Pubblicato il 09/07/2017, 16:01 | Scritto da La Redazione
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Mediaset, la tv generalista ora guarda al mondo del digitale

«A Cologno si pensa insomma sempre più a una «Spotify della Tv» che alla «vecchia» (e mai decollata) Mediaset Premium».

 

Rassegna Stampa: Corriere della Sera, pagina 55, di Aldo Grasso in collaborazione con Massimo Scaglioni

 

LA TELEVISIONE IN NUMERI

Mediaset, la tv generalista ora guarda al mondo del digitale

 

Se la presentazione dell’offerta Rai per la prossima stagione è stata dominata dalla polemica sui «volti» (il contratto di Fabio Fazio, il futuro di Massimo Giletti…), quella di Mediaset ha puntato più sui contenuti. La filosofia su cui si orienta Cologno sembra essere questa: la tv generalista è, in Italia, più viva che mai, bisogna solo «traghettarne» l’esperienza nel mondo del digitale. Dicono che la pay tv classica (fatta di abbonamenti vincolanti, canali lineari e costi elevati) abbia il fiato corto, a fronte delle molte offerte più «leggere» che viaggiano in Rete (Netflix e gli OTT). Così, il contenuto, localmente prodotto, «caldo» e spesso in diretta, è ancora una volta la chiave per il successo. E dunque sul contenuto italiano o da «Strapaese» (De Filippi, Bonolis, «Striscia», «Iene», Celentano) si punta: venendo ai numeri, le tre principali reti commerciali hanno incrementato, in questi anni, le serate di produzione «made in Mediaset», che sono passate da 241 dello scorso anno a 281 (di cui 96 su Italia 1, 93 su Canale 5 e 92 su Rete4). Per la stagione 2017-18 l’incremento di produzione di fiction, intrattenimento e approfondimento è previsto dal 25% (Canale 5) al 3396 (Italia 1). Una mole di contenuto realizzato in Italia (anche se spesso basato su format internazionali) pronto per approdare nel mondo digitale: il nuovo servizio «Mediaset Play» (attivo, però, solo dal 2o18!) consentirà, seppure in ritardo, una fruizione «anywhere» (W, tablet, telefonini) e «anytime» (tutto on-demand), consentendo di passare facilmente dal «tutto gratuito» (pubblicità inclusa) a progressivi livelli di pagamento (per i contenuti pregiati), sul modello «freemium» (in parte free e in parte pay). A Cologno si pensa insomma sempre più a una «Spotify della Tv» che alla «vecchia» (e mai decollata) Mediaset Premium.

 

(Nella foto, il logo Mediaset)