Pubblicato il 22/03/2021, 17:33 | Scritto da La Redazione
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Claudio Gioè pasionario per il Sud

Claudio Gioè pasionario per il Sud
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: euforico per il successo di “Màkari”, l’attore la butta in politica: «Al Sud manca tutto, dalle strade e ai servizi. E dire che costerebbe meno realizzare un Km di ferrovia qui, che non tra la Lombardia e il Piemonte... Ci credo che il Nord è più efficiente, dopo che si è investito dieci volte tanto!».

Claudio Gioè: «Al Sud manca tutto»

Libero, pagina 20, di Emilia Santini.

Morto un cult, se ne fa un altro. Nemmeno il tempo di piangere la possibile fine di Commissario Montalbano, e la stessa casa di produzione Palomar tira fuori dal cilindro una nuova fiction giallo – siciliana: Màkari. In onda stasera su Rai1, ha per protagonista un Claudio Gioè in forma smagliante che, per l’occasione, si riscopre addirittura sciupa femmine: «Ma quella, mi creda, è la parte meno riuscita della storia», assicura divertito l’attore.

È pronto a raccogliere l’eredità di Montalbano?
«Calma, calma. Gli ascolti sono molto buoni (oltre 6 milioni di spettatori, ndr), ma qualsiasi confronto con un prodotto così longevo è azzardato. Noi abbiamo appena iniziato a muovere i primi passi…».
Di certo però restituite un’immagine più contemporanea della Sicilia: sbaglio, o non c’è traccia di mafiosi in Màkari?
«Il racconto del Mezzogiorno va aggiornato: negli anni scorsi si sono accesi giustamente i riflettori sulle tante tragedie che hanno scosso questa terra. Esiste però anche una Sicilia contemporanea che è capace di guardare al suo presente e al suo futuro, facendo all’occorrenza autocritica: è questo che abbiamo voluto raccontare in Màkari».
Quali luoghi comuni sul Sud considera ormai superati?
«Beh, sicuramente l’idea che la gente del Meridione sia inoperosa e non abbia voglia di lavorare. Semmai il Mezzogiorno d’Italia soffre di un gap di 160 anni di discriminazione politica-istituzionale».

Cosa non si è fatto?
«Veda lei: qui manca tutto, dalle strade e ai servizi. E dire che costerebbe meno realizzare un Km di ferrovia qui, che non tra la Lombardia e il Piemonte… Ci credo che il Nord è più efficiente, dopo che si è investito dieci volte tanto! Anni fa abbiamo pianto la crisi economica della Grecia dimenticandoci che il Sud Italia versa nelle stesse situazioni da troppi decenni. Io non sono uno statista quindi non ho soluzioni, però registro con dolore la mancanza nelle agende politiche di una seria volontà di unificare questo Paese».
Il protagonista di Màkari deve re-inventarsi lavorativamente: un po’ come accade (e accadrà) a molti cittadini provati dalla pandemia. Fino a che punto però è fattibile riciclarsi?
«Non sarà facile con tutte le aziende che stanno chiudendo. Personalmente credo che bisognerebbe rivedere il concetto stesso di reddito da lavoro: anziché percepire un guadagno dal mestiere svolto, ognuno dovrebbe ricevere un assegno universale che gli garantisca una vita dignitosa e civile, indipendentemente dal fatto che abbia trovato o meno un lavoro».
Una sorta di reddito di cittadinanza, ma più alto e per tutti?
«Diciamo di sì. L’idea non è mia: è uno studio che stanno portando avanti in Germania e Svizzera. Si tratterebbe di azzerare incentivi, pensioni e casse integrazione per garantire a ciascuno, dalla nascita fino alla morte, un’entrata congrua per avere una vita decorosa. In tal modo non si sarebbe più ricattabili dai datori di lavoro e si potrebbe davvero seguire le proprie passioni».

 

(Nella foto Claudio Gioè)