Pubblicato il 18/01/2022, 11:02 | Scritto da La Redazione
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Rai: Pd e M5S votano contro Carlo Fuortes

Rai, parte l’avviso di sfratto di Pd e M5S all’ad Fuortes: partita dei tg gestita male

Il Fatto Quotidiano, pagina 12, di Gianluca Roselli.

Sembra un ribaltone quello andato in scena col voto sul budget Rai per il 2022, approvato giovedì scorso. Ben tre consiglieri (Riccardo Laganà, Francesca Bria e Alessandro Di Majo) si sono espressi contro i numeri presentati dall’ad Carlo Fuortes (bilancio in pareggio, ma posizione finanziaria netta a -625 milioni). Il dato politico non è irrilevante: contro si sono schierati Pd e 5 Stelle, con l’ad tenuto in sella dai voti di Lega (Igor De Biasio) e Forza Italia (Simona Agnes), con una certa sorpresa dell’ad, che non ne è stato per niente felice ma, dicono, nemmeno si è fatto spaventare.

Fuortes è arrivato in Rai targato Pd, legato al mondo del centrosinistra romano dell’asse Bettini-Zingaretti. E avrebbe dovuto guidare l’azienda con una maggioranza draghiana: tutti dentro tranne Giorgia Meloni. Dopo questo voto, però, sembra poter fare affidamento solo sul centrodestra. E alla vigilia della partita sul Quirinale e del Festival di Sanremo, non è un segnale incoraggiante. «Se fossimo in Parlamento, è come se due forze importanti della maggioranza votassero contro la legge di Bilancio. Un minuto dopo cadrebbero premier e governo», osserva Michele Anzaldi (Iv), chiedendo che i tre consiglieri vadano in Vigilanza a spiegare. «Da parte mia non si tratta affatto di una bocciatura dell’ad, ma una critica al taglio dell’informazione senza aver presentato un piano più generale di rilancio. E anche un invito a porre più attenzione alle relazioni coi sindacati», sostiene Bria.

Il nodo Tgr fatale

«Avendo votato contro il taglio di Tgr e Tg Sport, come potevo dire sì al budget che proprio su quei tagli è basato?», si chiede, retoricamente, Laganà. Il voto sul budget ha risentito della chiusura dell’edizione notturna dei Tg regionali, battaglia in cui il Pd si è schierato al fianco dell’Usigrai, ma pure del malcontento dem per il fatto che, sempre alla Tgr, Alessandro Casarin (Lega) sia riuscito a mantenere come condirettore Roberto Pacchetti, anch’esso vicino a Salvini, mentre il Pd chiedeva un “riequilibrio”.Mentre per M5S può aver contato la drastica rimozione di Giuseppe Carboni dalla direzione del Tg1, oltretutto senza trovargli una ricollocazione.
(Continua su Il Fatto Quotidiano)

 

(Nella foto Carlo Fuortes)