Pubblicato il 02/09/2021, 15:01 | Scritto da La Redazione

Paola Perego e Simona Ventura: Da nemiche ad amiche inseparabili

Paola Perego e Simona Ventura: «Insieme in tv, sfidiamo chi ci vuol male»

Oggi, pagina 1, di Alessandro Penna

Paola Perego e Simona Ventura hanno condotto oltre un centinaio di programmi in due. Con l’Auditel hanno vinto così spesso da poter esibire quasi con orgoglio, come prova di normalità, i pochi flop racimolati in carriera. Hanno fondato due stili: uno di velluto (Perego); l’altro che è una scarica elettrica (Ventura). Ora hanno deciso di fondare anche una comune: condurranno insieme Citofonare Rai2, dal 3 ottobre su Rai2, appunto (tutte le domeniche, dalle 11.10 alle 13). A spingerle, la curiosità: vogliono capire se la loro grande amicizia funziona anche sul piccolo schermo.

Chi ha avuto l’idea?
Perego: «lo. Stavo scrivendo il programma con il mio gruppo di autori e cercavamo un guizzo che rompesse gli schemi, pur restando nel solco dei contenitori domenicali della Rai. Allora mi sono detta: “Ma perché non mettere a condurre due donne? Non l’ha fatto mai nessuno!”. Proprio pochi giorni prima io e Simona ci eravamo dette quanto sarebbe stato bello lavorare insieme».
Quanto ci ha messo a convincerla?
P.: «Un minuto. Nella vita privata ci divertiamo come matte, abbiamo questa voglia di ridere anche delle sciocchezze, questo ottimismo che fa a pugni con il mondo che ci circonda. Siamo sicure che, come dice lei. la nostra chimica “arriverà” ai telespettatori».
V.: «Ma quale minuto? Un secondo! Sono orgogliosa che abbia pensato a me, è una proposta splendida, che ha. anche il sigillo del direttore di Rai2 Ludovico Di Meo».
Definite il programma in poche parole…
P.: «E un contenitore utile, dissacrante, allegro, per tutti. Accompagneremo gli italiani al pranzo della domenica».
V.: «Due coinquiline un po’ zitelle che si incontrano e scontrano per tenervi compagnia».

Come vanno le prove?
P.: «Quali prove?».
V.: «Già, quali prove?».
Partite tra un mese, non state provando?
P.: «Le prove le faremo all’ultimo. Con gli autori abbiamo scritto la sua parte pensando a lei, ma senza dirle nulla. Poi abbiamo fatto una full immersion di due giorni nella mia casa di campagna, in Sabina, per cucirci meglio addosso questo vestito. Ho scoperto che Simona fa dei fiori di zucca in pastella strepitosi. Io mi sono limitata ad apparecchiare e sparecchiare».
V.: «Era la prima volta che li facevo, i fiori di zucca. Non c’è tutto questo bisogno di prove, sappiamo bene quali sono le parti in commedia. E poi mi fido molto di Paola. Rimpiango solo di averla conosciuta così tardi».
La full immersion si è svolta in armonia o sono nati i primi screzi? Due primedonne, un solo palco…
P.: «Siamo della vecchia guardia. sappiamo che, se funziona il programma, faremo bella figura anche noi».
V.: «So che girano già scommesse su quanto dureremo. Ve lo dico io: moltissimo. dureremo!».
Fate tanto le amicone, ma siete amiche solo dal 2017.
P.: «Io ero nell’occhio del ciclone come mai nella vita (per via di un’info-grafica un po’ greve sulle donne dell’Est a Parliamone sabato, che portò alla chiusura del programma. ndr) e lei scrisse un tweet in mia difesa. Si espose, andando contro la Rai. Molte mie amiche più “storiche” si sono limitate alla solidarietà privata, via WhatsApp».
V.: «Trovai quel linciaggio indegno, oltre che ingiusto. Non potevo girare la testa dall’altra parte. La mia libertà e il mio coraggio li ho pagati cari, ma sono fatta cos!».
P.: «Dopo quel tweet la chiamai per invitarla a cena».
V.: «Una cena di pesce fantastica!».
P.: «E lì scoprii la vera Simona: una persona dalla sensibilità incredibile. Da “fuori” la credevo una dura».
V.: «Era una corazza, tesoro. Io rimasi sorpresa dal livello del suo romanticismo: oltre ogni limite».

Basta salamelecchi: sino a quattro anni fa vi detestavate o quasi.
P.: «Esagerato».
V.: «Lo provi!»
«Non ci siamo mai amate moltissimo», ha detto una volta Simona.
P.: «Appartenevamo a due squadre diverse, lei a quella di Lele Mora, io a quella di Presta (dove ora è “confluita” anche la Ventura, ndr)».
V.: «Era come la guerra dei mondi!»
P.: «Ci guardavamo con prudenza, per usare un eufemismo. Io ritenevo fosse una grandissima professionista, che rendeva “suo” tutto quel che toccava: non conduceva programmi, aveva fondato un genere. Ma credevo anche che fosse, umanamente, quel che era sul palco: una donna tosta, un po’ sopra le righe».
V.: «Io avevo grande stima di Paola, ma non potevo esprimerla pubblicamente: la mia fazione mi avrebbe linciata (ride, ndr).
I maligni sostengono che avete deciso di condurre insieme non per virtù, ma per necessità: da sole stavate collezionando flop e allora meglio unire le forze…
P.: «Ho 40 inni di carriera sulle spalle, sarebbe inumano aspettarsi solo trionfi. Non ho paura di niente».
V: «Non leggo i commenti degli imbecilli. Però una cosa voglio sottolinearla: di due uomini una fesseria così non l’avrebbero detta. Due uomini che dividono il palco sono dei fighi, due donne sono delle fifone terrorizzate dall’Auditel. Ma mi faccia il piacere!».
(Continua su Oggi)

 

(Nella foto, da sinistra, Paola Perego e Simona Ventura)