Pubblicato il 23/02/2023, 13:01 | Scritto da La Redazione

L’Agcom vuole vederci chiaro sul Festival

L’Agcom vuole vederci chiaro sul Festival
L'Agcom apre un'istruttoria su vari punti oscuri del Festival, dalle sceneggiate da gay pride in onda nella fascia protetta, ai favori a Instagram e Amazon: hanno avuto pubblicità gratis e gonfiato il mercato di Fedez e Amadeus, senza creare utili per la tv di Stato. Così su La Verità.

Resa dei conti in Rai sulle furbate all’Ariston

La Verità, di Giorgio Gandola, pag. 14

Finito di cantare a Sanremo, la Rai adesso balla. Il trattamento di favore ai Big Tech, le intemerate dei Ferragnez, il delirio distruttivo di Blanco sul palco dell’Ariston e le esibizioni omosessuali da Gay Pride sono finiti nel mirino dell’Agcom che non mostra alcuna intenzione di soprassedere. Ieri il consiglio direttivo dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha dato il via a un’istruttoria nei confronti dell’azienda e degli ospiti coinvolti, dopo aver preso atto «dell’ evidente gravità» dei fatti contenuti in numerosi esposti arrivati a contestare i comportamenti dei manager di viale Mazzini durante il festival. Ora saranno gli uffici a dover completare il dossier; si prevedono sanzioni (da 10.329 euro a 258.228) che potrebbero arrivare sulla testa degli allegri protagonisti dopo il prossimo consiglio, previsto fra due settimane. Le accuse sulle quali vuol fare chiarezza l’autorità sono quelle ipotizzate anche da azioni delle procure e dall’indagine interna Rai: pubblicita occulta per Chiara Ferragni, Fedez, Amadeus, per il direttore dell’Intrattenimento Stefano Coletta (a causa dell’omesso controllo), e mancanza di tutela dei minori per Blanco, ancora Fedez, Rosa Chemical e i dirigenti Rai che hanno permesso le sceneggiate pop andate in onda prima delle 23, Si prevedono sanzioni da 10.329 a 258.228 euro, ehe potrebbero arrivare sulla testa degli allegri protagonisti fra due settimane con i bambini teoricamente davanti al televisore. Sono i vantaggi e i dolori del servizio pubblico, proprio per questo diverso negli approcci e nelle regole (politicamente condivise) da concerti, luna park ed emittenti private.

L’Agcom guidata dal presidente Giacomo Lasorella ha deciso di intervenire, prendendo atto di una gestione anarchica dell’evento durante il quale si è notata una carenza editoriale senza precedenti, nel senso che Amadeus e i suoi ospiti hanno potuto scorrazzare nelle praterie arcobaleno e transgender senza alcun controllo né contraddittorio. Il tema aperto dall’autorità avrà effetti anche in consiglio d’amministrazione Rai, dove l’ad Carlo Fuortes sarà costretto – contratti alla mano – a spiegare la presenza indebita di Instagram e Amazon come convitati di pietra di tutto il festival. Il network di Mark Zuckerberg sul palco, per le interazioni social su contenuti di esclusiva proprietà della Rai; quello di Jeff Bezos nel backstage con la presenza delle telecamere funzionali alle riprese della seconda stagione di The Ferragnez, in onda in marzo a pagamento su Amazon Prime Video. I consiglieri Rai tagliati fuori da ogni informativa (Igor De Blasio, Simona Agnes, Francesca Bria, Riccardo Lagani e Alessandro Di Majo) asp ettano l’ad il 3 marzo per un’autentica resa dei conti. Alla vicenda guarda con attenzione anche la Corte dei conti per un possibile danno erariale. A peggiorare la situazione sono arrivate le giustificazioni di alcuni dirigenti, giudicate delle aggravanti. Particolarmente contraddittoria viene considerata quella di Gian Paolo Tagliavia, ad di Rai Pubblicità, che prima ha dichiarato non esistere alcun contratto di sponsor fra Rai e Meta (proprietaria di Facebook e Intagram) e subito dopo si è arrampicato sugli specchi per giustificare la pubblicità occulta.
(Continua su La Verità)

 

 

 

 

(Nella foto un momento del Festival di Sanremo)