Pubblicato il 28/06/2021, 19:01 | Scritto da La Redazione
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Alberto Matano: Abbiamo cambiato La vita in diretta e abbiamo vinto

Alberto Matano: «Abbiamo lavorato sul campo senza nascondere le emozioni»

La Repubblica, pagina 27, di Silvia Fumarola.

«L’emozione del ritrovamento del piccolo Nicola Tanturli mi ha fatto riflettere sul racconto del reale, mi ha riportato all’essenza del mio lavoro e di quando ho deciso di fare il giornalista, che vuol dire essere testimoni. Vivo in uno studio televisivo» spiega Alberto Matano «ma ho cominciato con la cronaca». Pubblico fedele (18% di share, la puntata col ritrovamento di Nicola ha toccato il 25), La vita in diretta – che tornerà a settembre su Rai1 – è l’appuntamento con la cronaca più seguito. «Mi considero una specie di capostazione», dice Matano «i nostri inviati sono i treni ad alta velocità che transitano nella stazione, lo studio. Giuseppe Di Tommaso era in Toscana per il caso del piccolo Nicola, ed è successa una cosa miracolosa: ha ritrovato il bambino».

La stagione si è chiusa sull’onda dell’emozione: com’è andata?
«Non dimenticherò mai la telefonata di Giuseppe, quello che è successo rivaluta il lavoro degli inviati, la fatica. In tempi di smart working ha ribadito quanto sia importante stare sul campo, con gli occhi e il cuore. Questo è un lavoro che va fatto con rigore e rispetto. Il miracolo, lo definisco così, del ritrovamento di Nicola è stato una ricompensa».
Come lavorate al programma?
«L’impegno è totalizzante, tutti i giorni ci riuniamo su Zoom alle 9.30 poi ci ritroviamo all’ora di pranzo. Gli inviati hanno fatto un lavoro pazzesco: la verità ha pagato. Il pubblico si emoziona perché per primi non nascondiamo le emozioni».
La pandemia ha stravolto il modo di fare televisione, gli studi si sono svuotati. Le è mancato il pubblico?
«La vita in diretta è cambiata, abbiamo ripensato la trasmissione da zero: quando c’erano gli ospiti in studio e l’intervista finale, la presenza del pubblico scaldava l’ambiente. Poi c’è stato un cambio narrativo, oggi il programma è essenziale: gli inviati spiegano sul posto cosa succede. Quindi penso di andare avanti così, le storie sono protagoniste assolute».
È cambiato anche lei: ha mai pensato di tornare al Tg1?
«No, neanche nei momenti più difficili. Il telegiornale è stata un’esperienza formativa, mi ha dato autorevolezza, popolarità: condurre il Tg, il notiziario più importante, ti responsabilizza e ti insegna come reagire in diretta. Hai un ruolo “istituzionale”. Sai che devi rimanere impassibile, impari il controllo e a tenere a freno le emozioni. Una grande scuola. Quando conduci un programma è diverso, puoi dire cosa pensi, lasciarti andare».
(Continua su La Repubblica)

 

(Nella foto Alberto Matano)