Pubblicato il 19/07/2021, 09:16 | Scritto da La Redazione
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Quel pasticciaccio brutto del nuovo digitale

In attesa del bonus tv vendite bloccate e magazzini pieni

Il Sole 24 Ore, pagina 6, di Valeria Uva.

Magazzini pieni di nuovi televisori, clienti arrabbiati per le offerte a prezzo pieno, vendite al palo: sono gli effetti del ritardo con cui sta partendo l’operazione “rottamazione” dei vecchi televisori. Manca poco più di un mese al primo settembre quando in tutta Italia cambierà lo standard per le trasmissioni televisive, ma il bonus per passare ai nuovi apparecchi non è ancora materialmente disponibile. All’appello mancano pochi decisivi passaggi: dal decreto attuativo già firmato, non ancora pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale», ai quindici giorni di vacatio legis, fino ai ritocchi alla piattaforma telematica delle Entrate che gestirà le richieste e le autorizzazioni. Lo sconto, previsto per tutti, senza limite di Isee, vale il 20% del prezzo di acquisto, fino a un massimo di 100 euro.

Gli Europei sono un ricordo, per le Olimpiadi di Tokyo in partenza questa settimana potrebbe essere già tardi. Ma il vero rischio per il nuovo bonus tv è l’effetto “schermo nero”. Perché se l’incentivo alla rottamazione dovesse ancora tardare o la macchina organizzativa incepparsi all’ultimo momento, si potrebbe arrivare a settembre, alla fatidica data dello switch off, ovvero del passaggio al nuovo standard di trasmissione del segnale tv senza che il bonus da 100 euro sia ancora disponibile. E a quel punto basta avere in casa un tv acquistato prima del 22 dicembre 2018 e dunque con buona probabilità non più in grado di ricevere il nuovo segnale per i canali tradizionali (Rai e Mediaset, ad esempio) per dover correre a comprare un nuovo apparecchio se si vuole evitare lo “schermo nero”.

L’incentivo

Certo per l’incentivo, sulla carta, mancano pochi passaggi: il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha firmato nei giorni scorsi il decreto attuativo e ora si attende la pubblicazione in Gazzetta e i successivi 15 giorni di vacatio legis. Ma anche dopo quella data servono ulteriori dettagli tecnici, che preoccupano non poco i rivenditori. L’attuale situazione, un po’ paradossale, la riassume bene Davide Rossi, direttore generale di Aires, l’associazione che riunisce le grandi catene di negozi di elettronica: «Abbiamo i magazzini pieni di televisori e dobbiamo mandar via i clienti a mani vuote e loro, arrabbiati, pensano siamo noi a non voler scontare il tv». Insomma, gli annunci sono partiti, il contributo no.

La tecnologia

Dal primo settembre, salvo proroghe dell’ultim’ora, cambierà in tutta Italia lo standard di trasmissione del segnale televisivo, passando dall’attuale digitale terrestre allo standard DVB-T2. Per capire se lo schermo di casa è abilitato occorrono alcune verifiche tecniche, ma in linea di massima se l’apparecchio ha anche solo tre annidi vita, cioè è stato comprato prima del 22 dicembre 2018 è probabile non sia adeguato: va sostituito o aggiornato con un decoder. La novità non riguarda lo streaming e gli abbonamenti satellitari. Difficile calcolare con esattezza il parco apparecchi da cambiare: una prima stima della Fondazione Bordoni ne conteggiava oltre 20 milioni, altri si fermano a 10 milioni, anche perché non è detto che vengano tutti rottamati.
(Continua su Il Sole 24 Ore)