergio. Ma Meloni vuole che il piano di ristrutturazione di Viale Mazzini cominci prima. Schemi, nomi, progetti. L’impianto industriale andrà ripensato in modo da mettere fine al caos che dura da mesi e arrivare alla presentazione dei palinsesti, a fine giugno, con qualche idea e novità. E qui si torna al “paradigma Sanremo” e all’asse Meloni-Conte. Il M5S e FdI hanno entrambi fame di Rai.
(Continua su La Stampa)

 

 

 

(Nella foto Giorgia Meloni)