Pubblicato il 28/12/2021, 15:02 | Scritto da La Redazione

Polonia: il presidente Duda fa marcia indietro sulla legge contro Discovery

Il presidente della Polonia dice che porrà il veto alla legge sulle restrizioni dei media, osteggiata dagli Stati Uniti

The New York Times, pagina 3, di Andrew Higgins.

Nel tentativo di evitare di mettere in pericolo le relazioni tra la Polonia e gli Stati Uniti, il suo più stretto alleato e protettore militare, il presidente polacco, Andrzej Duda, ha annunciato ieri che porrà il veto su una controversa legge sui media, che avrebbe potuto portare una rete televisiva di proprietà americana a perdere la sua licenza. Il veto ha frustrato lo sforzo lungo anni da parte di elementi più duri nel partito nazionalista del governo polacco per limitare l’influenza straniera e ridurre lo spazio dei media del Paese, ridotti a megafono delle opinioni profondamente conservatrici e talvolta xenofobe del partito di maggioranza.

Duda l’anno scorso ha vinto un secondo mandato con il sostegno del partito di Governo, Legge e Giustizia. Il suo veto è probabile che metta a dura prova un Governo di coalizione già fragile e aspramente diviso su quanto spingere un’agenda conservatrice radicata nella fedeltà alla Chiesa cattolica e nella convinzione che la sovranità polacca prevalga sugli impegni verso i partner dell’Unione europea e della Nato, a cui la Polonia ha aderito nel 1999. Il leader del partito Legge e Giustizia, Jaroslaw Kaczynski, ha insistito che la legge sui media non era rivolta agli investitori americani, ma era per proteggere la Polonia dall’ingerenza russa e cinese e per impedire ai trafficanti di droga di comprare i media polacchi per «riciclare denaro sporco». Questo non è servito a molto, dato che l’emittente più colpita dalla legge è Tvn, che ha numerosi canali, tra cui il popolare all news Tvn24, e che è posseduta in maggioranza dalla società americana Discovery Inc. attraverso una filiale registrata in Olanda.

Imbavagliare l’opposizione

L’emittente è stata più critica nei confronti del governo rispetto alla maggior parte dei media, specialmente l’emittente pubblica polacca, TVP, che è diventata un portavoce dell’amministrazione. Da quando Legge e Giustizia ha preso il potere nel 2015, la Polonia è scivolata costantemente nella classifica della libertà dei media, finendo dietro il Malawi e l’Armenia in una lista annuale compilata da Reporter senza frontiere, un gruppo con sede a Parigi che monitora e fa pressione per la libertà di stampa. Citando gli accordi economici e commerciali con gli Stati Uniti, il presidente Duda ha detto che si sarebbe rifiutato di firmare la legge perché «se abbiamo fatto un accordo, dobbiamo mantenerlo» in modo da garantire che la Polonia sia vista come «una nazione onorevole». Ha aggiunto: «Voglio che la Polonia sia percepita in questo modo dai suoi alleati».

Con la Polonia già ai ferri corti con l’Unione europea sullo stato di diritto, i diritti L.G.B.T.Q. e altre questioni, Duda ha detto che voleva evitare scontri potenzialmente dirompenti sulla legge sui media. «Non abbiamo bisogno di ulteriori dispute in questo momento», ha detto il presidente a Varsavia, «Abbiamo un sacco di problemi. Abbiamo una pandemia, abbiamo l’inflazione», ha aggiunto. La legge sui media è stata adottata per la prima volta dalla camera bassa del Parlamento polacco in ottobre e, dopo essere stata respinta dal Senato controllato dall’opposizione, è stata ripresa questo mese attraverso una serie inaspettata di manovre legislative pre-natalizie che hanno fatto infuriare l’opposizione e hanno anche suscitato critiche da Gran Bretagna e Stati Uniti, i più forti sostenitori della Polonia nella Nato.
(Continua su The New York Times)

 

(Nella foto Andrzej Duda)