Pubblicato il 15/05/2016, 12:01 | Scritto da La Redazione
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Michele Santoro: «La Rai di Dall’Orto è un bluff Proprio come l’Italia di Renzi»

Michele Santoro: «La Rai di Dall’Orto è un bluff Proprio come l’Italia di Renzi»
Il giornalista e conduttore tv, contro l'Ad Rai. «Ma Campo Dall'Orto sarà lì per richiamare Bonolis?». Così su Il Fatto Quotidiano.

 

Al Salone del Libro di Torino, Santoro contro il servizio pubblico

 

Rassegna Stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 11, di Francesco Musolino

 

SANTORO CONTRO L’AD RAI “Ma Campo Dall’Orto sarà lì per richiamare Bonolis?”
SALONE DI TORINO – Santoro contro il servizio pubblico

“La Rai di Dall’Orto è un bluff Proprio come l’Italia di Renzi”

I nuovi libri del Fatto Padellaro racconta il lungo viaggio nella storia dei giornali. Lillo “II potere dei segreti”

 

Mi indigna che Antonio Campo Dall ’Orto, il direttore generale della Rai, si auguri soltanto di poter contare sul ritorno di Paolo Bonolis. Ma dopo dieci mesi passati a studiare i palinsesti, è possibile che sia giunto solo a questa determinazione? Dal punto di vista culturale è una vera tragedia. È tutto ciò accade perché ci sono degli impresari e dei produttori che controllano la produzione della tv di Stato”.

IL GIORNALISTA e conduttore tv Michele Santoro, dopo una lunga lontananza dagli incontri pubblici, attacca frontalmente il governo Renzi e le sue annunciate riforme. L’occasione propizia è stata la presentazione de Il potere dei segreti del giornalista e scrittore Marco Lillo, il primo libro della neonata casa editrice del Fatto Quotidiano, “Paper First” svoltasi ieri alla 29esima edizione del Salone di Torino. La casa editrice è nata con l’intento di raccontare ai lettori il dietro le quinte delle indagini più importanti e del mondo dell’informazione, con un occhio verso il futuro, ribadendo con orgoglio sin dal nome, il primato della carta. “Dovrebbero chiamare Daniele Luttazzi e dirgli: ‘Sei in esilio da tanti anni, adesso però non rompere le scatole. Vuoi dire ‘merda, merda, merda? Bene, lo dici una sola volta, ma vai in onda’”. E invece no. La verità –attacca Santoro –è che né Renzi né Grillo si sono dimostrati tolleranti verso coloro che la pensano diversamente. Ma fino a quando ciò non accadrà, nel nostro Paese non ci sarà concorrenza”. Il punto di snodo per Santoro è il parallelo fra la situazione della rete pubblica e l’azione del governo. “La Rai spende centinaia di milioni di euro ma continua a produrre fiction sui santi e Don Matteo. Eppure, con il canone in bolletta avrebbero l’obbligo di essere il primo vettore culturale del nostro Paese, quello da cui si può capire il riformismo di Renzi: se il cambiamento non funziona lì, vuol dire che è un bluff anche nel resto dell’Italia”. Non è l’unico fronte caldo. “Non vi scandalizzate, ma non sopporto il fatto che Nicola Cosentino sia in galera da tempo senza processo. Le sue responsabilità politiche e morali nei confronti dei Casalesi mi sono chiare ma lo Stato di diritto non può venire meno”. E sul futuro, annuncia: “Credo sia il momento propizio per far nascere un polo giornalistico indipendente, capace di mettere insieme pensatori coraggiosi e diversi. Oggi, una forza così farebbe vedere i sorci verdi a tutti”. Marco Lillo, vicedirettore del Fatto Quotidiano, ha ribadito infine l’importanza delle intercettazioni, cardine del suo libro che scoperchia le carte segrete dell’indagine “Breakfast” della Dia di Reggio Calabria: “Le intercettazioni squarciano il velo del potere, smascherano i teatrini. Per questo, le forze politiche si stanno coalizzando per mettere il bavaglio ai giornali con una stretta alla possibilità di pubblicarle paventando sanzioni salatissime”. Il risultato sarà più garantismo ? “Nient’affatto – chiosa Lillo – perché gli editori più munifici pagheranno le ingenti multe e le useranno per la loro macchina del fango. Ancora una volta a discapito dei cittadini”. L’informazione e il suo futuro erano al centro anche dell ’incontro mattutino “Innovare per rinnovarsi” con Andrea Angiolini, Massimo Bray, Iacopo Gori, Cinzia Monteverdi, Gino Roncaglia.

E LO STESSO tema è stato centrale anche nel gremito incontro con Antonio Padellaro, Massimo Fini e Marco Travaglio. È stata l’occasione per presentare il Fatto Personale, edito sempre da Paper First: la biografia “politica – mente scorretta”dell’ex direttore oggi presidente, del Fatto Quotidiano. Una cavalcata nei ricordi con cui Padellaro, fondatore del giornale, ripercorre la propria carriera, dagli anni al Corriere della Sera fino ai giorni nostri, dopo aver lasciato la direzione proprio a Travaglio. “Oggi – afferma Padellaro – il Fatto è sotto attacco giudiziario, le querele ci piombano addosso per tentare di metterci all’angolo”. Ma è la libertà di stampa in toto a essere sotto accusa, tanto che Fini sottolinea, “l’Unità era più libera quando era stalinista”. “Il Fatto Personale – chiosa Travaglio – è un libro allegro e sul futuro della carta stampata sono ottimista. Ma sappiate che se un giorno Berlusconi morirà, e non è detto che accadrà, le sue gesta continueranno a segnare il prossimo futuro. Proprio come le radiazioni di Chernobyl”.

(Nella foto, Michele Santoro)