Pubblicato il 18/08/2020, 14:02 | Scritto da La Redazione

Piero Chiambretti: Vorrei essere un giovane Raimondo Vianello

L’azzardo di Piero

Corriere della sera, pagina 36, di Renato Franco.

«Il Gattopardo insegnava che si cambia tutto per non cambiare niente, noi non cambieremo niente per cercare di cambiare tutto». La cifra di Piero Chiambretti si muove sempre tra paradosso e riflessione, ironia e leggerezza profonda. A distanza di anni da precedenti illustri, scende in campo pure lui: dal 21 settembre (su Italia1 in seconda serata) prende il posto di Pierluigi Pardo per condurre Tiki Taka.

Lei arriva al lunedì quando i fiumi di parole sul caldo si sono dati appuntamento nel grande mare dei luoghi comuni…
«La prima difficoltà è questa: cercare di dire cose che altri non dicono, una sfida molto difficile perché gli argomenti che tengono banco sono sempre quei 4 o 5. La maggior parte degli opinionisti, di tutte le reti, anche le locali, parla degli stessi temi nello stesso modo, eppure hanno un loro seguito. Sono convinto che questa ipnosi verbale sia il vero senso del calcio parlato».
Quello del calcio è un mondo permaloso, come riuscirà a far accettare la sua ironia?
«Questa è la seconda difficoltà: capire quanto del chiambrettismo posso infilare dentro un programma di calcio senza perdere quello che quel pubblico vuole realmente, ovvero anche al lunedì sentire parlare di calcio. lo ho la licenza di scherzare sul calcio, ma lo farò con la dovuta attenzione, entrando non a gamba tesa, ma in punta di piedi. Anche per essere più alto».
Il calcio ha rappresentato il ritorno alla (quasi) normalità dopo il lockdown.
«Il calcio è l’oppio dei popoli: è uno sport nazionale non solo per chi lo gioca ma anche per chi lo parla».
Raimondo Vianello con il programma Pressing è stato il perfetto interprete dell’ironia applicata al calcio.
«Io sarei lusingato di essere un giovane Vianello, ma lui è stato un monumento della tv italiana, un grande maestro, un signore assoluto. Io lavoro in una generazione televisiva dove l’eleganza è passata in secondo piano, dove la battuta sottile non ha l’impatto che aveva in quegli anni».
Tifa Torino: finalmente un conduttore di parte a carte scoperte?
«Il Toro non fa male perché fanno male le squadre che vincono sempre e diventano subito antipatiche. Non corro questo rischio».

 

(Nella foto Piero Chiambretti)