Pubblicato il 14/09/2016, 11:32 | Scritto da La Redazione
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Rai: si va verso il tetto dei 250mila euro per i manager

Rai: si va verso il tetto dei 250mila euro per i manager
In Cda si discute del nodo retribuzioni primo step per l'autoregolamentazione. Più vicine le cifre previste per i manager pubblici: 20% in più per i contratti a tempo. Così Marco Castoro su “Il Messaggero”.

Stipendi d’oro, la Rai taglia: verso il tetto di 250mila euro

Rassegna stampa: Il Messaggero, pagina 9, di Marco Castoro.

In Cda si discute del nodo retribuzioni primo step per l’autoregolamentazione. Più vicine le cifre previste per i manager pubblici: 20% in più per i contratti a tempo.

Per una volta a Viale Mazzini non si è perso tempo. La tanto attesa autoregolamentazione sugli stipendi di direttori e dirigenti Rai comincia a muovere i primi passi. Fin dal primo cda dopo le vacanze. Ci si era lasciati con l’intento di mettere in pratica un codice di norme e criteri per individuare parametri e livelli destinati a incidere sui compensi annuali. In modo da stabilire quanto debba prendere un direttore di rete, di tiggì, un responsabile di settore. IL PRIMO STEP Oggi ai consiglieri verrà illustrato il primo step sull’autoregolamentazione. Saranno mostrati loro gli studi tecnici compiuti dalla direzione del personale. L’invito a darsi una “regolata” è arrivato prima dell’estate proprio dal sottosegretario allo Sviluppo Economico, Antonello Giacomelli, che ha cercato di scuotere il consiglio di amministrazione allo scopo di pressare di più i vertici Rai. L’operazione trasparenza si è trasformata in un boomerang quando l’opinione pubblica ha scoperto che il dg Antonio Campo Dall’Orto percepisce 650mila euro lordi l’anno e che ci sono 90 dipendenti che intascano un compenso superiore ai 200mila annui.

Per non parlare poi delle cosiddette star, i conduttori tv, che raggiungono stipendi d’oro con contratti a tempo determinato, i quali però tengono conto del valore di mercato (dai compensi milionari di Fabio Fazio e Bruno Vespa al mezzo milione di Massimo Giletti). Cifre che restano top secret, nonostante da più parti (a cominciare da Renato Brunetta e dal consigliere Carlo Freccero) si chieda di renderle pubbliche. Come si fa per i contratti dei calciatori. Dopo l’invito energico di Giacomelli, i consiglieri Rai hanno lanciato delle proposte per abbassare i compensi e portarli vicini al tetto indicato dal Governo per i manager della pubblica amministrazione (240mila lordi l’anno). Ovviamente laddove sia possibile e non ci siano motivazioni (e sentenze) diventate legittime nel tempo e quindi intoccabili. Si pensa a un tetto annuo di 250mila, con un’indennità del 20% in aggiunta per chi ha un contratto a tempo determinato. Incarichi di direzione rinnovabili al massimo una sola volta, salvo deroghe. Deroghe che permetterebbero di sforare il tetto solo ai manager con compiti di rilevanza strategica come il dg, il direttore finanziario, il capo del personale. Inoltre occorre individuare delle linee guida per risolvere le annose questioni che si ripetono ogni qualvolta che si è davanti a un avvicendamento di ruolo. I dirigenti rimossi non possono continuare a restare senza incarico e a percepire ugualmente lo stipendio come se fossero ancora in carica. O si liquida o si ricolloca: non esistono altre via.

LE CAUSE Così come accade per i giornalisti, i quali una volta terminato il mandato possono tornare a svolgere le vecchie mansioni con conseguente ritorno al compenso precedente. Dal cda di oggi si comincia con la verifica delle ipotesi tecniche. Perché la Rai non può continuare a essere considerata una specie di cuccagna, un carrozzone che a differenza di altre aziende non ha accompagnato all’uscita i dirigenti rimossi, ma ha continuato a pagarli. Altro errore fatale è stato quello di non proporre contestualmente i ricollocamenti. Ci sono 1.300 cause, si viaggia alla media di un contenzioso ogni 10 dipendenti. Come si fa a ottenere risultati dalla spending review se si è schiavi di errori e sprechi del passato?

 

(Nella foto la statua equestre di viale Mazzini)