Pubblicato il 22/12/2021, 17:04 | Scritto da La Redazione

Guida ragionata alle serie TV da vedere fra Natale e Capodanno

Guida ragionata alle serie TV da vedere fra Natale e Capodanno
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: da "Harlem" (la nuova "Sex e The City") a "Coyotes" (uno spiazzante campeggio scout), da "Maid" (che a ogni puntata fa ripetere: «Ma dai no! Anche questa, non è possibile!») a "The Ferragnez" (la famiglia più selfizzata dell'universo, che qui per vezzo citazionista e pauperista si stringe sul divano a guardare la televisione a mo' di Simpson) ecco come divertirsi, riflettere, commuoversi, rilassarsi.

Le serie tv sotto l’albero

Il Foglio, pagina 1, di Mariarosa Mancuso.

Harlem di Tracy Olivier, con Meagan Good, Grace Byers (dieci episodi su Amazon Prime). Ecco la nuova Sex e The City, per niente nostalgica e contemporanea. Camille, Quinn, Tye e Angie erano diventate amiche alla New York University, ora hanno 30 anni e vivono a Harlem. Una Harlem come non l’avete mai vista, localini alla moda e nuove professioni (ma era abbastanza inedita anche la Harlem borghese, in piena Renaissance anni Venti, nel film Passing di Rebecca Hall, bianco e nero su Netflix). Tante sfumature di nero, e di molte altre faccende. Camille è in attesa di una promozione all’università dove insegna (e dove la wokeness è vangelo): la capa promette e ancora promette, ma ancora non s’è visto nulla. Tye ha inventato e gestisce una app di incontri per persone queer (e nere, va da sé). Angie vuole fare l’attrice, ma intanto bivacca nell’appartamento piuttosto lussuoso della stilista Quinn, figlia di mamma benestante – i vestiti sono di gusto dubbio, all’inizio non è accertato neanche il talento dell’aspirante attrice.

I problemi d’amore continuano a occupare la scena, contemporanei eppure così antichi. La queer Tye vuol mollare le amanti prima di essere mollata, ha pronto il suo discorsetto “cara meriti di più” – tale e quale ai maschi che se la vogliono filare senza conseguenze. La romantica Quinn ha un appuntamento disastroso a Long Island, e lì rimane fino all’alba. L’ex di Camille improvvisamente torna in città, sono invitati alla stessa festa, e lei fa le prove davanti allo specchio per sembrare disinvolta e disinteressata al revival. Che c’è di nuovo, oltre all’inedito panorama e a una certa brillantezza di scrittura e regia? Spiega la showrunner. «Ci sono radicali differenze nel dating online. Le ragazze bianche guardano la foto e si domandano: mi piace oppure no? Le ragazze nere devono prendere in considerazione altri fattori. Non sarò per lui un feticcio o magari un trofeo? Non sarà uno dei maschi bianchi che esce solo con ragazze di colore?».

Maid

Maid di Molly Smith Metzler, con Margaret Qualley (dieci episodi su Netflix) Non sta in cima alle nostre preferenze – tendiamo piuttosto al cinismo e all’ironia, scudi contro i sentimenti sbrodolati sui social. Ma piace tanto, da quel che sentiamo in giro: nelle chiacchiere e nello scambio di consigli le serie hanno scalzato il cinema. Piace perché le disavventure di Alex e della figlia Maddy (dal memoir di Stephanie Land tradotto in tutto il mondo, in italiano lo pubblica Astoria con il titolo: «Donna delle pulizie. Lavoro duro, paga bassa e la volontà di sopravvivere di una madre») sono talmente accavallate e disastrose da far dire a ogni scena: «Ma dai no! Anche questa, non è possibile!» – detto con tutto il rispetto per la vita grama di Stephanie Land, e dalla sua ferrea volontà di scappare dal marito violento con la bambina in collo e solo 200 dollari in tasca. Nella serie sono anche meno, i numeretti in sovrimpressione mostrano i soldi che man mano se ne vanno, per la benzina e il cibo.

I servizi sociali Usa paiono il tremendo labirinto raccontato da Ken Loach in Sorry We Missed You. Non hai diritto a dormire nei ricoveri per donne maltrattate se non hai un lavoro, e i mestieri per una madre senza qualifiche sono puro sfruttamento: stracci, divisa e detersivi a carico della poveretta, padroni di casa che ordinano di svuotare nella pattumiera un frigo pieno di roba buona. Partono per il fine settimana, sarebbe la giustificazione. Son questi i dettagli esagerati che urtano, assieme a certi flashback di felicità famigliare con fotografia da Mulino Bianco. La vita è stentata, il lavoro a distanza di traghetto moltiplica le possibilità di arrivare in ritardo. Alex la mamma esemplare non perde mai la calma, neanche quando deve recuperare la bambola perduta in uno spartitraffico. Scende dall’auto, prende il giocattolo, si gira e vede la macchina semidistrutta, investita da un guidatore ubriaco. Dentro c’era la piccola Maddy nel seggiolino, miracolosamente salva
(Continua su Il Foglio)

 

(Nella foto Harlem)