Pubblicato il 06/02/2023, 15:04 | Scritto da La Redazione

MFE: Berlusconi verso la soluzione cash per Mediaset España

MFE: Berlusconi verso la soluzione cash per Mediaset España
II Biscione considera sottostimati i titoli della sua holding europea, perché il gruppo sta andando meglio delle previsioni, anche se in Germania la strada resta in salita. In Italia bene la pay tv Infinity. Così Sara Bennewitz su Repubblica Affari & Finanza.

Mfe punta a pagare in contanti il delisting di Mediaset España per tenersi strette le azioni A

Repubblica Affari & Finanza, di Sara Bennewitz, pag. 23

A distanza di quattro anni dalla prima offerta su Mediaset España, il gruppo delle tv che fa capo alla famiglia Berlusconi si appresta a raggiungere l’obiettivo di ritirare dal mercato la società, di cui controlla 1’83% del capitale. La prima operazione del giugno 2019 era stata bloccata dai francesi di Vivendi (che ora hanno affiancato Mfe nella campagna iberica). Grazie al delisting, Mediaset For Europe (Mfe), la casa dei contenuti europea con sede legale a Amsterdam, potrà quindi contare sul 100% di Mediaset España, sul 100% di Mediaset, e, una volta convertite le opzioni, sul 29,9% di ProsiebenSat, il massimo consentito per legge prima dell’Opa, che i Berlusconi non vogliono fare. Per ritirare Mediaset España dal mercato in settimana il cda di Mfe ha proposto un concambio di 7 azioni del gruppo di categoria A (quelle con voto singolo) per ogni titolo del gruppo iberico, l’offerta ricalca il precedente concambio fatto a luglio per l’Opas che ha portato Mfe dal 56 all’83% del capitale, ma nel frattempo tutti i titoli delle tv europee hanno perso terreno. Non a caso ad oggi è più conveniente il diritto di recesso, che ai sensi della legge spagnola è pari a 3,26 euro per azione, del concambio in titoli (2,8 euro ai prezzi di Borsa). La strategia che penalizza i soci di minoranza di Mediaset España (che non hanno aderito all’Opas che a luglio superava i 4 euro), conferma però che la famiglia Berlusconi scommette che le sue azioni abbiano un valore superiore rispetto ai prezzi di mercato, tant’è che Mfe preferisce pagare fino a 175 milioni in contanti che in titoli A.

Secondo gli analisti le azioni Mfe sono infatti tra le più sottovalutate del settore (valgono 7 volte gli utili rettificati da straordinari e cedola sul 2022, e 8 quelli attesi nel 2023), a dispetto del fatto che il gruppo, soprattutto in Italia, continua ad andare meglio delle sue stesse previsioni. Le azioni A hanno inoltre gli stessi diritti economici di quelle B (con voto maggiorato di 10 volte): non solo incassano lo stesso dividendo, ma in caso ci fosse un Opa, riceverebbero un’offerta uguale alle azioni B. Per avere successo, l’eventuale Offerta dovrebbe avere l’appoggio di Fininvest (che ha soprattutto azioni B e il 51% dei diritti di voto) e quindi sarebbe un’Opa obbligatoria, e in quanto tale costringerebbe l’offerente a trattare allo stesso modo titoli di categoria A e B. «La situazione resta tostissima – spiega Pier Silvio Berlusconi, ad di Mfe – ma sono molto soddisfatto di come è andato il 2022, che nonostante, guerra pandemia e inflazione, è meglio delle attese». Per la prima volta Mediaset non ha neppure risentito dei mondiali in Qatar trasmessi dalla Rai, continuando a raccogliere pubblicità nonostante l’audience fosse concentrata a seguire le partite sulla tv di Stato. Per questo motivo, per la prima volta nella sua storia, Mediaset ha deciso di non cambiare il palinsesto per la settimana di Sanremo, scommettendo che riuscirà comunque ad attrarre un discreto pubblico sui suoi canali, fornendo un’alternativa al festival della canzone più amato dagli italiani.
(Continua su Repubblica Affari & Finanza)

 

 

 

 

(Nella foto Pier Silvio Berlusconi)