Pubblicato il 27/01/2022, 15:03 | Scritto da La Redazione
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Pirateria: 500 mila utenti pagavano 10 euro per vedere Sky, Netflix e Dazn

La maxi truffa alle pay tv: 10 euro per vedere Sky, Dazn e Netflix

Corriere della sera – Milano, pagina 6, di Giuseppe Guastalla.

Sky, Netflix, Dazn: i maggiori servizi tv in streaming sono vittime della maxi frode al centro di una inchiesta della Procura di Milano che ha ordinato alla Guardia di finanza perquisizioni in tutta Italia. Il blitz ha smantellato una vera e propria struttura tecnologica che, da una base di Napoli, era in grado di diffondere illegalmente i segnali della pay tv a oltre 500 mila utenti che – pagando soltanto 10 euro al mese – accedevano a tutti i servizi. Sono state perquisite le abitazioni di venti persone indagate per violazione della legge sul diritto d’autore in Toscana, Emilia-Romagna, Campania e Calabria.

Il personaggio centrale dell’indagine, amministratore della CyberGroup, ha 25 anni: palermitano, vive a Dubai. Di soldi ne deve aver fatti tanti smanettando in Rete se a soli 25 anni si è trasferito a Dubai dove, oltre a un’imposizione fiscale benevola, si può contare su un sistema giudiziario non molto propenso a accogliere le richieste dei magistrati italiani. Come quelle che potrebbe avanzare la Procura di Milano che accusa il giovane campano di aver messo in piedi un sistema che ha permesso ad oltre 500 mila utenti italiani di guardare la tv di Sky, Dazn e Netflix a prezzi stracciati con un danno di milioni di euro per le aziende. Infatti, con appena 10 euro al mese, versati all’organizzazione che aveva violato i sistemi di sicurezza, era possibile guardare in streaming tutti insieme i contenuti offerti dai tre network ai quali, ovviamente, non andava un centesimo.

L’indagine

Sulla rete e sui loro organizzatori già nel 2020 si era concentrata l’attenzione dei militari della Guardia di Finanza di Milano che, coordinati dal pm Paola Pirotta, avevano individuato e bloccato una serie di accessi illegali. Lo sviluppo delle indagini ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di venti persone residenti in Campania, Toscana, Emilia Romagna e Calabria per violazione della legge sul diritto d’autore, tutte legate alla struttura CyberGrop, «molto nota nel mondo della pirateria digitale», spiegano gli inquirenti. Il meccanismo si basava anche su soggetti che, per conto delle aziende, gestivano lecitamente la distribuzione delle connessioni agli utenti, ma che poi avrebbero creato una struttura parallela illegale.

Come nel caso di quella disattivata dalla Gdf in provincia di Salerno, che faceva capo al principale indagato, la quale consentiva lo smistamento dello streaming agli abbonati. Un altro indagato procacciava gli «abbonamenti» e raccoglieva gli incassi pagati dai clienti finali, anche loro a rischio di sanzioni.
(Continua su Corriere della sera – Milano)