Pubblicato il 17/09/2017, 14:01 | Scritto da La Redazione

Game of Thrones, sei finali contro gli spioni

Game of Thrones, sei finali contro gli spioni
Conclusioni multiple per l'ottava stagione Obiettivo: depistare gli spoiler su Internet. Così su Il Secolo XIX.

Casey Bloys, presidente di Hbo: «Bisogna farlo per forza, quando si ha un progetto così lungo»

 

 

Rassegna Stampa: Il Secolo XIX, pagina 37, di Elena Nieddu

 

INCUBO SPOILER

IL PRODUTTORE HBO HA STUDIATO CONCLUSIONI MULTIPLE PER L’OTTAVA SERIE

Game of Thrones, sei finali contro gli spioni

 

LA SCELTA DEL PRODUTTORE

Una serie, sei finali

“Game of Thrones contro gli spioni

Conclusioni multiple per l’ottava stagione Obiettivo: depistare gli spoiler su Internet

 

ESCLUDENDO i reati normati dal codice penale, esistono malfattori più odiosi dei rivelatori di finali? La risposta è semplice, pulita: no. Nell’epoca contemporanea si chiamano spoiler, ma sono antichi come il mondo: pare – ma è impossibile da verificare – che già ai tempi dei fratelli Lumière ci fossero dei buontemponi che si appostavano all’uscita del cinematografo, rassicurando gli spettatori sull’efficienza e l’affidabilità delle ferrovie francesi. Ebbene, dai primi tentativi con la settima arte a oggi il mondo è cambiato e i rivelatori di finale si sono spostati (anche) sulla rete, così come l’attenzione e l’affetto di molti spettatori sono stati catturati dalle serie televisive. “Game of Thrones” non fa eccezione. Dal momento che l’ottava serie in arrivo, quando è appena finita la settima, è un bocconcino troppo ghiotto per coloro che vivono rovinando le sorprese agli altri, la casa produttrice Hbo è corsa ai ripari ancor prima del ciak. “Se non puoi batterli fatteli amici”, devono aver pensato da quelle parti, visto che hanno dato ai professionisti dello spoiler ben sei panini per i loro denti famelici e acuminati: tante, infatti, sono le conclusioni che verranno confezionate e che casualmente finiranno in rete, in pasto ai fini esegeti dei finali, per confonderli e depistarli. Intendiamoci, il gossip sull’ending – happy o unhappy che sia – ci sarà comunque. Ma, secondo quanto scrive il New York Times, sarà impossibile capire quale chiosa sia quella autentica. «Bisogna farlo per forza, quando si ha un progetto così lungo» ha detto il presidente di Hbo, Casey Bloys. «Se giri qualcosa, la gente viene a saperlo. Ma se si realizzano più versioni, non c’è una risposta definitiva su quale sia la conclusione corretta fino a che l’episodio non viene trasmesso», ovvero alla fine del 2018 o all’inizio del 2019. Non c’è niente di nuovo sotto il sole, in verità. Anche quello dell’inganno è un escamotage antico quanto la vita sul Pianeta (ne sa qualcosa Omero, con il suo cavallo di Troia) e nemmeno troppo originale. I frequentatori di serie televisive d’antan ricorderanno che lo stesso accorgimento è stato adottato per “Dallas”, quando era in ballo l’individuazione dell’assassino del miliardario J.R. (a proposito, chilo uccise? E’ incredibile come anche le cose più importanti finiscano nel dimenticatoio). In tempi più recenti, la moltiplicazione di finali toccò anche a “I Soprano” e a “Breaking Bad”. Più recentemente, i produttori di “The Walking Dead” hanno scelto di girare ben undici scene di morte di altrettanti possibili vittime di Negan, insomma una specie di ecatombe, per lasciare gli spettatori incollati agli schermi fino alla fine. Originale o no, eccessivo o giusto, il provvedimento andava preso dopo l’attacco selvaggio subito da “Game ofThrones” nell’ultima serie. Episodi e sceneggiature sono stati pubblicati in rete durante la settima tranche di puntate, grazie a tagli, giochetti e soprattutto gaffes dei partner della produzione. Addirittura, un episodio intero finì pubblicato sui siti Hbo Nordic e Hbo España: vi restò poche ore, ma più che sufficienti a fare il giro del mondo che ormai, si sa, è un villaggetto globale formato da poche, misere casupole. A proposito di leaks, ovvero rivelazioni, per raccontare una delle più clamorose è necessario ritornare al cinema, ovvero al lunghissimo-metraggio. L’ira del regista Quentin Tarantino fu davvero funesta, quando, nel 2014, ritrovò in rete la sceneggiatura segretissima di “The Hateful Eight”, film con cui Ennio Morricone vinse l’Oscar per la colonna sonora. Tarantino imprecò – anche online – e si arrabbiò e ricominciò da capo. Per fortuna la rete garantisce l’anonimato: nessuno vorrebbe essere nei panni dell’incauto ladro di sceneggiature chiamato al cospetto del regista che ha “violato”. Soprattutto se il suddetto regista non lesina i bagni di sangue nelle sue pellicole e conosce perfettamente il modo di far esplodere un cuore con cinque colpi della dita.

 

(Nella foto, un frame di Game of Thrones)