Pubblicato il 24/01/2022, 19:03 | Scritto da La Redazione
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Mai nessun italiano come i Måneskin negli Usa

Divini Måneskin nel tempio americano della cultura pop

La Repubblica, pagina 31, di Paolo Mastrolilli.

Uno dice: e vabbè, che sarà mai? Una comparsata televisiva. No, errore: la presenza dei Måneskin sabato sera come ospiti musicali di Saturday Night Live significa l’ingresso in un altro universo, quello della popolarità planetaria. Per capirlo, bastino un paio di esempi: il film The Blues Brothers era nato dalle partecipazioni di John Belushi e Dan Aykroyd allo show satirico della Nbc, che quando era cominciato nel 1975 aveva scelto gli ABBA come una delle prime band chiamate a suonare. Se non vi piacesse il genere, potremmo aggiungere che uno degli ospiti più frequenti è stato David Grohl, batterista dei Nirvana e fondatore dei Foo Fighters, dopo il suicidio di Kurt Cobain. Parliamo della storia dello spettacolo.

I Måneskin sono stati introdotti dall’ospite di turno, Will Forte, e hanno fatto due brani, I wanna be your slave e Beggin’. Il giorno dopo sono seguite le relative e abituali review, che vanno dal New York Times a People. Perché SNL è questo: l’imperdibile appuntamento settimanale con la direzione verso cui vanno l’America e il mondo, osservata attraverso la lente dell’ironia. Cercando non solo di commentare cosa accade nella nostra società ma, per quanto è possibile, anticiparne o crearne i fenomeni. Con un occhio di riguardo per il pubblico giovane, ammesso che la vecchia tv abbia ancora la capacità di competere col mondo digitale per attirarne l’attenzione. Certo, i Måneskin hanno già vinto l’Eurovision e sono stati ospiti al Tonight Show di Jimmy Fallon, The Voice, Ellen DeGeneres e gli American Music Awards. Ad aprile poi sono attesi a Coachella, ormai iconico festival nel deserto californiano che punta a diventare una Woodstock annuale, con Harry Styles, Billie Eilish e Ye, già noto come Kanye West ed ex marito di Kim Kardashian.

La consacrazione

In altre parole, non hanno bisogno di presentazioni e sono già stati introdotti al pubblico americano. Saturday Night Live però è un’altra cosa. La consacrazione nel mainstream americano, cioè la cultura popolare allargata verso ogni direzione possibile. Per esempio, una delle cose che aveva più irritato Trump durante la presidenza, con manifestazioni pubbliche del suo malcontento, era come Alec Baldwin lo imitava nello show: «Ho visto parti di Saturday Night Live la scorsa notte.

È uno spettacolo totalmente unilaterale e parziale, per niente divertente. Offrirete Io stesso tempo a noi per rispondere?». Uno scontro diventato tutto politico, al punto che i sostenitori dell’ex presidente non hanno trattenuto la loro gioia quando l’attore ha vissuto il dramma dello sparo che ha ucciso la sua collaboratrice e amica Halyna Hutchins sul set di Rust.
(Continua su La Repubblica)

 

(Nella foto i Måneskin al Saturday Night Live)