Pubblicato il 14/05/2016, 16:09 | Scritto da La Redazione
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Vivendi, salta l’affare Cattleya

Tra le cause del mancato deal possibili differenti valutazioni sul valore della transazione oltre all’entrata di Mediaset nell’azionariato francese

Rassegna Stampa: Il Sole24Ore, pagina 23, di Andrea Biondi

Media. Sfuma l’operazione che avrebbe portato il produttore tv nel polo francese
Media.

Sfumano le trattative per l’acquisizione di una quota del produttore italiano di Gomorra 

Vivendi, salta l’affare Cattleya

I NODI IRRISOLTI
  – Tra le cause del mancato deal possibili differenti valutazioni sul valore della transazione oltre all’entrata di Mediaset nell’azionariato francese

 Il matrimonio fra Vivendi e Cattleya non si farà. Si è andati vicinissimi all’altare, ma alle ultime battute, a quanto risulta al Sole 24 Ore, la celebrazione è saltata. Nessun commento dalle parti per questa mancata operazione che aveva preso corpo all’inizio dell’anno quando era emerso un concreto interesse del colosso francese nei confronti della casa di produzione indipendente italiana, entrata anche nel campo della pubblicità dal 2009 e che fra le produzioni di maggior richiamo annovera Romanzo Criminale o Gomorra, per le serie tv. Oppure, sul versante cinema, Cattleya ha prodotto film di successo come «Benvenuti al Sud». Fonti interpellate dal Sole 24 Ore indicano due possibili cause (non necessariamente disgiunte) dello stop all’operazione che si sarebbe potuta sostanziare in un’entrata di Vivendi nel capitale di Cattleya, pur senza acquistarne la totalità. C’è chi punta l’indice verso un problema di valutazione: Cattleya e Vivendi non si sarebbero trovare allineate fra richiesta economica e offerta. Altre fonti guardano alle conseguenze indotte dall’intreccio Vivendi-Mediaset.

Vivendi è azionista di riferimento di Telecom e da poco ha acquisito Premium da Mediaset (con closing previsto nei prossimi mesi), programmando uno scambio azionario del 3,5% con il gruppo di Cologno. Dal canto suo Cattleya è una casa di produzione cinematografica e televisiva indipendente in Italia, con ricavi annui che oscillano fra i 40 e 50 milioni (38,6 i milioni nel 2014).

Le norme italiane ed europee prevedono lo status di produttori “indipendenti” per le società che, fra i vari criteri, presentino anche l’assenza di intrecci azionari con i broadcaster. Essere produttori indipendenti ha impatti in termini di contributi, tax credit e quindi sul valore stesso dell’impresa. In Italia, con la riforma dell’audiovisivo al vaglio del Parlamento, in prospettiva certi sostegni dovrebbero aumentare. L’osmosi fra Vivendi e Mediaset, piombata in scena con la trattativa Vivendi-Cattleya in stato avanzato, da questo punto di vista è quindi incompatibile con il criterio di indipendenza.

Che si sia trattato di questo o di differenti valutazioni sul prezzo (o di entrambi), la realtà porta su strade diverse le due società. Per Vivendi si sarebbe trattato di un consolidamento della new way: dopo tutta una serie di cessioni fra videogiochi e tlc sono rimaste la pay tv (Canal+) e i contenuti (Studio Canal+ e il 26,2% del nuovo gruppo di produzione nato da Banijay- Zodiak). Cattleya, sugli scudi ora per la partenza della seconda serie di Gomorra in onda su Sky, ha fra gli attuali soci il ceo e fondatore, Riccardo Tozzi, che è anche il numero uno dell’Anica oltre ché azionista con il 19,44% (gli altri due soci amministratori Giovanni Stabilini e Marco Chimenez hanno entrambi il 19,42%).

 

(Nella foto Vincent Bollorè)