Pubblicato il 17/12/2016, 14:01 | Scritto da La Redazione
Argomenti:

Gentiloni premier potrebbe copiare la sua riforma Rai

Gentiloni premier potrebbe copiare la sua riforma Rai
Nella situazione di emergenza in cui versa l'Italia quella del servizio pubblico radiotelevisivo non è una priorità assoluta ma per chi - come Gentiloni - crede nel ruolo di un'informazione pubblica corretta ed equilibrata, la riforma della Rai resta un'esigenza fondamentale e ineludibile. Così su Il Fatto Quotidiano.

Il neo Premier è stato presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai (2005-2006) e poi ministro delle Comunicazioni nel secondo governo Prodi

 

Rassegna Stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 13, di Giovanni Valentini

 

IL SABATO DEL VILLAGGIO

Gentiloni premier potrebbe copiare la sua riforma Rai

 

“Tutti i potenti presumono di poter alterare la bozza della propria vita con una copia, giocando sul fatto che ormai è sempre più difficile distinguere i falsi dagli originali”. (da “Il trono vuoto” di Roberto Andò-Bompiani,2012, pagg. 62)

 

Fra tutti i potenziali successori di Matteo Renzi alla guida del governo, Paolo Gentiloni è senz’altro il più competente ed esperto in materia di comunicazioni e in particolare di radiotelevisione. Oltre a essere un giornalista, come tanti altri suoi colleghi politici che per lo più usurpano il titolo professionale, il nuovo premier ha diretto per otto anni Nuova Ecologia (la rivista mensile di Legambiente), è stato presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai (2005-2006) e poi ministro delle Comunicazioni nel secondo governo Prodi (2006-2008). In quest’ultima veste, Gentiloni ha fatto due tentativi di riformare prima il sistema televisivo e poi la Rai, ma entrambi i provvedimenti rimasero lettera morta e quindi non entrarono mai in vigore. ORA È SENZ’ALTRO vero che nella situazione di emergenza in cui versa l’Italia, fra crisi istituzionale e crisi economica, terremoto, legge elettorale, banche e Mezzogiorno, quella del servizio pubblico radiotelevisivo non è una priorità assoluta. Ma per chi – come Gentiloni – crede nel ruolo di un’informazione pubblica corretta ed equilibrata, la riforma della Rai resta un’esigenza fondamentale e ineludibile. E perciò c’è da auspicare che il neo-presidente del Consiglio non si rassegni alla decadenza della tv di Stato. Che cosa contenevano le due riforme di Gentiloni ministro delle Comunicazioni? In breve, quella del sistema televisivo prevedeva l’adeguamento della legge Gasparri alla direttiva dell’Unione europea (denominata “Televisione senza frontiere”), soprattutto in merito ai “tetti” pubblicitari: si aboliva il Sic (Sistema integrato delle comunicazioni) che aveva ampliato artificiosamente questo settore di mercato per proteggere le reti Mediaset e si riduceva la soglia massima della raccolta televisiva per favorire la redistribuzione delle risorse fra tutti gli altri media. La riforma della Rai stabiliva invece che la proprietà dell’azienda sarebbe passata finalmente dal ministero dell’Economia a una Fondazione indipendente, modificando le regole per nominare il Consiglio di amministrazione fuori dalla prassi della lottizzazione politica, a cui non sono estranei – magari a loro insaputa – neppure gli attuali consiglieri di minoranza. Ecco, se adesso il presidente del Consiglio volesse imitare l’ex ministro, il suo governo potrebbe riproporre queste norme sulla radiotelevisione pubblica, per affrancarla finalmente dalla doppia sudditanza alla politica e alla pubblicità. Avendo fotocopiato il governo precedente, Gentiloni potrebbe anche copiare la propria riforma. Almeno una dichiarazione di intenti in questo senso servirebbe a lanciare un segnale significativo e apprezzabile per richiamare la Rai ai suoi doveri e ai suoi compiti istituzionali. Sul piano politico, questa può essere una cartina di tornasole, un test rivelatore per verificare il grado di autonomia del nuovo governo rispetto al precedente. Prestanome, controfigura, comparsa, Avatar, replicante, negli ultimi giorni Gentiloni s’è sentito attribuire un campionario di epiteti che verosimilmente non intaccheranno la sua flemmatica imperturbabilità. Ma, per acquisire un minimo di rispetto e credibilità, questo governo deve dimostrare nei fatti di non essere soltanto un Renzi-bis, un governo fotocopia. E per il premier Gentiloni non c’è di meglio che adottare la riforma della Rai firmata dall’ex ministro Gentiloni.

 

 

 

(Nella foto, la statua equestre di Viale Mazzini)