Pubblicato il 12/07/2022, 19:02 | Scritto da La Redazione

Angelo Guglielmi: se ne va un vero rivoluzionario della Tv

Guglielmi, l’innovatore della tv

Corriere della Sera, di Aldo Grasso, pag. 30

Addio allo storico direttore di Raitre, teorico dellarealtà-spettacolo. Creò «Chi l’havisto?», «Samarcanda» e lanciò nuove star nella satira

Craxi e De Mita, i padroni del Paese, avevano deciso di concedere ai comunisti una rete minore ancorata al 2% di share. Biagio Agnes, una volpe, una vera lenza, tradito dal duo CarràBaudo in fuga verso Mediaset, mi lasciò fare: “Sei libero”. Il problema a quel punto divenne interamente mio. “Posso fare tutto — mi dissi — ma cosa esattamente?”. Cominciai domandandomi cosa mancasse alla tv italiana». E il 1987 e Angelo Guglielmi, che fino a quel momento si era occupato per Raiuno di varietà, sceneggiati e talk show (lo aveva inaugurato lui, con Maurizio Costanzo) diventa direttore di Raitre, una rete che era nata per Incarnare il mito del decentramento e del localismo, «la tv delle Regioni». La grande rivoluzione di Raitre parte da una temeraria scommessa: quella di trasformare un meccanismo politico fondato sulla lottizzazione in un’officina linguistica: «Mi accorsi — continua Guglielmi — che mancava un’informazione seria sulle condizioni del Paese. Fino a metà anni ‘8o la tv era stata un nastro trasportatore. Portava nelle case romanzi, teatro, musica e film senza mas raccontare il contesto sociale né sfiorare il contatto con le persone. “Farò il contrario”, giurai. E fui criticatissimo, anche da quelli che stimavo.

Peccato aver smarrito il carteggio con Strehler». Guglielmi (nato ad Arona nel 1929 e morto ieri a Roma) era già conosciuto in ambito letterario come critico esigente e raffinäto (era stato esponente del Gruppo ’63 insieme a Sanguineti, Barllli, Giuliani, Eco, Arbasino e altri). Da lui era lecito attendersi una tv attenta a temi culturali sistematicamente ignorati dalle altre reti. Spiazzando tutti, Guglielmi rinnova invece l’immagine di Raitre attraverso la più incredibile spettacolarizzazione della realtà. Programmi come Io confesso, Un giorno in pretura, Telefono giallo, Linea rovente, Duello, Camice bianco, Chi l’ha visto?, Samarcanda, Ultimo minuto diventano appuntamenti molto seguiti e soprattutto criticati. Incurante delle critiche, Guglielmi comincia a teorizzare la sua «Tv verità». Come se fosse finita l’era della Tv della finzione: era giunto il tempo di una Tv più coraggiosa, capace di andare per le strade, di «rappresentare la realtà così com’era». Guglielmi citava Pier Paolo Pasolini: «Sono stanco di raccontare la realtà con le parole, preferisco mccontarla con la stessa realtà». Successe veramente questo? I programmi di Raltre raccontarono la realtà mostrando la realtà? O piuttosto non si verifi= cò un cambiamento più radicale ancora?
(Continua sul Corriere della Sera)

 

 

 

(Nella foto Angelo Guglielmi)