Pubblicato il 10/03/2021, 11:32 | Scritto da La Redazione

Montalbano non sono, chiaro? Parola di Claudio Gioè

Montalbano non sono, chiaro? Parola di Claudio Gioè
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: da lunedì su Rai1 va in onda “Makari”. Anche questa serie è prodotta da Palomar e ambientata in Sicilia, ma il protagonista Claudio Gioè, che interpreta un giornalista-investigatore, dice: «Felice dell’accostamento con il grande commissario, però raccontiamo un’isola diversa».

Claudio Gioè: L’anti-Montalbano? «No, un giornalista»

Il Messaggero, pagina 19, di Gloria Satta.

L’anti-Montalbano? O l’erede del celebre sbirro, ancora campione di ascolti, ma ormai orfano di Andrea Camilleri e del regista Alberto Sironi? Né l’uno né l’altro, anche se la Sicilia è sempre sullo sfondo, la commedia si mischia al “giallo” e il disincanto lega storie e personaggi. «Sono felice se il mio nuovo personaggio, Saverio Lamanna, viene accostato al mitico commissario, ma la nostra serie Màkari è un’altra cosa: racconta una Sicilia più contemporanea, a tu per tu con le proprie contraddizioni, in cerca dell’identità tra un passato da cui affrancarsi e il riscatto ancora da trovare», risponde Claudio Gioè.

Detective per caso

Da lunedì 15 marzo l’attore palermitano, 46 anni, sarà su Rai1 protagonista di Màkari, la fiction diretta da Michele Soavi e ispirata ai libri di Gaetano Savatteri (Sellerio): fa un brillante giornalista e aspirante scrittore che, licenziato da portavoce di un politico per un tweet sbagliato, torna nella sua Sicilia e s’improvvisa detective. Nel primo dei 4 episodi, I colpevoli sono matti, tra amicizie ritrovate e amori inaspettati (nel cast Domenico Centamore, Ester Pantano, Antonella Attili), Lamanna s’impegna a risolvere il mistero celato dietro la morte di un bambino. «Il mio personaggio torna in Sicilia dopo anni passati fuori portando uno sguardo affettuoso e al tempo stesso critico, con ironia, sui luoghi comuni che accompagnano la nostra terra: Savatteri li ha raccontati benissimo», dice Gioè. «Sono felice di accendere una luce sulla cultura della mia isola. Anch’io, dopo un trentennio trascorso a Roma, da un anno e mezzo sono rientrato a Palermo per ritrovare le mie origini, gli amici, la famiglia. La città ha la potenzialità di essere nuovamente un polo culturale del Mediterraneo se riuscirà a liberarsi da un passato ingombrante e a proiettarsi nel futuro».

Il territorio

Anche in questa nuova serie, prodotta da Palomar come Montalbano, il territorio è in primo piano: dopo il barocco del Ragusano, i telespettatori scopriranno le meraviglie “caraibiche” della costa nordoccidentale dell’isola tra Palermo e Trapani come il borgo di Màkari, San Vito Lo Capo, la Riserva dello Zingaro. «Quella zona, prima meta esotica di noi palermitani, appartiene ai miei ricordi più belli», rivela Claudio, «di mio ho messo nella fiction, oltre al senso dell’amicizia, la nostalgia per i luoghi: dovunque sono andato ho portato il Sud nell’anima». Gioè, occhi azzurri e presenza carismatica in tanti film (I cento passi, Boris, La mafia uccide solo d’estate) e fiction deve la popolarità globale al ruolo di Totò Riina interpretato nella serie Il capo dei capi. «Non ho mai pensato di prendere le distanze da quel personaggio negativo», spiega, «continuo a ricevere complimenti trasversali ed è stato un piacere interpretarlo, senza giudizi morali».

 

(Nella foto Claudio Gioè)