Pubblicato il 19/03/2021, 11:35 | Scritto da La Redazione

L’onore e il rispetto ora è un’inchiesta giudiziaria: bancarotta, suicidio e setta

Autore tv suicida, faro sul fallimento di Ares

Il Messaggero, pagina 11, di Marco Carta e Valentina Errante.

Adua del Vesco ha confermato al pm le pressioni subite dagli attori della Ares, da parte della società di produzione, e il ruolo centrale di Alberto Tarallo. Ma l’inchiesta sulla morte di Teodosio Losito, il produttore e sceneggiatore che si è impiccato a un termosifone, nella sua villa di Zagarolo, nel 2019, adesso sembra sempre più complessa e potrebbe intrecciarsi anche con il fallimento della società. La procura di Roma, che coordina le indagini per istigazione al suicidio, punta a fare chiarezza sulla gestione della società che, a dicembre 2020, è stata oggetto della sentenza del Tribunale fallimentare.

Debiti per un milione e mezzo, pretesi dai creditori. Una cifra relativamente bassa, a fronte del giro di soldi gestito dalla società amministrata proprio da Losito, che, però, non deteneva quote. È un altro filone rispetto a quello che riguarda le presunte pressioni su attori e attrici della “scuderia” da parte della casa di produzione di Tarallo, socio di maggioranza e compagno di Losito.

Le pressioni

Nei giorni scorsi Adua Del Vesco, sentita in procura come testimone, ha confermato al pm di avere subito pesanti ingerenze e pressioni dalla casa di produzione che l’ha lanciata, ieri è stata la volta dell’attrice Eva Grimaldi, convocata dal pm Carlo Villani come persona informata sui fatti, per rispondere alle domande su ingerenze e pressioni che condizionavano la vita privata di chi era sotto contratto. Un atto istruttorio iniziato intorno alle 11 di mattina ed è terminato solo nelle prime ore del pomeriggio. Due giorni fa la prima ad essere convocata in procura è stata Adua Del Vesco, al secolo Rosalinda Cannavò. E l’attrice davanti al pm ha confermato quanto detto pubblicamente durante quella chiacchierata mandata in diretta dal Grande Fratello Vip in una conversazione con l’altro “ospite” della casa, Massimiliano Morra. I due parlavano proprio della morte di Losito e la soubrette aveva affermato: «Non vivevo più, se non fossi fuggita avrei fatto una brutta fine», sostenendo che Losito fosse stato indotto al suicidio.

In quella circostanza la Del Vesco faceva riferimento alla figura di Tarallo e al suo ruolo di manipolatore. Nella chiacchierata «notturna» i due affrontato l’episodio del suicidio del produttore facendo riferimento a una sorta di setta. Tarallo veniva definito “l’innominabile” portatore del male e dell’energia negativa. Parole che sono costate all’attrice una querela per diffamazione da parte dei legali del produttore, ma che avrebbe ripetuto anche in procura. Al pm, infatti, avrebbe riferito della sua sofferenza e di come si sentisse controllata da Tarallo, delle pressioni subite e delle regole rigide da seguire, pena smettere di lavorare. Di regole rigidissime aveva parlato anche l’attore Francesco Testi, sentito due giorni prima in procura, e fino al 2015 attore della scuderia Ares. Testi, in alcune interviste, ha raccontato che chi accettava di lavorare con la società di produzione doveva rinunciare ad «avere legami affettivi stabili» chiarendo, però, che si trattava di una scelta «consapevole», nessun tipo di imposizione.

 

(Nella foto Eva Grimaldi)