Pubblicato il 17/04/2017, 15:05 | Scritto da La Redazione

Serie Tv: Twin Peaks va a Cannes e rompe un taboo

Serie Tv: Twin Peaks va a Cannes e rompe un taboo
Il ritorno di David Lynch è l’evento più atteso di una stagione che sembra d’oro. Anche in Italia, dalle famiglie di “Tutto può succedere” a “Non uccidere” e “1993”. Così Gianmaria Tammaro su “La Stampa”.

Twin Peaks riappare a Cannes nella primavera delle serie tv

Rassegna stampa: La Stampa, di Gianmaria Tammaro.

Il ritorno di David Lynch è l’evento più atteso di una stagione che sembra d’oro. Anche in Italia, dalle famiglie di “Tutto può succedere” a “Non uccidere” e “1993”.

Thierry Frémaux, delegato generale di Cannes, è sicuro: nel concorso principale del Festival non ci saranno mai serie tv. Né quest’anno né prossimamente. Le sue parole precise, intervistato da Screen Daily, sono state: «No. Not at all. Not at all». Ripetuto due volte perché, si sa, repetita iuvant. La sensazione, però, è che tra i titoli annunciati in concorso e fuori concorso quest’anno a Cannes quelli che abbiano attirato di più l’attenzione del pubblico siano due serie tv, Twin Peaks e Top of the Lake. E anche se per Frémaux «è un caso», solo questo, non possiamo fare a meno di pensare che la tv, quella cosa piccola, commerciale e rumorosa, si sia rifatta prepotentemente avanti e che ora, proprio adesso, sia una realtà concreta e verissima. E forse, ecco, anche più del cinema.

I soldi nel piccolo schermo  Di discorsi così, lo sappiamo, se ne fanno da anni e li abbiamo fatti anche noi, su queste pagine. Si fa anche una distinzione – vera e attendibile a seconda dei punti di vista – tra «peak television» e «golden age» del piccolo schermo (in soldoni: troppa tivù, spesso inutile; e boom di qualità). Una verità vera, cioè attendibile da qualunque prospettiva la si voglia guardare, è difficile da ottenere ed è ancora più difficile da formulare. Sappiamo però questo: i soldi sono tornati in televisione (in tutte le sue forme e derivazioni, smart, online, offline, streaming e on demand), e al cinema si sta più attenti.

Si punta, come dimostra la saga di Fast and Furious, all’evento unico e irripetibile, alla spettacolarizzazione dell’esperienza, e a privilegiare – come sottolinea brillantemente il critico Gabriele Niola su Badtaste.it – «un coinvolgimento di pancia e meno di testa». Ma le serie tv, oggi, sono il presente. Sono quello che vende, che attira, che interessa anche gli addetti ai lavori (narrativamente, certo; e anche per le possibilità di sbizzarrirsi creativamente).

Sarebbe interessante tentare una classificazione, un po’ come si fa con le ere geologiche, della vita rinnovata della televisione. Questa – volendo contrapporre il nostro metro di misura alla velocità e alla dinamicità della rete e dei tempi in cui viviamo – potrebbe essere la primavera. Una primavera lunga, rigogliosa; forse, a tratti noiosa. Ma bella da vedere, da vivere e da sentire.

Serie tv vengono annunciate ogni giorno; e serie tv vengono rinnovate e riproposte ciclicamente, con una puntualità quasi – ed è il caso di dirlo – stagionale. E non solo nel mondo, ma anche – ed eccola, forse, una novità da tenere in considerazione – in Italia. Esperimenti felici, alcuni più riusciti, altri meno riusciti, sono stati fatti da tutti. Sono stati fatti da Sky, dalla Rai; sono stati fatti anche da Mediaset – forse ancora troppo legata al modello fiction. Ma che le serie tv siano sostanza dell’intrattenimento made in Italy è cosa evidente per tutti.

Per fare qualche nome: il 20 aprile, su Rai 1, arriverà Tutto può succedere 2, comedy per tutta la famiglia che si rifà, e nemmeno tanto vagamente, alla tradizione anglosassone. Ancora: su Sky Atlantic, il 16 maggio, toccherà a 1993 e nemmeno un mese dopo, su Rai 3, sarà il turno della seconda stagione di Non uccidere. Per non parlare dei progetti in cantiere: il sequel di The Young Pope di Sorrentino, in stand-by per il film su Berlusconi; e la serie tv su L’amica geniale di Elena Ferrante, produzione Fandango-Wildside, diretta da Saverio Costanzo; quindi ZeroZeroZero di Stefano Sollima, su traccia di Roberto Saviano, e Gomorra 3.  

Sul fronte americano e inglese, vanno sicuramente citate Taboo (dal 21 aprile Sky Atlantic), American Gods (dal primo maggio su Amazon), Sense8 2 (dal 5 maggio su Netflix), Master of None 2 (dal 12 maggio su Netflix) e la già ricordata Twin Peaks 3 (dal 21 maggio su Sky Atlantic; il 26 in replica e doppiata). E poi ci sono gli eventi – i grandi, attesissimi eventi del piccolo schermo: House of Cards, con la sua quinta stagione, dal 30 maggio su Sky Atlantic, e Il Trono di Spade 7, pure questo su Sky Atlantic, in onda dal 16 luglio.

 

(Nella foto una scena di Twin Peaks)