Pubblicato il 07/08/2016, 17:30 | Scritto da Francesco Sarchi
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I sessant’anni di Zio Gerry

I sessant’anni di Zio Gerry
Punta di diamante di «Mediaset» da settembre in tv con Tu Si Que Vales. Così Marida Caterini su "Il Tempo".

Oggi è il compleanno dello showman nato in radio e consacratosi in televisione

Rassegna Stampa, Il Tempo, Pag. 15, di Marida Caterini

I sessant’anni di Zio Gerry

Punta di diamante di «Mediaset» da settembre in tv con Tu Si Que Vales

di Marida Caterini

Quaranta ma non li dimostraè il titolo di una nota commedia teatrale di Peppino e Titina De Filippo. Per Gerry Scotti (all’anagrafe Virginio) basta aggiungere un ventennio in più e l’effetto è il medesimo: Sessantama non li dimostra. Il conduttore taglia oggi, 7 agosto, il traguardo delle sessanta primavere, la maggior parte delle quali trascorse all’ombra del vecchio tubo catodico ed ora della nuova tv 2.0 strettamente legata ai social network. Palinsesti Mediaset alla mano, Scotti appare coinvolto in molti futuri impegni televisivi. Sono almeno tre i programmi nei quali il pubblico di Canale 5 lo ritroverà nelle consuete vesti di conduttore. A settembre torna come giudice di gara nella nuova edizione del talent Tu si que vales accanto a Maria De Filippi, Rudy Zerbi ed alla new entry Teo Mammucari. Sempre nell’imminente nuova stagione rieccolo aprire e chiudere botole per far precipitare nel vuoto concorrenti che non rispondono esattamente alle sue domande nel quiz della fascia preserale dal titolo Caduta libera. Un successo della scorsa stagione, uno dei pochissimi programmi di Canale 5 che non « caduto» nel trash e nella volgarità. E che ha, in qualche modo, rivalutato la personalità del conduttore rinforzandone la familiarità e consacrandolo definitivamente con quell’appellativo «zio Gerry» a lui tanto caro. Un game show condotto senza sbavature, con familiare professionalità non scevra da autoironia con qualche perdonabile concessione alla autocelebrazione del suo personaggio. Infine il neo sessantenne sta preparando anche un programma per bambini talentuosi, una rivisitazione di Little Big Shots, format americano nel quale, però, i piccoli partecipanti non verranno giudicati. E qui il passato «scottiano» irrompe prepotentemente mostrando anche gli errori fatti dal conduttore nella sua lunga carriera al servizio sempre di un unico «padrone»: la tv commerciale. Una imperdonabile leggerezza è l’aver accettato la conduzione di Io canto, show per baby artisti dalle ugole d’oro nato per contrastare l’analogo programma Ti lascio una canzone condotto da Antonella Clerici su Rai 1. L’ effetto fotocopia fu stridente, le polemiche infuriarono con la conseguenza che il programma fu interrotto dopo quattro edizioni per ” caduta libera” degli ascolti: dal 24,48% della prima edizione, Io canto crollò al 13,36% dell’ultima andata in onda dal settembre al novembre del 2013. Ora «zio Gerry» ci riprova ma con la novità della «non competizione» tra i baby artisti. Una maniera per non incorrere in ulteriori polemiche legate alla valutazione dei bimbi da parte di una giuria. Ma anche una possibile ricaduta in un trend che sfrutta i bimbi per far leva sulla tenerezza che ispirano. Spulciando ancora indietro nel suo passato, troviamo quella sterzata politica durata una legislatura, dal 1987 al 1992: fu eletto deputato nel collegio di Milano tra le fila del Partito Socialista guidato allora da Bettino Craxi. Un’esperienza che tende a dimenticare perchè, come ancora afferma oggi, «il suo apporto non è servito a nulla, non ci si può improvvisare politici». Eppure aveva firmato 33 progetti di legge rimasti inascoltati. Zio Gerry è fondamentalmente legato ai quiz. Passaparola lo consacrò nuovo re del genere e creò il fenomeno di costume delle Letterine. Il milionario ne rafforzò la notorietà. Ci sono stati anche Il Quizzone, La Stangata e Money drop e Avanti un altro! E qui il presentatore commise un altro errore di valutazione: l’aver sostituito alla conduzione del game Paolo Bonolis penalizzò Scotti e la stessa trasmissione. La bonaria e familiare aura che circonda «zio Gerry» non era assolutamente in sintonia con le atmosfere pecorecce, gridate e spesso volgari, nelle quali Bonolis si trovava invece a proprio agio. Restano però punti fermi nella sua carriera programmi come Paperissima (con Michelle Hunziker) e La Corrida che, dal 2002 al 2009, venne riesumata per lui acclamato come erede dell’ideatore e conduttore storico Corrado Mantoni. Nel lungo curriculum ci sono anche incursioni nella sitcom (Finalmente soli con MariaAmelia Monti) e nella recitazione (Il mio amico Babbo Natale con Lino Banfi). Insomma una carriera a 360 gradi per uno dei volti storici di Mediaset, non avendo mai cambiato casacca televisiva. In Rai lo abbiamo visto solo in sporadiche ospitate.

(Nella foto Gerry Scotti)