Pubblicato il 07/07/2022, 18:59 | Scritto da Francesco Sarchi

Valerio Lundini: “Non apparirò in video a Conferenza Stampa”

Valerio Lundini “Mi piace stupire ma non sono il re della festa”

La Repubblica, di Silvia Fumarola, pag.

La parola più usata, quando si parla di lui, è «rivelazione». Valerio Lundini, 36 anni, comico, musicista e scrittore, domani apre al castello di Santa Severa, a pochi chilometri da Roma, la tournée che lo porterà in giro per l’Italia con i Vazzanikki. La band lo ha accompagnato nel programma cult di Rai 2 Una pezza di Lundini, che non tornerà. Le interviste surreali, restano: la faccia di Damiano dei Maneskin — mentre Lundini spiegava «in fondo è bellissimo che abbiate messo una donna a suonare uno strumento, perché sono in grado. Sceglierei donne per fare qualunque cosa, Meg Ryan, la Montalcini» — è impagabile.

“Una pezza di Lundini” chiude, i social sono impazziti: facciamo ordine?

«Era già previsto che non si facesse. Siamo arrivati a una terza stagione, nel complesso 52 puntate. Era anche giusto fermarsi, il rischio di farlo diventare meno brillante o un altro tipo di programma, c’era. Non c’è da strapparsi i capelli, poi magari dopo un anno ci inventiamo altro».

La presenza di Roberto Benigni nei titoli di coda dell’ultima puntata prelude a altre collaborazioni?

«Non è previsto nulla, si è prestato a fare un cameo bellissimo».

Farà “Conferenza stampa” su RaiPlay

«Il programma nasce da un’idea di Giovanni Benincasa, io sono meramente coautore, do una mano. Se esiste un fan della mia faccia — e mi auguro di no — sarà deluso. Non apparirò».

Che ha capito della televisione?

«Parlo da viziato perché il programma è stato un’oasi felice, mai censurato. I problemi sono stati legati alle difficoltà di trovare un orario costante nella messa in onda, per chi voleva vederlo in diretta».

Da autore com’è il panorama?

«Dal punto di vista della creatività, ho notato una certa pigrizia. Mai trovato gente brillante. Con Nino Frassica, e Lillo e Greg è stato bello. Non hanno mai detto: questo il pubblico non la capisce. Il grande alibi. Le cose strane la gente le ha capite, poi magari non hanno ottenuto il 200% di share. L’alibi è pensare che la tv la veda un determinato pubblico. Qualcuno ha smesso di rispettarlo tempo fa».

Da musicista come vanno le cose?

«Soffro molto l’estate ma va abbastanza bene. È la prima volta da quando suoniamo, e la band suona da tempo, che facciamo le prove e c’è un biglietto all’ingresso».

Non è solo un concerto vero?

«Facciamo rock degli anni 50, hit anni 60, ci divertiamo a introdurre pezzi che poi sfociano nel demenziale, ho scritto delle cose. Sono stato una seconda voce e anche pianista».

Ha individuato il suo pubblico?

«Nelle grandi città gente di età diversa, nei piccoli centri, per usare l’espressione cara a chi fa i palinsesti, pubblico imberbe. Il mio immaginario è coltivato in anni di tv: Rai, Mediaset e Mediaset quando era Fininvest. Nello spettacolo citavo Grease poi pensavo: i diciottenni sanno cos’è? Se non sono nominate in tv, le cose smettono di esistere. Per molti Totb è un pensiero vago, per me è come il Colosseo. W il pubblico giovane ma sono contento che mi fermino persone dell’età dei miei genitori. I giovani pensano: “I matusa non capiscono”, e questo mi indispone. Tra poco avrò 40 anni».
(Continua su Repubblica)

 

 

(Nella foto Valerio Lundini con Emanuela Fanelli)