Pubblicato il 19/11/2021, 14:34 | Scritto da La Redazione

Drag Race convince grazie all’ironia

Drag Race convince grazie all’ironia
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: il critico del “Corriere della sera”, Aldo Grasso, promuove il talent show in onda sull’Ott Discovery+.

Drag Race Italia, un talent nel segno della fluidità e dell’ironia

Corriere della sera, pagina 59, di Aldo Grasso.

Con la benedizione di Tiziano Ferro è iniziato il più baracconesco, il più rutilante, il più sfrenato programma dell’anno: Drag Race Italia (Discovery+). Prodotto da Ballandi (6 puntate da 75 minuti, con rilascio settimanale in piattaforma), il talent show presenta la sfida di otto drag queen a colpi di spettacolari performance per aggiudicarsi il titolo di «Italia’s First Drag Superstar».

In un attimo, appena Ava Hangar, 36 anni di Carbonia, si definisce «una drag rassicurante, una soubrettona svampita che non spaventa la gente» o Enorma Jean, 46 anni di Milano, interpreta la parte della sciura pazza milanese (un omaggio alla Signorina Snob di Franca Valeri?) o Divinity, 27 anni di Napoli, rivendica la voglia di riscatto del Sud o Elecktra Bionic, 27 anni di Beinasco, raggiunge i due metri con i tacchi e con marcato accento piemontese, ecco, d’un tratto, impallidiscono le atmosfere queer della tv generalista, i manierismi di tante conduzioni, le molte sedicenti icone gay.

Il cast

A presentare Drag Race Italia ci sono la «zia» Priscilla, l’attrice Chiara Francini e il non so cosa Tommaso Zorzi. Ma, evento surreale, giudice della prima puntata, c’è Cristina D’Avena. Due concorrenti si sono sfidati in pedana dovendo interpretare Occhi di gatto, sigla dell’anime omonimo trasmesso anni fa da Italia1. In più occasioni ci viene spiegato che cos’è lo spirito drag: non solo travestimento, outfit scintillanti, make-up spettacolari, non solo eccesso, non solo battibecchi infarciti di «Tesoro mia», ma anche arte performativa, anche messaggi, «contro i canoni e gli stereotipi», anche «la capacità di evidenziare l’unicità di un essere umano attraverso il processo della trasformazione, annullando il concetto di sessualità binaria», qualunque cosa voglia dire.
(Continua su Corriere della sera)

 

(Nella foto Drag Race)