Pubblicato il 04/07/2022, 15:02 | Scritto da Francesco Sarchi

Volete uno show politicamente corretto? Allora scordatevi Aldo, Giovanni e Giacomo

Volete uno show politicamente corretto? Allora scordatevi Aldo, Giovanni e Giacomo
Giovanni Storti all’attacco: “La comicità è un modo parallelo di vedere la realtà, un modo dissacrante e alle volte un po' cattivo. La linea tra garbo e fastidio è sottile, ma penso che il politicamente corretto non sia applicabile alla comicità, anzi la distrugge. Noi abbiamo fatto delle cose che forse non si potrebbero più fare: al Circo di Paolo Rossi picchiavo Giacomo che era privo di braccia e gambe, abbiamo "sparato" agli animali e oggi ti ammazzerebbero…”

Il politically correct ci imbavaglia: quanti sketch non potremmo più fare»

Il Giornale, di Massimo Balsamo, pag. 13

Le riflessioni dell’attore, al cinema con «Le voci sole»: «Se sul set fingi di dare un calcio a un gatto ti attaccano come un delinquente»

«Ultimamente non si può dire più niente»: parola di Giovanni Storti. Sul set per il nuovo film del Trio, in sala a Natale, l’attore ha stroncato il politically correct. «Certi nostri sketch non si potrebbero più fare», la riflessione di chi ha scritto la storia della comicità: se avessero iniziato oggi, avrebbero dovuto rinunciare a molte gag. Forse, per assurdo, non avrebbero raggiunto lo stesso successo.

Questa è un’era dominata dal politicamente corretto…

«La comicità è un modo parallelo di vedere la realtà, un modo dissacrante e alle volte un po’ cattivo. La linea tra garbo e fastidio è sottile, ma penso che il politicamente corretto non sia applicabile alla comicità, anzi la distrugge. Noi abbiamo fatto delle cose che forse non si potrebbero più fare: al Circo di Paolo Rossi picchiavo Giacomo che era privo di braccia e gambe, abbiamo “sparato” agli animali e oggi ti ammazzerebbero, poi con il dottor Alzheimer abbiamo trattato temi spinosi in modo incredibile. Forse siamo riusciti a tenere un livello di comicità non così cattiva, pur trattando temi in modo cattivo. Però ultimamente non puoi dire niente, è vero. Ci sono questi gruppi… Penso agli animalisti: io amo la natura più di ogni cosa, poi fingi di dare un calcio a un gatto e ti attaccano come se fossi un delinquente. Forse vogliono farsi vedere, ma ti impediscono di dire qualsiasi cosa».

Da oggi è in sala «Le voci sole», il suo primo ruolo drammatico…

«È stato molto interessante. Con i due registi, Brusa e Scotuzzi, avevo già lavorato. Devo dire che mi piace sempre quando mi chiamano per un ruolo drammatico. Amo interpretare ruoli che non ho mai fatto. Io cerco sempre di mettere dentro qualcosa di buffo, ma fortunatamente loro mi frenano».

Il film racconta una caduta agli inferi…

«Il film ha due temi importanti, la delocalizzazione del lavoro e soprattutto il ruolo dei social, cosa possono creare nel bene e nel male».
(Continua sul Giornale)

 

 

(Nella foto Giovanni Storti)