Pubblicato il 15/04/2016, 11:31 | Scritto da La Redazione
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Canone Rai: stop dal Consiglio di Stato alla bolletta

Canone Rai: stop dal Consiglio di Stato alla bolletta
Parere dei magistrati e interlocutorio. La prima rata di 60 euro rimane fissata per il prossimo mese di luglio. E poi l’intervista al sottosegretario Giacomelli.

Canone Rai nella bolletta, stop dal Consiglio di Stato

Rassegna stampa: Il Messaggero, pagina 3, di Andrea Bassi.

Parere dei magistrati e interlocutorio. La prima rata di 60 euro rimane fissata per il prossimo mese di luglio.

La corsa del canone della Rai verso la bolletta elettrica, inciampa in un quesito apparentemente semplice: che cos’è un televisore? A chiedere al ministero, cosa debba esattamente intendersi per Tv, è stato il Consiglio di Stato, che ieri ha sollevato diverse criticità sul decreto ministeriale che dovrebbe regolamentare il trasferimento del balzello nella bolletta elettrica. Secondo i magistrati amministrativi ormai sul mercato ci sono diversi tipi di «device» che permettono la ricezione dei programmi televisivi, e della Rai in particolare. Ci sono i tablet, gli smartphone e anche i Pc. Insomma, in linea teorica anche questi apparecchi potrebbero essere chiamati a pagare. In realtà, spiegano fonti del governo, la volontà politica è quella di far pagare il canone solo a chi possiede una televisione. Così già ieri i tecnici del ministero dello Sviluppo economico erano al lavoro per precisare il passaggio all’interno del provvedimento. L’assenza di una definizione di televisione nel decreto, tuttavia, non è l’unico appunto fatto dal Consiglio di Stato. I magistrati hanno sollevato anche alcune questioni formali che, tuttavia, sono sostanziali. Come il mancato concerto del ministero dell’Economia nella definizione del provvedimento. Ma in realtà, il punto più delicato è un altro. Il procedimento di addebito e di riscossione del canone presuppone uno scambio di informazioni tra vari enti: l’Anagrafe tributaria, l’Autorità per l’energia, l’Acquirente Unico, il ministero dell’Interno, Comuni, le società private. Ma nelle norme non si fa riferimento a questo tema, che ha dei profili delicati di privacy e, dunque, sarebbe necessario almeno un passaggio con il garante dei dati personali.

LE REAZIONI In realtà con l’Authority guidata da Antonello Soro, l’interlocuzione, almeno informale, è in corso da tempo. Lo stesso garante dovrà dare un parere prima dell’approvazione definitiva del provvedimento. I dubbi sul testo, hanno indotto il Consiglio di Stato a sospendere il giudizio e a rimandare indietro al governo il provvedimento per le opportune correzioni. In realtà, come ha chiarito lo stesso Consiglio di Stato, si tratta di un parere interlocutorio. E il governo è pronto ad adeguarsi alle osservazioni. Lo stesso sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, ha voluto precisare che «quella del Consiglio di Stato non è affatto una bocciatura Ma un utile suggerimento di integrazioni e chiarimenti peraltro assolutamente nella prassi dei pareri del Consiglio stesso». L’iter che porterà a luglio il canone in bolletta, dunque, prosegue. Giacomelli ha spiegato che il governo aveva già «intenzione di procedere a una più esplicita e meno tecnica definizione di apparecchio televisivo e a una capillare campagna di comunicazione». «Quanto al mancato concerto del Ministero dell’Economia», ha aggiunto che, «è solo la segnalazione che per il Mef ha firmato il capo dell’ufficio legislativo e non il capo di gabinetto. Anche sulla privacy il testo è all’attenzione del Garante e lavoriamo insieme con spirito costruttivo». Al momento vengono dunque, esclusi ulteriori slittamenti delle scadenze, ma è chiaro che bisognerà far presto per consentire ai cittadini di conoscere per tempo gli adempimenti necessari. Verrà sicuramente posticipata, probabilmente al 15 maggio, la scadenza per la presentazione della dichiarazione di esenzione sia via Internet 8ci sarà anche una App) che tramite raccomandata. La prima rata di 60 euro dovrebbe comunque rimanere nella bolletta della luce di luglio.

 

Esenti tablet e smartphone si paga per un solo televisore

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 5, di Francesco Di Frischia.

Giacomelli: le critiche? Perché combattiamo gli evasori.

«Questo è un parere consultivo che noi chiediamo proprio per migliorare il testo. Siamo pronti a accogliere le osservazioni con spirito costruttivo e a chiarire alcuni passaggi, ma il Consiglio di Stato ci ha anche detto che la procedura è corretta. L’impianto è confermato. Altro che bocciatura…». Replica così Antonello Giacomelli, sottosegretario del ministero dello Sviluppo economico, alle critiche mosse dal Consiglio di Stato sul regolamento per il canone Rai in bolletta, tassa fino a oggi evasa dal 30% degli italiani.

Il Consiglio di Stato, però, sostiene che «manca una definizione di cosa debba intendersi per apparecchio tv».

«Non è che manca: è la legge che definisce che cosa è un apparecchio tv e noi non abbiamo cambiato il presupposto. Ma non abbiamo difficoltà a dirlo in modo più esplicito».

Ma chi è che non deve pagare il canone Rai?

«Non deve pagare chi ha smartphone, tablet, pc o altri dispositivi che non sono in grado di ricevere il segnate del digitale terrestre o satellitare e guardano i programmi via web, oltre alle categorie esenti».

Ci sarebbero anche, per i giudici, problemi di privacy e il testo non spiegherebbe bene che si paga una volta sola anche se si hanno più tv.

«Stiamo già lavorando con il Garante per valutare tutti i profili per tutelare la privacy. E sul resto è la legge che dice che si paga una volta sola anche se si hanno più tv. Comunque noi lo ripeteremo in modo chiaro pure nel regolamento».

Mancherebbe la condivisione di questa norma con il ministero dell’Economia.

«No: il testo è firmato pure dal capo dell’Ufficio legislativo del Mef, Francesca Quadri. Se vogliono chiederemo di firmare il documento al capo di gabinetto del Mef, Roberto Garofoli. Di certo questa critica mi ha un po’ sorpreso».

I giudici dicono inoltre che c’è «poca chiarezza» nel regolamento. È davvero così?

«In questi documenti si usa sempre una terminologia tecnica precisa perché il regolamento è proprio destinato ai tecnici. Comunque saremo più chiari. La platea, però, e i presupposti sono gli stessi. E ai cittadini dedicheremo una vasta campagna di sensibilizzazione, che è già partita e sarà potenziata. E sposteremo al 15 maggio prossimo il termine per la dichiarazione da inviare all’Agenzia delle Entrate per chi non è in possesso del tv e non deve quindi pagare».

È sorpreso dalle critiche feroci contro questa legge?

«Mi meraviglia che le intensità di critiche di sbarramento al pagamento del canone più equo e meno caro siano straordinariamente più veementi rispetto alla tolleranza del 30% di evasione».

 

(Nella foto la statua equestre di Viale Mazzini)