Pubblicato il 27/05/2017, 13:01 | Scritto da La Redazione
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Rai, Campo si dimette. C’è Del Brocco in pole

Rai, Campo si dimette. C’è Del Brocco in pole
Il direttore generale rimette il mandato al ministro dell'Economia Padoan. "Peccato non essere arrivato in fondo, ma non c'erano più le condizioni". Così su Repubblica.

Rifiutata la proposta di andare a dirigere Rai Cinema. “Rinuncio anche ai compensi”

 

 

Rassegna Stampa: Repubblica, pagina 15, di Aldo Fontanarosa

 

Rai, Campo si dimette

C’è Del Brocco in pole

 

Il direttore generale rimette il mandato al ministro dell’Economia Padoan “Peccato non essere arrivato in fondo, ma non c’erano più le condizioni” Rifiutata la proposta di andare a dirigere Rai Cinema. “Rinuncio anche ai compensi”

 

«Peccato, mi sarebbe piaciuto arrivare fino in fondo. Ma non c’erano più le condizioni». Antonio Campo Dall’Orto motiva così, ai suoi fedelissimi, le decisioni di queste ore. Ieri l’ormai ex direttore generale della Rai ha rimesso il mandato nelle mani del ministro dell’Economia Padoan. Lunedì formalizzerà le dimissioni con una lettera al presidente Maggioni. Il manager è comunque felice perché – a suo parere – i 22 mesi di lavoro alla guida della televisione di Stato, negli ultimi 3 0 4 stavano dando risultati particolarmente buoni. Campo ha citato il programma di Virginia Raffaele Facciamo che io ero; la serata per Giulio Regeni su Rai3 con la proiezione del docufilm di Repubblica Nove giorni al Cairo; lo «straordinario evento» di Fabio Fazio da Palermo per Falcone e Borsellino. Tutte medaglie che – pensa – resteranno ben visibili sul suo petto. Al ministro Padoan, che lo ha visto ieri pomeriggio alle 15, Campo Dall’Orto non ha fatto alcuna richiesta economica ( tipo, mega liquidazioni o altro). E l’ormai ex dg spiegherà in un comunicato, la prossima settimana, le condizioni della sua uscita. Anche qui, per segnare un punto. Soprattutto Campo ha lasciato cadere la proposta di un influente consigliere di amministrazione che gli ha promesso la guida di RaiCinema come poltrona di consolazione. L’idea di nominare Campo amministratore delegato di Rai Cinema lascia pensare che l’attuale ad Paolo Del Brocco resti il grande favorito per la poltrona di futuro direttore generale della Rai. Il manager ha un curriculum competitivo. La laurea in Economia, gli anni passati alla Esso, la lunghissima militanza a Viale Mazzini, dove è entrato nel 1991. Peraltro Del Brocco – grazie al ruolo di finanziatore del cinema- ha tessuto una rete di relazioni fitta e trasversale che lo rende gradito ad ambienti politici i più diversi. Circolano anche i nomi di Luciano Flussi, numero uno di Rai Pubblicità; e di Valerio Fiorespino, ex responsabile delle Risorse Umane, ora “emigrato” all’Istat. Fiorespino – che aveva un contratto a tempo indeterminato con la televisione di Stato – ha ricevuto un incentivo per lasciare Viale Mazzini. La cosa è legittima, ma rappresenta anche un ostacolo al suo eventuale viaggio di ritorno verso Rai. E poi c’è la politica. Alcuni dei nomi in pista non hanno alcuna frequentazione con il mondo renziano, circostanza che certo non li aiuta. Lunedì, dunque, Campo scriverà la lettera di dimissioni e la spedirà alla presidente Monica Maggioni, legale rappresentante della televisione di Stato. La missiva sarà trasmessa al ministero dell’Economia (azionista quasi totalitario della Rai) e al Consiglio di amministrazione, che si riunirà tra mercoledì e giovedì. Aquel punto, partirà la procedura di nomina del nuovo direttore generale che richiede la convocazione della assemblea dei soci della tv pubblica. Una assemblea totalitaria – con il ministero e la Siae come azionisti, il Cda in carica e il Collegio dei sindaci – si può radunare d’urgenza in 48 ore. Un’assemblea straordinaria richiede otto giorni, prima che si riunisca. Ed è questa la tempistica che sembra prevalere. Sul tavolo dei vertici Rai, in questo momento di passaggio e confusione, resta la questione del tetto ai compensi di 240 mila euro lordi l’anno. Il Consiglio di amministrazione si era dato la scadenza del 2 giugno per scrivere il regolamento che avrebbe esentato gli artisti da ogni vincolo alle retribuzioni, come il governo e il parere dell’Avvocatura dello Stato autorizzano a fare. Sono 42 le trasmissioni che hanno in capo contratti di importo superiore ai 240 mila euro. Campo Dall’Orto, ormai in uscita, pensa che spetti ai consiglieri risolvere questa grana e varare il nuovo regolamento. Possibile che i consiglieri si assegnino una nuova mini proroga rimettendo la palla nel campo del direttore generale entrante. I tempi però sono stretti visto che la televisione pubblica illustrerà i nuovi palinsesti già il 28 giugno a Milano, quando il quadro di regole dovrà essere chiaro, per forza. Quel giorno, almeno questo è certo, non sarà Campo a presentare l’offerta di programmi per il 2017-2018.

 

(Nella foto, la statua equestre di Viale Mazzini)