Pubblicato il 21/11/2022, 19:03 | Scritto da La Redazione

Enrico Montesano: “Prima aiutavo Rutelli e i Ds. Ora mi linciano»

Enrico Montesano: “Prima aiutavo Rutelli e i Ds. Ora mi linciano»
“La mia maglietta è stata una distrazione di massa Ho fatto anni di comizi e feste dell'Unità, ho portato migliaia di voti: assurdo che mi diano dello squadrista”. “Non ho commesso alcun reato. Non mi devo giustificare di niente! Perché avrei dovuto pensare che la maglietta è un tabù quando è regolarmente esposta e venduta e c'è qualcuno che in tv ha detto persino "ics" Mas tanto è ignorante?”. “Se uno mette la maglia della sua squadra di calcio non è un calciatore, se mette la maglia di Batman non è un supereroe, se mette quella con su Rocco Siffredi non è un superdotato. Traete voi le conclusioni”

«Nostalgico io? Dovranno scusarsi»

La Verità, di Giulia Cazzaniga, pag. 9

Quante se ne dicono di lei, Enrico Montesano, in questi giorni. Roba da perdere il suo consueto sorriso?

«Quello mai. Se vuole subito una battuta, è il caso di una maglietta di distrazione di massa. Dopodiché, non ho avuto molti motivi per sorridere, in questi giorni. Il linciaggio mediatico, le assicuro, non è affatto piacevole».

Come si sente?

«La verità? Offeso e diffamato. Negli anni ho accettato critiche, anche talvolta piuttosto pesanti, per le mie posizioni. Ma darmi del nostalgico del fascismo… no, questa proprio la rispedisco al mittente. Mi devono chiedere scusa».

Ha messo di mezzo pure un avvocato.

«Si, Giorgio Assumma. Sta procedendo nella verifica del caso. Ho spento il cellulare per giorni. Questa con lei è la prima intervista che faccio».

Non è la prima volta che dicono di lei che è vicino alla destra. Certo, l’unica in cui la associano al Ventennio.

«Sono vicino a me stesso, signora mia. Un uomo libero, democratico, rispettoso delle leggi e della Repubblica italiana. Basta informarsi, no?».

S’è impegnato anche in politica.

«Ho contribuito alla elezione di Rutelli a Roma – ho portato tanti voti – e con il Pds sono pure stato eletto – anche allora presi molti voti – al Parlamento europeo. Dal quale, ricordo a tutti, mi sono dimesso senza aspettare la scadenza che mi avrebbe concesso un vitalizio, che ho rifiutato. Insomma, come si diceva una volta, sono stato un uomo di sinistra».

E ora?

«Destra e sinistra è roba vecchia. Ora la distinzione è tra chi sta sopra e chi sta sotto, e io sto sotto».

Riavvolgiamo il nastro? Nelle prove in palestra di Ballando con le stelle, programma di Rail, lei si presenta con una maglietta con il simbolo della Decima Mas e la scritta sulla schiena «memento audere semper». C’è chi dice: l’ha fatto apposta. (Ride)

«E cosa ci avrei guadagnato? Essere smerdato per giorni e passare per un nostalgico del fascismo? Cretinate».

Come è andata? Quella maglietta stava nel suo armadio.

«Insieme con quella di Mao e Che Guevara e tante altre, qualcuna del calcio, qualcuna del rugby. L’ho indossata in una sala prove deserta, dove c’eravamo la mia maestra e io».

E le telecamere.

«In quelle ore sull’ordine del giorno scrissero che le telecamere erano spente. In ogni caso le telecamere dopo 6-7 ore di prove si dimenticano, glielo assicuro. E poi di magliette, vista la fatica, ne cambiavo ogni giorno parecchie, anche per evitare malanni».

Quella in particolare, però…

«Non ci ho pensato minimamente. Quella maglia si vende da anni nei negozi. Ha uno stemma che si trova pure su vessilli e gagliardetti che sfilano il 2 giugno alla presenza del presidente della Repubblica. Ci sono foto che mostrano Napolitano accanto al simbolo della X Mas, regolare reparto della Marina militare».

L’ha comprata lei?

«Me l’hanno regalata e l’ho accettata perché conosco la storia. A differenza di molti che mi accusano, che evidentemente la ignorano».

La storia della Decima Mas?

«Prima guerra mondiale: il comandante Luigi Rizzo, Costanzo Ciano e Gabriele D’Annunzio si cimentano inun’ardimentosa impresa, la cosiddetta “beffa di Buccari”. D’Annunzio poi modificò la sigla Mas – che stava per motoscafo armato silurante – in “memento audere semper”. Ovvero: ricorda di osare sempre».

Buccari sta per Bakar, oggi in Croazia.

«Febbraio del 1918, i tre si imbarcano su uno di questi piccoli motoscafi, che andavano un po’ a motore a scoppio e un po’ a motore elettrico: mezzi d’assalto veloci. Si avvicinano alla terraferma senza farsi scoprire dagli austriaci. Rompono le reti metalliche di protezione e riescono a colpire una nave nemica. Non un gran danno, ma gli austriaci rimasero sorpresi. E quando la notizia si sparse, l’impresa ridette coraggio alle nostre truppe demoralizzate dopo Caporetto».

Eroismo?

«Per me quello rappresenta, si. Il male è negli occhi di chi guarda. Solo chi è in malafede può pensare che stessi pensando ad altro che non solo non mi appartiene, ma che condanno. Vent’anni di feste dell’Unità, dell’Avanti!, di appuntamenti elettorali regionali, provinciali e comunali ad accompagnare deputati. Comizi pure con Occhetto. Bella gratitudine… tutto dimenticato. E ora mi si associa al fascismo? Faccio sommessamente notare che nemmeno D’Annunzio lo era, mai prese la tessera, perché era un socialista. Ma appunto, occorrerebbe conoscere la storia…».

Poi la famigerata Decima Mas fu al servizio degli occupanti nazisti, nella seconda guerra mondiale.

«Ma il motto e il simbolo sono di 25 anni prima. È un corpo della nostra Marina militare».

Tagliamo la testa al toro: un suo giudizio sul fascismo?

«Ancora ce n’è bisogno? La mia storia parla chiaro. Senta: il fascismo è morto, il comunismo è morto e noi non stiamo tanto bene».

Pensa di aver compiuto una leggerezza?

«Forse. Però faccio notare che persino l’amato presidente Ciampi, combattente perla giustizia e la libertà, fece sfilare i cosiddetti “maiali”, ovvero i mezzi d’assalto subacquei della X Mas. Lo sa che esiste un reparto militare della Marina, premiato dalla medaglia d’oro, che si chiama X Flottiglia Mas? E che sul sito del ministero della Difesa si dedica spazio alle gesta del reparto?».

Si sta giustificando?

«E di cosa? Non ho commesso alcun reato. Non mi devo giustificare di niente! Perché avrei dovuto pensare che la maglietta è un tabù quando è regolarmente esposta e venduta e c’è qualcuno che in tv ha detto persino “ics” Mas tanto è ignorante?».

L’ha indossata durante le prove, e poi si è vista nel filmato mandato in onda durante la puntata, in prima serata nel sabato sera di Rai1.

«Saranno stati quattro o cinque fotogrammi, niente di più. Mi chiedo perché li abbiano lasciati e non siano stati tagliati in montaggio visto che pensano siano tosi orribili e da censurare. O perché ad esempio non abbiano oscurato il logo, visto che se indossi qualche marchio subito te lo nascondono con adesivi perché non si veda in tv. Sono molto attenti a tutto, bravissimi, coloro che lavorano per il program ma».

La sera stessa nemmeno un tweet ha notato nelle scene la sua maglietta. Vi hanno visto in più di 3,8 milioni di spettatori.

«Nulla di nulla fino al mattino dopo. Nessuno si accorge».

Il giorno successivo, la maglietta viene evidenziata sul social da Selvaggia Lucarelli, Giudice del programma.

«Succede questo, si, ma non commenterò nel merito. Le frasi dette sabato sera in diretta sono rivelatrici».
(Continua su La Verità)

 

 

 

 

(Nella foto Enrico Montesano con la maglietta “incriminata”)