Pubblicato il 18/05/2016, 12:34 | Scritto da La Redazione
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Il conflitto d’interessi di Rai 2, tra amici, ex colleghi e politica

Il conflitto d’interessi di Rai 2, tra amici, ex colleghi e politica
Il nuovo reality viene affidato alla Magnolia, casa di produzione fondata dalla direttrice Dallatana. Così Laura Rio su “Il Giornale”.

Rai 2 riparte ed è subito conflitto (di interessi)

Rassegna stampa: Il Giornale, pagina 11, di Laura Rio.

Il nuovo reality viene affidato alla Magnolia, casa di produzione fondata dalla direttrice Dallatana.

Certo, una coincidenza, una casualità. Però qualcosa stride. Ieri mattina in Rai sono state aperte le buste del bando di gara per l’assegnazione di un programma che andrà in onda sul secondo canale in autunno, un reality dedicato alla scuola. Quale casa di produzione se l’è aggiudicato? La Magnolia. E chi dirige Rai 2? Ilaria Dallatana, che di Magnolia è stata fondatrice e di cui è stata responsabile fino a due anni fa. E dove sarà girato? Pare a Bergamo (sempre che la location venga confermata), città di cui è sindaco Giorgio Gori, fondatore insieme alla Dallatana della società di produzione in questione e diretta insieme per molti anni. Insomma, uno dei primi programmi dati in appalto per Rai 2 è andato alla ex casa di produzione del neo direttore del secondo canale. E lo show potrebbe trasformarsi in un bel messaggio promozionale per la città del mentore professionale della medesima.

Nulla di male se si pensa che la società in questione è una delle più grandi in Italia e che produce format di successo come L’isola dei famosi e MasterChef. E quindi è naturale che continui a lavorare con la Rai, nonostante il curriculum vitae della nuova dirigente. Nulla di male se si ricorda che è stata una commissione a effettuare le scelte, come prevedono le norme di trasparenza della tv pubblica. Altrettanto importanti erano le altre società che partecipavano alla gara: Fremantle, Toro ed Endemol. Si dirà: Magnolia avrà presentato il progetto editoriale più interessante, più bello e in linea con il budget richiesto. Certamente. Sta di fatto che, allo stato attuale, sono già due i programmi che sono stati affidati a Magnolia per l’autunno: il più importante (e riconfermato) Pechino Express e quello, appunto, appaltato ieri.

Si tratta di un reality che mette a confronto i metodi di insegnamento molto rigidi del passato, nelle scuole degli anni ’50 e ’60, con quelli moderni. Il format originale è inglese, si chiama That’ll Teach ‘Em, prodotto da Twenty Twenty television per Channel 4, e da noi si potrebbe intitolare Il pensionato. Un gruppo di adolescenti viene ripreso in tutte le attività (sportive e culturali) mentre frequenta per alcune settimane un college dove deve sottostare alle ferree regole degli insegnanti, al controllo di supervisori integerrimi. Insomma i ragazzi provano sulla loro pelle i metodi severi di un tempo, quando i docenti erano freddi e distanti e non c’era nessun aiuto (o distrazione) tecnologico. L’obiettivo del programma è quello di verificare se il vecchio metodo portava a risultati di apprendimento migliori o peggiori di quelli attuali. Il format è stato adattato in Francia, Spagna, Norvegia, Germania, Belgio, Olanda e Cile.

Su Rai 2 dovrebbe andare in onda tra ottobre e novembre per quattro prime serate e girato, appunto, in una scuola di Bergamo. Un esperimento che, sulla carta, pare interessante e che si inserisce nella linea editoriale del secondo canale volta a ringiovanire la platea. E che si va ad aggiungere ad altri progetti musicali. Però, già dalle prime avvisaglie dei nuovi palinsesti, i nodi vengono al pettine. Perché se si decide, come ha fatto il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto, di azzerare la filiera di comando interna e di mettere in tutti i punti di comando persone portate dall’esterno, poi i conflitti di interesse (anche se non diretti) vengono alla luce. Ogni volta che a Magnolia verrà affidato un programma, non si potrà non notare chi è stata la sua fondatrice, con chi l’ha fondata (Giorgio Gori) e di chi è stato amico e spiondoctor Giorgio Gori (cioè Renzi).

(Nella foto Ilaria Dallatana)