Pubblicato il 02/07/2016, 17:32 | Scritto da La Redazione
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Bollani: L’importante è avere un piano, così la Rai mi ha sorpreso

Bollani: L’importante è avere un piano, così la Rai mi ha sorpreso
Il pianista: in autunno un late show sulla prima rete stile jam session. Così in un’intervista di Egle Santolini sul quotidiano “La Stampa”.

A settembre il programma su Rai 1 e quest’estate il tour.

 

Rassegna stampa: La Stampa, pagina 30, Egle Santolini.

Il pianista: in autunno un late show sulla prima rete stile jam session.

Ci ha creduto davvero, Stefano Bollani, «solo all’annuncio ufficiale, alla presentazione dei palinsesti Rai. Sa com’è, ero rimasto scottato. Ma adesso, dopo lo sconcerto, siamo pronti a rimboccarci le maniche». Precisamente un mese fa il pianista e showman ci aveva raccontato di come la Rai l’avesse snobbato: dopo avergli fatto balenare una ripresa del suo Sostiene Bollani per gennaio 2016, «a novembre mi hanno detto che non se ne sarebbe fatto nulla». Per concludere che, a quel punto, lui il telefono non l’avrebbe preso in mano: «Se mi vogliono, sanno dove trovarmi».

Eppure qualcosa doveva già essere nell’aria. Altro che Rai 3, dal 10 novembre, Bollani, lei va diritto su Rai 1, il giovedì, con un late show intitolato L’importante è avere un piano.

«E lei magari si sarà chiesta se avessi raccontato una bugia. Macché: dieci giorni dopo quell’articolo su La Stampa mi chiama Bibi Ballandi e mi dice che c’è una proposta. E allora diciamo che mi avete portato fortuna. Ma io zitto, zitto fino all’ultimo. Ne ho parlato soltanto con Valentina, la mia fidanzata. In casa Bollani si è attraversata una fase di stupore».

Il salto di rete è molto significativo. Vuol dire che cambierà pubblico e linguaggio?

«Non credo sia questo il tema: sarà un programma senza il bollino per appassionati o specialisti, che cercherà di intercettare una platea vasta. La rete ci mette a disposizione un bacino di utenza più largo e poi starà a noi tenercelo stretto. Ma il fatto a cui tengo di più è la mancanza di etichette. Faremo buona musica e basta, senza specificare se si tratti di jazz, pop, rock o classica. Sono distinzioni che detesto e che mettono sempre fuori strada, come quella fra cultura alta e bassa o fra letteratura e fumetto».

Dobbiamo concluderne che, se mandano lei sull’ammiraglia, nel corpaccione della Rai sta davvero succedendo qualcosa di nuovo?

«Direi di sì, e più di quel che si creda».

Sarete registrati?

«Sì, e andremo in onda da Roma».

Staff degli autori?

«Ancora in via di definizione, ma di sicuro farò conto su Fosco D’Amelio e Rosaria Parretti che lavorano con me fin dai tempi, in radio, del Dottor Djembe».

Il genere del late show rimanda a esempi gloriosi, soprattutto americani. E anche qui da noi ci hanno provato in tanti. Che elementi avrà in comune il suo con quei programmi?

«Vista la poca televisione che guardo, praticamente solo le serie come Breaking Bad e Les Revenants, Crozza che fa Germi di soia ripescato su Internet, e Boris che ha illuminato per sempre la tv italiana, il pericolo che faccia qualcosa di conformista mi sembra lontano. Insomma, ho l’ambizione di essere originale. Come nei late show, però, ci sarà una resident band, con membri in via di definizione. E molti ospiti importanti che giocheranno con noi, intercettati tra quelli che passeranno in città o invitati appositamente».

Giocheranno in che senso?

«Che non verranno da noi a presentare il loro ultimo album e stop, ma prenderanno il rischio di tentare roba originale, duetti, slittamenti di genere, insomma non quelle cose che possono trovarsi preconfezionate su YouTube. Abbiamo tutti molta voglia di divertirci, e lo spirito è quello della jam session».

Non si rilasserà tanto, quest’estate.

«E mica solo perché preparo il programma. Il 15 luglio parto con il tour di Napoli Trip, dieci date che comprendono Umbria Jazz, l’Arena Flegrea di Napoli e l’Auditorium della musica di Roma. Poi, da novembre, comincia la sfida».

(Nella foto la sede Stefano Bollani)