Pubblicato il 20/04/2016, 11:32 | Scritto da La Redazione
Argomenti:

La nuova Rai di Campo Dall’Orto – Dal 2020 la tv pubblica in HD

Rai, i “ritocchi” di Campo Dall’Orto: un canale in meno, stretta sui telegiornali

Rassegna stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 8, di Carlo Tecce.

Il nuovo piano industriale. Oggi il Dg presenta la “ricetta”. Conti ancora in rosso.

A otto mesi dall’esordio con lo zainetto in Viale Mazzini, oggi sarà concepita almeno in termini ideali la Rai di Antonio Campo Dall’Orto. Con un elenco di buoni propositi e slanci di modernità, l’amministratore delegato illustrerà il piano industriale in Consiglio. Fra strumenti innovativi, sinergie interne e ormai soliti traslochi su Internet, i punti meno teorici (e noiosi) riguardano i canali e i telegiornali. Niente rivoluzioni, un po’ di ritocchi. Viale Mazzini dispone di 17 reti: scenderà a 16 o forse 15, perché RaiSport perderà il gemello che ripeteva le stesse cose e RaiScuola dovrebbe emigrare in rete. Per i numeri che registrano queste emittenti, il pubblico non se ne accorgerà. Sarà preminente il ruolo di RaiNews di Antonio Di Bella, e così le edizioni non principali dei telegiornali tradizionali saranno limate. Il progetto non prevede la riduzione dell’organico giornalistico, ma per l’ennesima volta si incita a un coordinamento editoriale. A differenza del passato, proprio per evitare sprechi di risorse, Campo Dall’Orto ha creato un responsabile dell’informazione, Carlo Verdelli. Per la tornata di nomine dei telegiornali, invece, l’azienda pare intenzionata ad aspettare le elezioni di giugno. Il piano industriale, secondo Campo Dall’Orto, è utile anche a rendere più netti i profili dei canali.

Anche qui, niente rivoluzioni, un po’ di ritocchi: Rai1 per un pubblico più generalista (per non dire anziano); Rai2 sperimentale, per i giovani con le serie tv; Rai3 per la cronaca, l’inchiesta e l’approfondimento. Pure i telegiornali, di conseguenza, dovranno rispettare la “linea” dei canali che li ospitano. E poi c’è la tecnologia, che in Viale Mazzini giunge sempre dopo percorsi impervi: l’alta definizione, le applicazioni per i telefoni, la piattaforma su Internet. Con la primavera, però, arriva il bilancio. Quest’anno relativo all’esercizio 2015 sarà in rosso di circa 30 milioni di euro, provocato dall’acquisto dei diritti sportivi: la perdita sarà attutita dal canone in bolletta. Alla vigilia del piano industriale, ieri sera, il deputato Michele Anzaldi (Pd) ha già criticato Campo Dall’Orto su Twitter: «Rispetta il contratto di servizio pubblico?». Il consigliere Arturo Diaconale (centrodestra) si è concentrato sulla riforma del canone e sulla scelta dei vertici di Rai Way, la società controllata da Viale Mazzini che si occupa di antenne: «Si parlerà anche di bilancio di previsione alla luce di quello che è accaduto sul canone con lo stop del Consiglio di Stato. Il governo si deve affrettare a fare le correzioni chieste dal Consiglio di Stato, ma noi dobbiamo affrontare il tema, prevedendo le due ipotesi e cioè che il governo ce la faccia in tempo per luglio e che non ce la faccia, anche se – ricorda Diaconale – la Rai comunque prima di settembre i soldi non li vede». Capitolo RaiWay. Raffaele Agrusti, ex Generali, direttore finanziario da un mese circa, potrebbe diventare presidente esecutivo.

 

Dal 2020 la tv pubblica tutta in alta definizione

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 20, di Marco Mele.

Il Piano industriale 2016-2018 oggi all’esame del cda.

Il Piano industriale sarà oggi all’esame del Consiglio di amministrazione, in riunione nel pomeriggio di oggi. È un passaggio chiave per la nuova azienda pubblica, dopo la riforma della governante, l’inserimento del canone in bolletta e il rinnovo della concessione entro fine ottobre. Sarà il Piano il messaggio che il vertice aziendale lancerà alla politica, alle istituzioni, ai suoi dipendenti e al pubblico. Le parole d’ordine saranno la trasformazione dell’azienda in una media company digitale, in grado di veicolare contenuti su tutte le piattaforme, non solo su quella televisiva e su quella radiofonica. Sul fronte dei canali, il cui numero sarà deciso in sede di rinnovo della concessione dopo la decisione di togliere la pubblicità da quelle per i bambini e da RaiStoria sin dal primo maggio ci sarà la riunificazione tra RaiSport 1 e RaiSport 2 dopo le Olimpiadi di Rio in agosto, che la Rai avrà in esclusiva (sono le ultime, poi le Olimpiadi passeranno a Discovery). Entro il 2020 tutta la catena produttiva dell’azienda, dalle telecamere alla trasmissione, sarà in Full HD.

Nel Piano è prevista anche la specializzazione parziale dei centri produttivi, con quello di Torino che sarà dedicato, tra l’altro, alla fiction per i ragazzi. Nell’agenda del cda di oggi anche i conti dell’esercizio 2015, che si chiuderà in perdita e alcune nomine nelle società controllate, tra cui la presidenza di RaiWay dopo l’uscita dall’azienda di Camillo Rossotto, già sostituito nel ruolo del direttore finanziario da Raffaele Agrusti che, quindi, potrebbe forse sostituirlo anche alla presidenza di RaiWay. Sarà un modo per affrontare una questione già al centro di uno scontro tra consiglieri e direttore generale: a chi spettano le nomine nelle consociate, visto che la legge non lo precisa? Al cda o al direttore generale con i poteri dell’amministratore delegato? Al cda è stato già portato un parere di un ufficio legale esterno, che propendeva per dare tale competenza all’amministratore delegato, ma per i consiglieri non si è certo trattato di un parere definitivo. Tanto che ieri il consigliere Arturo Diaconale, designato del centrodestra, attacca: «Stando al Codice civile sottolinea le nomine nelle consociate dipendono dal cda della controllante ma secondo l’interpretazione della legge di riforma data dal dg Campo Dall’Orto questo compito spetta all’amministratore delegato e cioè al direttore generale». Secondo Diaconale, o si raggiunge un’intesa nel consiglio di amministrazione o «chiederò all’azionista di riferimento, e cioè al ministero dell’Economia, qual è l’interpretazione più corretta, anche perché ci sono delle responsabilità. Non può essere che se le nomine le fa il direttore generale, la responsabilità è del consiglio di amministrazione». Sul fronte del canone i bolletta, il viceministro all’Economia, Enrico Morando, getta acqua sul fuoco: «L’allarme è sproporzionato. Ci sono gli spazi per rispettare i tempi previsti. Le osservazioni critiche del Consiglio di Stato al decreto ministeriale sul canone nella bolletta elettrica sono ampiamente compatibili con i tempi fissati».

 

(Nella foto Antonio Campo Dall’Orto)