Pubblicato il 06/06/2016, 11:31 | Scritto da La Redazione

Maria Giovanna Elmi: Le annunciatrici Rai sono un tesoretto. Errore rottamarle

“Da rottamata Rai scrivo di bellezza e penso al lifting”.

Rassegna stampa: Libero, pagina 27, di Alessandra Menzani.

Dai programmi per bambini alle foto su “Playmen”. “La gente amava le signorine Buonasera e l’azienda ci faceva fare di tutto. E sul mio Sanremo con Grillo…”.

«La Rai Radio Televisione Italiana inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive». Era i13 dicembre del 1954 quando l’annunciatrice Fulvia Colombo entrava per la prima volta nelle case della gente attraverso il televisore, aprendo l’era del piccolo schermo e delle “signorine buonasera”. Oggi, 62 anni dopo, la Rai manda in pensione questa figura. Maria Giovanna Elmi, 76 anni, mitica “fatina” e annunciatrice dal 1968 al 1988, spiega a Libero perché il ruolo suo e di tante colleghe è stato importante. E fa un tuffo in una carriera fatta di tante cose oltre al “buongiorno” e “buonasera”.

Ci è rimasta male per la decisione del dg Antonio Campo Dall’Orto?

«Trovo che sia un peccato. Il primo errore della Rai, quando pensionò me e le altre ex annunciatrici, non fu tanto quello di prendere nuovi volti, che è normale, ma di cambiare immagine. Noi ci mostravamo con piani americani, il rapporto con il telespettatore era diretto e colloquiale. Poi hanno introdotto quel dito puntato in avanti che non mi piaceva: indicare con il dito è maleducazione. Successivamente sono arrivate le figure intere: delle specie di sfilate di moda in cui il telespettatore guardava più che scarpa aveva la signorina che quello che diceva. A questo punto il direttore generale ha pensato che la cosa non avesse più senso».

Una «rottamazione» renziana?

«Io non conosco il dg, non so da dove arrivi. Non è vero che adesso i programmi tv si consultano su Google: in tanti paesini sperduti mica ci sono Adsl e Wi-Fi. Oltretutto vedo che nei canali di musica di Sky, per introdurre un’opera o un artista, ci sono ancora le annunciatrici: segno che questa figura

non è antiquata. Una volta noi annunciatrici eravamo la Rai. “L’ha detto la Rai”, pensava lo spettatore. C’era fiducia, entravamo nelle case. E le dirò di più».

Dica.

«Prendo una frase di Rosanna Vaudetti (altra storica ex Signorina buonasera,

ndr) che a sua volta l’ha copiata da Milly Carlucci: con noi, la Rai aveva un “tesoretto”. Le spiego. Ci usava come impiegate di categoria B: con uno stipendio fisso ho fatto gli annunci, due Sanremo e dieci anni di Sereno Variabile. Costavo di più, al massimo, per le maggiorazioni domenicali e a Natale: non avevo figli e me li facevo tutti. Insomma, la Rai ci guadagnava».

Dal 2003 è arrivata una nuova infornata di “Signorine Buonasera”. Chi le piaceva di più?

«Claudia Andreatti ed Elisa Silvestrin. Bellezze che fanno male, brave, senza accenti. Ma noi, a differenza loro, andavamo in diretta e infatti qualche papera ci poteva scappare».

La sua più famosa?

«Prima di una partita di calcio. Era Capodanno, dopo la tv avevo una festa e mi ero messa in ghingheri, con un abito un po’ scollato, ma nulla di che. Mi guardavo allo specchio dello studio e mi aggiustavo “il davanti”. Non mi resi conto di essere in diretta da un minuto e mezzo. Esco dallo studio e arriva una telefonata: “Siamo gli avieri di Caserta, ma tu ce voi fa morì!”. Mi chiama la Vaudetti: “Maria Giovanna, la mia bambina guardava la tv e mi ha detto: la tua amica si copriva i palloncini”. Poi è arrivata una lettera: “Meno male, anche lei è umana”».

Una lettera della dirigenza?

«No, di un fan. Le lettere della dirigenza arrivavano se facevamo qualche ritardo, c’era una tolleranza massima di cinque minuti. Una volta avevo sforato perché non trovavo parcheggio in via Teulada».

Sul look c’erano dei diktat?

«Sì. Dovevamo entrare nelle famiglie in punta di piedi. Non turbare. Ci vestivamo da sole. Ci davano 90 mila lire ogni tre mesi: non bastavano nemmeno per un paio di scarpe».

Lei è sempre stata chiamata la “fatina”: questa immagine fiabesca e celestiale le stava stretta?

«Ma va’. Una gioia. Il nome nacque dal programma che facevo nel 1968. Mi chiamavo Azzurrina, ero la copilota del Dirigibile con Mal dei Primitives, c’erano tanti pupazzi e bambini. Sono stati loro a ribattezzarmi “fata” perché parlavo coi pupazzi. Essere entrata nel mondo fantastico della mente dei bambini è stata una delle cose più belle della mia carriera».

Perché?

«Perché quei bambini oggi hanno 40-45 anni e si ricordano. Per me fanno cose pazzesche. Un po’ di tempo fa mi trovavo nel traffico a Roma e ho tamponato l’auto di fronte con la mia. Nulla di che. Scende un signore, mi intimorisco. Invece lui dice: “Ma sei Azzurrina! Ti ho trovato!”».

Però ha anche posato per un servizio audace su Playman

«Le spiego. Mi trovavo con il grande fotografo Pietro Pascuttini a scattare per un servizio sul settimanale Oggi, una copertina divertente in cui ero stata al gioco. Ero in accappatoio. Ma con il teleobbiettivo riuscirono a scattare delle foto rubate in cui ero in bikini, con il seno di fuori. Piansi per giorni. Temevo di perdere il posto in Rai».

Nel 1977 ha condotto Sanremo con Mike Bongiorno. Era così severo come dicono tutte?

«No. Era straordinario. Fui chiamata tre giorni prima, perché Mike voleva un personaggio amato: hanno fatto un sondaggio tra autori e patron, e sono saltata fuori io. Non mi ha mai chiamato valletta, ma collaboratrice».

Nel 1978 invece Sanremo l’ha condotto con Beppe Grillo. Le era simpatico?

«Chiariamo: lui era un ospite, la mia guest star. A condurre c’ero solo io. Non so perché oggi su Wikipedia scrivano che l’abbiamo condotto insieme. All’epoca era un comico in fase di ascesa. Negli anni mi ha stupito: era sempre stato contro la tecnologia, oggi fa tutto sul computer. Tornando a Mike, anni dopo mi richiamò all’allora Fininvest al Cantavip».

È mai stata corteggiata da Silvio Berlusconi, allora capo della tv commerciale?

«Al Biscione mi chiamarono due volte, mai lui personalmente. La prima volta chiesi esattamente per quale trasmissione, ma il progetto sfumò. La seconda volta ero legata mani e piedi a Sereno Variabile, Mediaset avrebbe dovuto pagare una penale per avermi, non lo fece e persi quel treno».

Giancarlo Magalli dice sempre che le amanti dei politici, in Rai, si riconoscevano perché le piazzavano nelle trasmissioni del mattino. Concorda?

«Magalli è sempre stato un po’ cattivello. Penso invece che vengano piazzate in un grosso programma, poi se non valgono spariscono».

Lei si è mai sentita scavalcata?

«Beh, a Sereno Variabile fui sostituita da una che da qualche parte doveva pure arrivare. Ora è sparita, ma non fu colpa mia. Alla Rai ho fatto causa e si è risolto tutto».

Grazie a Sereno Variabile, che ha condotto dall’86 per 10 anni, ha anche trovato marito. Il secondo.

«Ero divorziata da sei anni, pensavo soltanto a lavorare. Eravamo nel Triveneto e si rompe il pulmino della Rai. Il sindaco chiese ad alcuni suoi amici la cortesia di venirci a prendere. Arrivarono dieci auto e vidi la mia valigia volare all’interno di una di queste. Al volante c’era lui. Ci siamo sposati

nel 1993 e da allora vivo a Tarvisio, un paesino friulano di 5 mila abitanti in cui ho trovato la mia dimensione. Ma vado sempre nella mia Roma. L’autostrada per Trieste è stupenda, il mio red carpet. In 50 minuti faccio Trieste-Roma. Faccio le mie ospitate, Porta a porta, Tv2000, Costanzo, Fatti Vostri, ho fratelli e amici, anche se tanti sono venuti fin qui per me: la Vaudetti, l’Orsomando, Carmen Russo con il pancione,Maria Teresa Ruta».

Ha votato per il sindaco della Capitale?

«Sì, sono residente. Ma non mi chieda per chi. Dico solo che non voto per i Cinque Stelle, mi sembrano troppo detentori della verità. Nella mia vita non mi sono mai sbilanciata, mi avesse mai aiutato qualcuno…».

Ha conosciuto molti uomini politici nella sua vita?

«Quando ho scritto il libro Il cibo indiscreto, in cui raccontavo la vita attraverso aneddoti culinari, ho intervistato un po’ tutti: Napolitano quando era ai vertici del Partito comunista, De Michelis, Andreotti. Napolitano mi raccontò di aver conquistato la sua ex allieva, poi diventata sua moglie Clio, portandola a pranzo».

Qualche partito le ha mai chiesto di candidarsi (spesso lo fanno coi personaggi dello spettacolo)?

«No, e non lo avrei fatto: in politica bisogna essere invulnerabili».

Ha fatto l’Isola dei famosi a 65 anni, cosa sarà mai la politica?

«L’Isola è stata una passeggiata. Sono stata benissimo, ci sarei rimasta un altro mese. Anzi, avrei meritato il secondo posto dietro a Lory Del Santo, non il bronzo dietro alla Signora Coriandoli. Ma pazienza. Mi avevano messo in guardia: sarà durissima. Ma io ho grande forza di volontà, avevo 50 grammi di riso al giorno, mangiavo un pezzetto di cocco se mi sentivo debole. E poi c’era il mare… L’ho fatta per mettermi alla prova».

E ai lifting pensa mai?

«Le dirò la verità: sì. Ma non al seno, magari al viso. I ritocchi se servono ben vengano».

Ci dica infine un suo sogno?

«Adesso sono concentrata nella promozione del mio libro Bellezza, editore Frame: 65 personaggi famosi, da Sgarbi a Patrizia De Blanck, spiegano cos’è per loro la bellezza. Un vero trattato di 400 pagine! Poi io e la Vaudetti abbiamo scritto un programma. Si chiama Non si preoccupi ci pensiamo noi, è come una sit com in cui noi ex Signorine buonasera risolviamo i problemi. Lo proporremo».

A chi?

«Non c’è solo la Rai. Magari a Striscia la notizia».

(Nella foto Maria Giovanna Elmi)