Pubblicato il 22/04/2016, 18:03 | Scritto da Andrea Amato
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Altro che Rai, per Campo Dall’Orto è Vanity-Mtv

Altro che Rai, per Campo Dall’Orto è Vanity-Mtv
L’ultimo acquisto del direttore generale di Viale Mazzini, Antonella Di Lazzaro, arriva dal solito bacino da cui sta pescando da mesi. Ma allora tra gli 11mila dipendenti Rai non c’è davvero niente di buono?

Aumenta la lista di assunzioni di Antonio Campo Dall’Orto dal settimanale di Condè Nast e dalla rete che ha diretto per anni.

 

C’è un modo di dire per definire il nuovo staff dirigenziale Rai: truppe cammellate. Già, perché il nuovo direttore generale, Antonio Campo Dall’Orto, si è presentato in Viale Mazzini con le sue truppe cammellate, fedelissimi pescati in due ambienti ben precisi: Mtv, broadcaster da cui arriva lui stesso, e Vanity Fair, settimanale dei salotti radical chic. L’ultima in ordine di tempo è Antonella Di Lazzaro, per tre anni direttrice di Mtv Italia, che va in Rai a ricoprire il ruolo di Responsabile Social Media Manager della Direzione Digital. La Di Lazzaro si unisce così alle truppe già formate in questi 9 mesi da Campo Dall’Orto: Gabriele Romagnoli (Vanity Fair), Carlo Verdelli (Vanity Fair), Daria Bignardi (Vanity Fair), Pino Corrias (Vanity Fair), Guido Rossi (Mtv), Gian Paolo Tagliavia (Mtv), Massimo Coppola (Mtv). In quota di minoranza, invece, Magnolia “solo” con Ilaria Dallatana e Francesca Canetta.

La lista è impressionante, ma va detto che il direttore generale ha tutto il diritto di scegliersi gli uomini che meglio possano interpretare il suo pensiero, per governare la tv di Stato. Poi, però, c’è una questione di opportunità: così facendo Campo Dall’Orto sfiducia radicalmente il nutrito e costoso management di Viale Mazzini, definendolo implicitamente inadatto. In un’azienda da 11mila dipendenti statali, forse, si potrebbe cercare bene e a fondo, per trovare qualche valore aggiunto (come è stato fatto con Andrea Fabiano per la direzione di Rai 1), da rivalutare e promuovere. Perché, altrimenti, il dubbio che potrebbe venire a noi cittadini è che quegli 11mila dipendenti siano solo un costo inutile. E alla vigilia del canone obbligatorio in bolletta non sembra una mossa molto strategica.

 

twitter@AndreaAAmato

 

(Nella foto Antonella Di Lazzaro)